Nei giorni scorsi il figlio del procuratore antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri è stato vittima di un episodio inquietante: ignoti hanno suonato al campanello della sua abitazione di Messina, dove studia, dicendo di essere poliziotti, ma aperta la porta si sono palesate due persone incappucciate che dal piano superiore scendevano in fretta le scale del condominio. Per fortuna il ragazzo si è chiuso subito in casa e ha allertato velocemente la polizia, quella vera.
Ci ricordiamo di quando il procuratore Gratteri, durante una delle cene insieme a noi, ci parlava di suo figlio che studia all’università di Messina. Ci sentiamo molto vicini a lui, anche perché è un nostro coetaneo. Un ragazzo come noi che si è trovato a subire un grave atto intimidatorio, secondo quanto confermano anche i risultati delle prime indagini. Questo fatto non ci lascia indifferenti.
L’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia esprime massima solidarietà e vicinanza al magistrato Nicola Gratteri e si stringe attorno alla sua famiglia, sperando che sia fatta luce il prima possibile sui responsabili di questo episodio.
Nella foto: il procuratore Nicola Gratteri con Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito.
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Vedi anche:
– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze