Frasi del sindaco di Brescello, l’avvocato Marcello Coffrini, su Francesco Grande Aracri, condannato in via definitiva per mafia nel 2008, considerato dai magistrati uno dei “reggenti” della cosca. QUI l’inchiesta integrale.
Marcello Coffrini è sindaco dal 2014, invece dal 2005 al 2014 è stato assessore dello stesso Comune, con deleghe a Urbanistica, Edilizia e Sicurezza. Prima del 2004, per 19 anni, è stato sindaco di Brescello Ermes Coffrini, papà di Marcello.
1) Una parte della nostra video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. In particolare, il sindaco Coffrini su Francesco Grande Aracri afferma: “E’ gentilissimo, è uno molto tranquillo… è molto composto, educato, ha sempre vissuto a basso livello. Hanno un’azienda… con cui fanno i marmi… mi fa piacere che siano riusciti a ripartire”.
Questa parte della nostra video-inchiesta è stata anche proiettata nel Tribunale di Reggio Emilia da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, durante il processo di sequestro di 3 milioni di euro di beni di Francesco Grande Aracri.
Se non si riesce a visualizzare il video, cliccare qui
2) Gazzetta di Reggio del 24 settembre 2014, dichiarazioni del sindaco Coffrini su Francesco Grande Aracri:
“«Può capitare che io lo riceva in Comune per questioni tecniche» […] In molti hanno affermato che c’è un rapporto diretto tra i due, come conferma Coffrini: «Io in paese do del tu a tutti, è la mia prassi».”
Nella stessa intervista Coffrini afferma anche l’opposto:
“salvo poi affermare di conoscere Grande Aracri «come fotografia sui giornali: tutto l컓.
3) Il Resto del Carlino (edizione Reggio del 25 settembre 2014), titolo in prima pagina (QUI la foto del titolo, QUI il testo integrale):
“«Grande Aracri lavorò a casa mia». Ermes Coffrini, ex sindaco e papà dell’attuale: «Brescello non è un paese infiltrato»”.
Nel testo dell’articolo Ermes Coffrini (sindaco di Brescello per dieci anni e papà dell’attuale sindaco Marcello Coffrini) afferma:
«Chi dice che la zona è fortemente infiltrata è smentito dai fatti». […] Se incontrasse Grande Aracri per strada? «Se si incontra una persona per strada e ti saluta, per banale cortesia e senso civico si risponde al saluto. Una stretta di mano non è una compromissione».
Poi racconta un altro episodio (quando Grande Aracri non era ancora stato condannato):
«Avevo bisogno di fare lavori a casa mia e diedi un incarico ad una impresa. Fu così che tra i muratori mi trovai a casa Francesco Grande Aracri. Lavorava normalmente, non diede problemi. Oggi c’è una condanna definitiva, la situazione è ben diversa». […] Qualche tempo fa ero in sala d’attesa in un ambulatorio. Sento che qualcuno mi saluta: era Grande Aracri. Mi chiede: come va? E io a mio volta gli ho chiesto come stava. Ma cosa avrei dovuto fare? Queste sono cose minime di civiltà. Io con la sua famiglia non ho rapporti».
4) “In piazza c’erano anche i figli e parenti del boss”, articolo sul Fatto Quotidiano QUI
5) Sul Resto del Carlino del 21 settembre 2014, titolo :
“«Il condannato per associazione mafiosa? Tranquillo e gentile, non dà problemi». Brescello, il sindaco conferma il suo giudizio positivo su Grande Aracri”.
Poi nel testo dell’articolo:
«Io vedo Francesco Grande Aracri in paese da anni. Gira sempre in bici, saluta le persone, non ha mai creato problemi a nessuno».
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Le reazioni
Pubblichiamo anche alcune dichiarazioni sulla vicenda:
«Il sindaco di Brescello è inadeguato per il ruolo nel quale si trova. Viene da chiedersi: sindaco, ci sei o ci fai?».
Rosi Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia (Gazzetta di Reggio – 20 marzo 2015)
«Quanto emerge dal video (di Cortocircuito) è grave e preoccupante. […] Non mi sarei mai aspettato un situazione simile nel Reggiano. Siamo in Emilia, terra di valori civili, di partigiani, di Resistenza».
Francesco Caruso, presidente del Tribunale di Reggio Emilia (Gazzetta di Reggio – 23 settembre 2014)
«È sconcertante quanto denunciato da Cortocircuito».
Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera (Gazzetta di Reggio – 18 marzo 2015)
«A Brescello una troupe di giovani coraggiosi ha girato, come web-tv Cortocircuito, un formidabile servizio. Tema: gli ottimi e cordialissimi rapporti del sindaco con tale Francesco Grande Aracri, abitante nel paese da molti anni, ma non un cittadino come tutti gli altri. Egli infatti è stato condannato per mafia e sottoposto a sorveglianza speciale. E’ inoltre al centro di attività economiche sospette che hanno recentemente portato ad un sequestro di beni a suo carico, da parte dei Carabinieri di Reggio Emilia, per un valore di 3 milioni di euro. […] Spesso, anche se vi sono presenze mafiose di tutta evidenza, fortissima e diffusa è la tendenza a negarle. Miopia, superficialità, sottovalutazione e ignoranza si intrecciano».
Gian Carlo Caselli, già procuratore capo di Palermo e di Torino (editoriale sul Fatto Quotidiano – 3 ottobre 2014)
«Ci sono amministratori che, pur non essendo collusi, non riescono a capire alcune dinamiche tipicamente mafiose. Bisogna capire che è un comportamento tipico del mafioso mostrarsi gentile, garbato e affabulatore. Lo fa per radicarsi in una certa realtà. Ci sono pubblici amministratori e imprenditori che hanno aperto le porte alla ‘ndrangheta».
Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Reggio Calabria (Gazzetta di Reggio – 29 settembre 2014)
«Mentre il sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, è ancora al proprio posto dopo aver pubblicamente lodato il reggente locale della ‘ndrangheta Francesco Grande Aracri, il sindaco di Lamezia Gianni Speranza apprende in questi giorni che Nicolino Grande Aracri, capo della cosca di Cutro e fratello di Francesco, intendeva ucciderlo (“..una botta in testa e finisce ammazzato”) . Fino a quando in Italia si tollererà che un sindaco amico di un mafioso resti in carica, nessuno si stupisca se quegli stessi mafiosi minacciano di morte un altro sindaco colpevole di fare correttamente il proprio lavoro».
Claudio Fava, vice-presidente della Commissione parlamentare antimafia (Gazzetta di Reggio, 15 marzo 2015)
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QUI alcuni articoli dei quotidiani sulla vicenda.
(*) QUI articolo della Gazzetta di Reggio sul ruolo di Francesco Grande Aracri.
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Vedi anche:
– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze