La troupe del Tg3 (edizione nazionale) è venuta a Reggio Emilia per partecipare ad alcuni dei laboratori che l’associazione studentesca Cortocircuito organizza dal 2009, all’interno delle scuole superiori, per parlare – ad altri studenti – dei temi della legalità e del contrasto culturale alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Agli studenti si cerca di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro le mafie, a seconda dei gesti che compiamo quotidianamente.
“Ogni cittadino può scegliere. Basta scegliere. Può sembrare una frase retorica, lo sappiamo. Però, ad esempio, ogni cittadino può scegliere quali locali frequentare alla sera, può scegliere a chi fare ristrutturare casa propria, può scegliere se accettare una raccomandazione, una scorciatoia, un compromesso o un lavoro in nero, può scegliere quali prodotti acquistare al supermercato. In ogni ora della nostra vita noi “votiamo”, a seconda delle scelte, concrete, che facciamo quotidianamente”.
Inoltre all’interno delle scuole vengono proiettate alcune delle video-inchieste che Cortocircuito ha realizzato dal 2009, come i cortometraggi su discoteche e mafia, stazione Mediopadana, appalti dei rifiuti, “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”, “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” e altri.
Nelle foto: Andrea Franzoni, Chiara Ghirelli, Elia Minari e Francesco Chiriatti di Cortocircuito intervistati dal Tg3.
Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”
[Foto di Andrea Mafrica e Chiara Ghirelli]
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Pubblichiamo il testo del servizio del Tg3, a cura del giornalista Gianni Bianco, andato in onda il 23 febbraio 2015:
“Le ultime inchieste sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna sono nate anche dall’indagine fatta da un gruppo di ragazzi, che con piccole telecamere e tanta voglia di legalità si sono messi a indagare.
«Molto spesso le mafie – afferma Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito – prosperano grazie alla nostra indifferenza, grazie ai nostri silenzi». Loro indifferenti non lo sono. E per questo possono ora spingere a non esserlo anche gli studenti delle scuole superiori, di cui sono un po’ più grandi.
A spiegare, ad altri ragazzi, che il disinteresse può essere anticamera della complicità con le mafie non è un prete, un magistrato, un giornalista in prima linea, ma con altrettanta, se non maggiore efficacia, un gruppo di giovani che da anni utilizzano la telecamera come esperienza sul campo di cittadinanza attiva.
«Dal 2009 – spiega Elia Minari di Cortocircuito – abbiamo cercato come giornale studentesco di Reggio Emilia di raccontare alcuni fatti. Alcuni fatti secondo noi troppo spesso ignorati, taciuti e sottovalutati. Così attraverso alcuni cortometraggi e alcune video-inchieste abbiamo cercato di approfondire la criminalità organizzata di stampo mafioso in Emilia-Romagna».
Le minacce non li hanno intimoriti. A spingerli la voglia di farsi domande e la voglia di non fermarsi alle prime risposte. Le loro inchieste – ricche di nomi, dati e documenti sugli incendi che puzzano di racket e sugli imprenditori in odore di ‘ndrangheta – sono finite prima on-line e poi nei fascicoli della Procura, che pochi giorni fa ha mandato in carcere un centinaio di persone, scoperchiando l’interesse in Emilia del clan calabrese Grande Aracri, cosa che loro avevano denunciato prima di molti altri. L’avevano fatto insieme, facendosi coraggio con il lavoro di squadra.
«È bello avere un ruolo in questa società, un ruolo attivo, che sia aldilà poi del lavoro che faremo – afferma Chiara Ghirelli dell’associazione Cortocircuito – E’ bello essere interessati a qualcos’altro che non sia soltanto la professione che andremo a intraprendere. Speriamo di potere sempre fare qualcosa».”
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Vedi anche:
– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze