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[articolo del quotidiano “Gazzetta di Reggio”]
Il libro dell’anno 2015 dell’Enciclopedia Treccani, nata nel 1925, dedica due pagine alla storia dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia e alle sue numerose video-inchieste.
Un altro passo avanti per il gruppo di studenti che con il loro lavoro ha contribuito a portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle infiltrazioni mafiose in Emilia. Lo hanno fatto attraverso cortometraggi, realizzati da studenti, in parte finiti all’interno di fascicoli della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e premiati da parte del presidente del Senato Pietro Grasso.
La Treccani ha così scelto Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito e studente universitario di giurisprudenza, come uno dei dieci personaggi dell’anno 2015, per la capacità di documentare fatti scomodi già nel 2009, quando in pochi approfondivano il tema della criminalità organizzata in Emilia-Romagna.
Un’attività di denuncia che si unisce a quella di sensibilizzazione: sono state più di 180 le conferenze e gli incontri realizzati da Elia Minari, nel tempo libero dallo studio, all’interno di scuole, università e sale di consigli comunali.
Affiancato da noti magistrati, Minari – insieme agli altri ragazzi di Cortocircuito – ha cercato di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro la criminalità organizzata, compiendo scelte quotidiane.
Tra i dieci personaggi dell’anno scelti dall’Istituto dell’Enciclopedia Treccani ci sono anche Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, l’astronauta Samantha Cristoforetti, la tuffatrice medaglia d’oro Tania Cagnotto, il medico di Emergency sopravvissuto all’ebola Fabrizio Pulvirenti e Milena Canonero, vincitrice di quattro Oscar a Hollywood.
L’Enciclopedia Treccani scrive che «le inchieste di Cortocircuito fanno emergere una rete pervasiva di contatti e intrecci che coinvolgono imprenditori, amministrazioni ed enti deputati ai lavori pubblici».
(Articolo del quotidiano “Gazzetta di Reggio” del 31 dicembre 2015).
QUI le foto dell’intervista del Tg1 Rai.
APPROFONDIMENTO
Nelle due pagine dedicate ad Elia Minari, l’Enciclopedia Treccani scrive: «Dalle sue dichiarazioni si evince che lo sguardo critico e investigativo si è maturato nello scollamento fra una realtà vissuta e narrata come funzionale, progressista, ispirata a principi di buona convivenza civile, quale chiunque nato e cresciuto nella ricca e operosa Reggio Emilia ha respirato, e l’affiorare di una realtà sottostante, assai meno narrata quando non addirittura denegata.
Questa realtà rilevante e sommersa è l’oggetto dell’attenzione intorno alla quale fin dai tempi del liceo Elia Minari ha radunato un gruppo di amici, fondando nel 2009 un giornalino studentesco che poi si è evoluto in una web-tv, sfruttando le possibilità informative capillari della rete.
Ciò che scopre Elia Minari, insieme ai suoi collaboratori, fin dalle prime inchieste sulla discoteca prescelta dal suo liceo per le feste di inizio e chiusura d’anno, è che si tratta di un luogo di smercio di denaro sporco gestito da affiliati a una cosca della ‘ndrangheta. Segue un’inchiesta sul numero spropositato di incendi dolosi – più di quaranta – avvenuti a Reggio Emilia nel 2012, e anche lì emerge una trama di vendette fra personaggi legati all’edilizia e all’imprenditoria indagati per associazione mafiosa.
Mentre l’opinione pubblica si trincera dietro il silenzio o la negazione che ‘anche’ a Reggio Emilia ci sia criminalità organizzata, le inchieste di Cortocircuito fanno emergere una rete pervasiva di contatti e intrecci che coinvolgono imprenditori, amministrazioni ed enti deputati ai lavori pubblici.
Il materiale di questo scavo, sempre rigorosamente basato sull’acquisizione di documenti e sulla collaborazione con le forze dell’ordine e della giustizia, confluisce nella video-inchiesta “La ’Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, che contiene anche una serie di interviste nelle quali molti interpellati – sindaci, amministratori, appaltatori, dirigenti –, sottovalutando i ‘ragazzini’ che li stavano interrogando, rilasciano affermazioni così candidamente oscene da venire utilizzate in tribunale dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
La video-inchiesta fa capire come l’infiltrazione criminale risalga, lungo la via dell’edilizia, fino agli anni Settanta del secolo scorso e come anche celebrate opere pubbliche, quali la stazione dell’alta velocità Mediopadana, non siano esenti da una sospetta lievitazione di costi, ingiustificata dal progetto e dalle delibere comunali. Minari è impegnato anche nell’informazione in scuole superiori e Università». [Continua…]
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Vedi anche:
– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze