27 Gennaio: l’indifferenza opera nella storia

 

Se non visualizzi il video clicca qui.

Partendo come nostro solito dalla “vox populi”, ovvero dalla voce dei cittadini intervistati lungo la strada, abbiamo realizzato questo nuovo cortometraggio per il 27 Gennaio, Giornata della Memoria.
Notando, in particolare negli ultimi anni, un revisionismo storico sempre più forte e il riemergere di alcuni gruppi giovanili di chiara impronta neofascista, ci è sembrato opportuno affrontare in modo diretto il tema, ragionando anche sull’attualità della nostra Costituzione. Come nostro solito, abbiamo affrontato di petto anche le voci più insidiose, e i luoghi comuni più meschini (i partigiani erano comunisti?, l’Italia fu liberata principalmente dagli americani?).
Abbiamo intervistato anche Giacomo Notari, ex Partigiano e Presidente dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) di Reggio Emilia e Giuseppe Napolitano, Vicepresidente dell’ANPI reggiano.
Per non dimenticare!

In video è stato realizzato in collaborazione con il gruppo studentesco indipendente “Democratica-Mente”.

La Redazione del giornalino studentesco Cortocircuito

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Vedi anche:

Che ve ne frega? by Niccolò Menozzi
– Noborder, senza confini: il nostro cortometraggio sull’immigrazione (partendo dai luoghi comuni)

(20 Gennaio 2012)

5 azioni che ogni cittadino può fare contro le mafie

VEDI IL VIDEO DELLE 5 AZIONI

Nella contrasto e nella prevenzione alle mafie certamente le istituzioni possono fare molto, ma cosa può fare un semplice cittadino privo di responsabilità istituzionali o politiche? Cosa può fare colui che non è né magistrato, né poliziotto, né parlamentare? Colui che magari pensa con rassegnazione di essere “condannato” alla parte di spettatore o, nel migliore dei casi, alla parte di tifoso. Ci siamo sentiti porre questa domanda numerosissime volte, per questo abbiamo deciso di cercare di dare una risposta più chiara, attraverso cinque semplici azioni che ogni cittadino può attuare ogni giorno contro le mafie. Si tratta di semplici azioni nate da ciò che abbiamo imparato in questi anni, dalle nostre riflessioni, ma sono aperte anche alle vostre proposte e ai vostri suggerimenti.

 

Queste cinque azioni contro le mafie servono anche per smettere di lamentarsi soltanto, per smettere di delegare sempre agli altri. La magistratura e le forze dell’ordine svolgono un ruolo sicuramente indispensabile, ma non è sufficiente. Serve l’impegno di tutti noi, con piccoli gesti, che possono però creare seri problemi alle organizzazioni mafiose. Perché le mafie prosperano anche grazie ai nostri silenzi e alla nostra indifferenza.

A questo proposito, negli ultimi anni Falcone e Borsellino ci sono stati presentati troppo spesso come degli eroi-martiri solo da commemorare. Quest’immagine è fuorviante. Falcone e Borsellino non sono eroi, sono uomini che facevano il loro dovere, morti da uomini liberi. Chiamarli eroi si sposa con il distanziare il loro percorso con il nostro, si sposa con la deresponsabilizzazione del cittadino, si sposa con il delegare agli altri.

Per questi motivi, come associazione “Cortocircuito” (www.cortocircuito.re.it) e come gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, dal 2009 abbiamo realizzato cortometraggi, video-inchieste, interviste e diverse iniziative antimafia, per cercare di sensibilizzare la cittadinanza sulla presenza delle mafie nella nostra città. E per invitare i nostri coetanei a uscire dall’indifferenza. 

Ecco le nostre 5 azioni:

– PRIMA AZIONE: INFORMARSI IN MODO CRITICO. È fondamentale informarsi ed informare, se non si conosce un fenomeno non si è in grado di fronteggiarlo e di contrastarlo adeguatamente.
Tuttavia si tratta di un compito non facilissimo. I media spesso sono condizionati da molteplici aspetti di convenienza editoriale e politica. Inoltre sono diversi i casi in cui la stampa tende a derubricare probabili fatti di mafia ad atti di vandalismo o a “fenomeni elettrici”. Per questo è fondamentale, oltre a informarsi di piùinformarsi da più fonti; solo in questo modo è possibile formarsi un’idea più veritiera possibile su un determinato fatto. Informandovi da più fonti riuscirete ad essere giornalisti di voi stessi.
Inoltre è importante non prendere nessuna fonte, dal servizio televisivo all’articolo di giornale, come oro colato, ma non considerare una verità assoluta neanche un video di “youtube”. Essere quindi curiosi, ma anche dubbiosi.

– SECONDA AZIONE: CONSUMARE IN MODO CRITICO. È possibile acquistare i prodotti delle terre confiscate alle mafie, gestite prevalentemente da cooperative sociali di agricoltura biologica, riunite a livello nazionale da “Libera Terra”. E’ un segnale importantissimo perché spesso le terre dei mafiosi una volta confiscate vengono abbandonate: questa è una sconfitta per lo Stato e così la gente può dire “meglio quando c’era il mafioso”.
Inoltre si possono acquistare i prodotti nei negozi che aderiscono ad “Addiopizzo”, anche al Nord. A Milano, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, oltre cinquemila commercianti pagherebbero il pizzo. Consumando in maniera critica è come se andassimo a votare ogni volta che facciamo la spesa.
È anche importante ricordare che ci vuole qualche cautela in più nel caso di ristoranti, pizzerie, imprese e negozi sorti improvvisamente con evidente impegno di consistenti capitali. Non sono pochi i casi in cui, anche nel nostro territorio, ci si è scontrati con luoghi coinvolti in azioni di riciclaggio di denaro mafioso.
Infine, anche se può sembrare scontato e anche se molte volte non è un fatto collegato alle mafie, bisogna sempre farsi fare lo scontrino, perché diversi commercianti “si dimenticano” di farlo.

– TERZA AZIONE: PARTECIPARE AL VOTO. Se non si sceglie si lascia che altri scelgano per noi. La mafia spesso offre i suoi pacchetti di voti alle elezioni: dalle comunali alle europee, per questo occorre partecipare al voto, incluso quello referendario. È importante cercare di scegliere i candidati “più puliti”, perché le mafie non sono né di destra né di sinistra, spesso puntano sul cavallo vincente. Indicare la preferenza è fondamentale, perché meno elettori usano il proprio voto di preferenza più facile sarà per pochi elettori vicini a un’organizzazione mafiosa fare entrare, ad esempio, in un consiglio comunale il proprio candidato.

– QUARTA AZIONE: NON ACCETTARE SCORCIATOIE. Per contrastare le mafie, bisognerebbe imparare a dire no alle tante scorciatoie che la vita offre ogni giorno, ai favori, alle raccomandazioni, preferendo “al puzzo del compromesso morale, il fresco profumo della libertà”, come auspicava il giudice Paolo Borsellino.

– QUINTA AZIONE: DENUNCIARE-PARTECIPARE. L’indifferenza è compromesso. Il silenzio degli onesti è il pericolo maggiore che ci sia per la democrazia. Noi crediamo che ogni cittadino possa fare la sua parte, anzi debba fare la sua parte, contro il radicamento mafioso nella nostra città. Perché come dice il secondo comma dell’articolo 4 della nostra bella Costituzione “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” Quindi l’indifferenza è incostituzionale!

Occorre uscire dal silenzio e prendere parola. Perché una libertà passiva non esiste, la libertà va esercitata ogni giorno, per lei occorre spendersi.

Inoltre chi lavora in istituti di credito, chi è notaio, chi è proprietario di immobili, aziende, imprese, ecc… può fare di più. Ci siamo spesso chiesti come si comportino questi cittadini quando si accorgono che il denaro trattato potrebbe essere frutto di reati di mafia. Vogliamo credere che sceglierebbero di perdere un cliente, un’occasione di lavoro, di vedere sfumare un affare, con la soddisfazione di aver dato un contributo al prevalere della società degli onesti su quella dei criminali. È sufficiente che siano indifferenti alla provenienza dei soldi perché il risultato sia esattamente l’opposto.

Adesso non abbiamo più scuse, non possiamo più dire “non lo sapevo”. Perché solo il coraggio degli onesti può riaccendere la speranza, capendo che con le mafie non può esserci futuro. Aspettiamo, con una mail, i vostri suggerimenti e le vostre proposte per migliorare insieme queste cinque azioni.

 

 

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito” di Reggio Emilia.

(23 maggio 2013)

VEDI IL VIDEO DELLE 5 AZIONI

 

 

La legalità non è una limitazione della libertà, ma l’unica strada per raggiungere davvero la libertà”.
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso

[Testi consigliati: “La convergenza” di Nando dalla Chiesa, “La giustizia è una cosa seria” di Antonio Nicaso e Nicola Gratteri, “Sulle regole” di Gherardo Colombo, “Nomi, cognomi e infami” di Giulio Cavalli, “Nel labirinto degli dei” di Antonio Ingroia].

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Vedi anche:

– Libera rilancia a livello nazionale le nostre 5 azioni contro le mafie

 

On the road

Continuano le nostre interviste sulla strada. Anche domenica scorsa (18 Dicembre 2011), armati di telecamera, taccuino e microfono siamo andati ad intervistare i cittadini impegnati nello shopping natalizio…. (clicca sulle foto per allargarle)

La Redazione di Cortocircuito

 

Video-inchiesta: il Parmigiano Reggiano grazie agli indiani

Se non visualizzi il video clicca qui.

L’intera filiera produttiva del Parmigiano Reggiano, simbolo di Reggio Emilia nel mondo, oggi è quasi esclusivamente nelle mani degli immigrati, in particolare indiani.
Siamo andati ad intervistare Graziano Salsi, Presidente della cooperativa CILA di Novellara, una delle più grandi aziende agricole di allevamento di bovini dell’Emilia Romagna e uno dei lavoratori indiani di questa cooperativa.

Il video mostra l’integrazione economica e culturale della comunità indiana che vive e lavora nella bassa reggiana. Un valido esempio è il tempio indiano Sikh di Novellara (RE), il più grande in Italia e il secondo in Europa.
Questo cortometraggio è stato realizzato in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia nell’ambito del progetto europeo SPARDA, che ci ha permesso di vedere la nostra città sotto un’altra prospettiva. L’inchiesta è stata realizzata da Mariangela Santucci, Chiara Cigarini ed Elia Minari.

La Redazione del giornalino studentesco Cortocircuito

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Vedi anche:

Noborder, senza confini: il nostro cortometraggio sull’immigrazione (partendo dai luoghi comuni)
Il futuro del Parmigiano Reggiano è in mano ai Sikh (articolo)
Malainformazione: i luoghi comuni dell’informazione, ovvero la scomparsa dei fatti (video)
Stranieri vittime dell’ignoranza (articolo)

(15 Dicembre 2011)

4 nuovi video per la legalità, contro le mafie

Pubblichiamo quattro video che documentano alcune attività da noi recentemente realizzate:

Il primo video documenta alcuni estratti dell’incontro pubblico del 29 Novembre 2011 ad Albinea (RE) con Nicola GratteriProcuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ed Antonio Nicasostudioso e scrittore, nonché uno dei massimi esperti di ‘ndrangheta a livello internazionale.
Nel video il Procuratore Gratteri spiega, portando il chiaro esempio di un supermercato della ‘ndrangheta, di come “le mafie non producano ricchezza e neppure lavoro“. Inoltre il Prof. Nicaso ci mette in guardia: “in Italia le mafie non le abbiamo mai combattute, perché non abbiamo mai voluto combatterle”, abbiamo combattuto solo la “macelleria criminale”, i poveracci, aggiungendo “chi ancora può credere che il capo della mafia sia Totò Rina o Bernardo Provenzano? .. se questi fossero stati i capi della mafia li avremmo già distrutti da tanto tempo”.
Inoltre chiariscono “i mafiosi quando sono venuti al nord sono entrati in certi ambiti perché qualcuno ha aperto loro la porta, perché qualcuno non ha saputo dire no ai soldi e ai voti delle mafie”.
L’incontro è stato introdotto da Elia Minari del Giornalino studentesco Cortocircuito e dei “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”. Noi continueremo a combattere le mafie prendendo parola e utilizzando lo strumento della cultura, unica pistola sfuggita dalle mani della mafia.

Il secondo video: brevi discorsi improvvisati di Nuccia Ciambrone ed Elia Minari per presentare le attività dei “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie” e del Giornalino studentesco Cortocircuito, in occasione della serata “In-patto” del 5 Novembre 2011 in piazza Martiri del 7 Luglio a Reggio Emilia. Evento organizzato insieme al gruppo “Quanto Basta”.

Il terzo video è l’intervista -da noi realizzata- al magistrato Piercamillo Davigoex pm del pool “Mani Pulite” e uno dei massimi esperti di corruzione. Attualmente è Giudice alla Corte Suprema di Cassazione.

Infine, il quarto, è un video shock: dopo aver inaugurato la targa in memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ai Giardini di Reggio Emilia, ci si avvicina un ragazzo originario della Sicilia che ci dice “Provenzano faceva lavorare i giovani, faceva solo appalti.” Ma la realtà è molto diversa… Come ci ha spiegato più volte il Procuratore Antimafia di Reggio Calabria Gratteri, nella mafia -se si entra poveri- se ne esce morti o morti di fame. Inoltre la mafia quando ti dà un lavoro ti toglie tutto il resto: i diritti, e soprattutto la dignità.

Tutte le riprese sono state fatte da Federico Marcenaro del Giornalino studentesco Cortocircuito.

La Redazione di Cortocircuito

(11 Dicembre 2011)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Procuratore Gratteri e Nicaso, San Prospero e La Centrale: tre incontri pubblici

– Martedì 29 novembre 2011 Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito, introdurrà l’incontro pubblico con Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Reggio Calabria e Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali. Alle ore 21 alla biblioteca di Albinea (RE).

– Sabato 3 dicembre 2011 alle 21 allo spazio giovani “La Centrale“, in via Gorizia a Reggio Emilia, proiezione del cortometraggio di Cortocircuito “Noborder, senza confini” sui temi dell’immigrazione.

– Giovedi 24 novembre 2011, giorno di San Prospero, Cortocircuito sarà presente con il proprio banchetto in Piazza Martiri del 7 Luglio a Reggio Emilia, di fronte alla Banca d’Italia, dalle 11 alle 18 circa. Avremo dvd, giornalini, volantini e cartoline.

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Alcune foto dell’incontro con Gratteri e Nicaso:

 

 

 

 

 

Incontro pubblico con il magistrato Antonio Ingroia

Giovedì 10 novembre 2011 Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, incontrerà gli studenti delle scuole superiori di Reggio Emilia al cinema Cristallo.

L’evento sarà introdotto della presidente della Provincia Sonia Masini, dell’assessore all’Istruzione Ilenia Malavasi, dal presidente del Consorzio Oscar Romero Mauro Ponzi e da Nuccia Ciambrone della redazione del giornalino studentesco Cortocircuito. Il procuratore antimafia sarà intervistato da Emanuele Cavallaro. Durante l’incontro saranno proiettati alcuni video di Cortocircuito.

L’iniziativa rientra nel progetto “Percorsi di cittadinanza e legalità”, promosso dal Consorzio con il patrocinio e il sostegno della Provincia di Reggio Emilia. Cura scientifica di Rosa Frammartino.

Invece QUI le foto di un successivo incontro con Antonio Ingroia.

 

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In-patto: serata per la legalità con musica e interventi

Sabato 5 novembre 2011 in Piazza Martiri del 7 Luglio a Reggio Emilia andrà in scena “IN-PATTO“, serata dedicata al Patto “Alleanza reggiana per una società senza mafie”, con musica, interventi e testimonianze.

L’evento è organizzato dalle associazioni “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, “Quanto Basta”, “Giornalino studentesco Cortocircuito”, “Libera” e “Colore”.

Nelle foto: Elia Minari e Nuccia Ciambrone di Cortocircuito.

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Intervista a Manfredi Borsellino, figlio di Paolo Borsellino

Manfredi Borsellino con il padre e la madre

Manfredi Borsellino è figlio del noto magistrato Paolo Borsellino, ucciso con un’auto esplosiva il 19 Luglio 1992 a Palermo.
Quando Paolo Borsellino, ora simbolo mondiale della lotta contro le mafie, saltò in aria in via D’Amelio il figlio Manfredi aveva 21 anni. Manfredi Borsellino, attualmente Commissario di Polizia di Cefalù (Palermo), sta continuando a servire lo Stato, come fece il padre fino alla morte. Lo abbiamo contattato telefonicamente per un’intervista.

– Dopo la strage di Capaci nel ‘92, il Giudice Borsellino confessò ad Antonio Ingroia che si sentiva invecchiato di 10 anni in pochi giorni. Uno stato d’animo di cui la famiglia ebbe modo di accorgersi?

Dopo la morte di Falcone mio padre cambiò. Prima era una persona estremamente divertente, con un umorismo abbastanza spiccato: non amava prendersi sul serio e scherzava anche sulle cose più drammatiche. Dopo la strage di Capaci invece si chiuse un poco in se stesso e gradualmente, quasi a presagire la tragedia, si allontanò dalla famiglia. Fu da parte di mio padre un’operazione molto sottile. Era talmente preparato all’eventualità di essere, da un momento all’altro, vittima di un attentato che voleva prepararci al periodo successivo alla sua eventuale morte.

– Lei questo quando lo comprese?

Noi lo capimmo soltanto dopo la morte di mio padre, infatti in quei famosi 57 giorni (tra l’attentato a Falcone e quello a Borsellino, ndr) io e le mie sorelle non comprendevamo questo atteggiamento di mio padre. […] Invece oggi siamo grati a mio padre per aver fatto in modo che noi potessimo, non solo accettare la sua morte violenta e improvvisa, ma fossimo anche preparati a sostenere tutte le difficoltà, tutti gli assalti anche indiscriminati dei mass media e dell’opinione pubblica dopo la sua morte. Malgrado io e le mie sorelle fossimo abbastanza giovani, io avevo appena 21 anni quando mio padre ci lasciò, ci ritrovammo delle persone molto più adulte dell’età che avevamo.

– Le facciamo una domanda molto “difficile”, secondo lei suo padre poteva essere salvato?

Si, credo che si poteva evitare. Si sapeva che la prossima vittima designata, dopo l’attentato a Giovanni Falcone, era mio padre. Quindi lo Stato era nelle condizioni di salvare mio padre, costringendolo o indulgendolo ad allontanarsi da Palermo con la famiglia in quei giorni drammatici successivi la strage di Capaci. Invece non arrivò nessun segnale da parte del Governo di allora. […] E’ mia personale convinzione che se mio padre fosse stato costretto, anche contro la sua volontà, ad allontanarsi da Palermo per raggiungere una località segreta, determinati scenari sarebbero mutati velocemente e mio padre probabilmente non sarebbe stato assassinato. Però purtroppo con i se non si può cambiare il corso della storia.

– Lei ha studiato legge ed è oggi Commissario di Polizia. Quanto ha influito nella sua scelta il fatto di essere figlio di Paolo Borsellino?

Mio padre è stato magistrato, mio nonno materno è stato magistrato, mio bisnonno è stato un giudice militare: una certa aria di giustizia e di legge l’ho respirata fin da bambino. Ho voluto continuare questa strada familiare, anche se con un incarico diverso, poiché credo tantissimo nei valori della giustizia e dell’onestà. Amo a dismisura la mia terra e la città in cui vivo, ho il dovere di fare di tutto per cambiarla in meglio. Indubbiamente la scelta del lavoro è stato influenzata anche dal fatto che mio padre era quasi sempre circondato da poliziotti di scorta o da carabinieri o finanzieri che lo aiutavano nell’attività investigativa, per cui sono sempre stato attratto dal lavoro svolto da questi validissimi collaboratori di mio padre. continua a leggere …

Incontro con Giovanni Impastato, fratello del giornalista ucciso dalla mafia

Mercoledì 25 maggio 2011, una folla ha accolto Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, giornalista ucciso dalla mafia e autore del libro “Resistere a Mafiopoli”. L’iniziativa si è tenuta in piazza Casotti, nel cuore di Reggio Emilia.

L’incontro è stato condotto da Elia Minari del giornalino studentesco Cortocircuito. Saluti iniziali dell’assessore alla Sicurezza Franco Corradini e di Mauro Ponzi, presidente del Consorzio Romero.

L’incontro è stato intervallato da brevi proiezioni del film “I cento passi” e da alcuni video realizzati da Cortocircuito.

Nostro padre e i suoi fratelli, tutti mafiosi” ha spiegato Giovanni Impastato “erano per noi delle figure protettive, ma tutto finisce quando lo zio Manzella viene ucciso”, “lì Peppino inizia a riflettere”. L’incontro si è concluso con l’elenco – commovente anche per Impastato – di tutti i giornalisti uccisi.

 

 

Se non visualizzi il video clicca qui.

Qui la foto completa

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La mosca preferisce affogare. La scrittura creativa

[articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio il 21 Maggio 2011]

Sul sito di Cortocircuito si cerca di dare spazio anche alla scrittura creativa. Vi proponiamo il pezzo forte, quello che risulta essere l’articolo più cliccato.

“Guardandomi intorno spesso li vedo: tanti e piccoli cerchi nell’acqua, immagini di un movimento vacuo e inespressivo. Spesso li sento: flebili ronzii bagnati e impotenti, condensati in un’aria secca e immobile. Sono sciami di giovani insettini neri; nient’altro che mosche la fonte di quei cerchi, di quei rumori. Moscerini grassi di latte, imprigionati in un piccolo tinello a doghe spesse, in un maneggio solitario, di un’amena valle primaverile.

L’uomo non è nient’altro che una mosca, prigioniera in un secchio di latte appena munto e riversato dall’alto, dalle calde e pesanti mammelle di una florida vacca che dal basso impedisce la visione del cielo azzurro. Così, turgide di quell’opalescente nutrimento in cui stanno annegando, pingui di quel tepore nel latte della vacca e gonfie delle verità della piccolezza in cui sguazzano e ronzano, le mosche si fanno via via sempre più pesanti e sature del dolce e facile latte.

Le ali delle più sazie e quiete sono già rigide, in una calma che è caratteristica della morte, impregnate e terse di quel grave nutrimento, di quelle verità piovuta dalle imponenti mammelle. Alcune musicalmente resistono, gravemente e con sonori sforzi di ali svolazzano mirando al bordo, tentando di innalzarsi dal secchio di se stesse verso il limite. Molte, all’interno di quella geometrica costruzione di legno e chiodi, cedono e mollemente si lasciano tirare a fondo, fuse e ammorbate di quel silenzio che è proprio del tappeto nero sulla densa superficie. Poche escono.

Abbiate il coraggio di innalzarvi oltre l’orlo del vostro neutro secchio d’allevamento, volate sopra la gonfia e plumbea palude di mosche e latte. Abbiate il coraggio di vivere”

Matteo Guidetti (collaboratore giornalino studentesco Cortocircuito)

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Leggi anche:

– Cortocircuito, un esempio di giornalismo studentesco partecipativo. Perché i media tradizionali non bastano più by Riccardo Pelli e Elia Minari
– Un giornale aperto a tutti. Dopo la “carta”, un sito e una web-tv con collegamenti nazionali by La Redazione
– Stranieri vittime dell’ignoranza by Elia Minari, Matteo Davoli, Marco Pisi, Greta Perrotta e Federico Marcenaro
– “Padroni di niente ma servi di nessuno”. L’immigrazione figlia delle politiche coloniali by Matteo Davoli

Inaugurazione della targa per Falcone, Borsellino e tutte le vittime innocenti delle mafie

Sabato 21 maggio 2011 l’associazione culturale antimafia Cortocircuito e il gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie” hanno inaugurato ai Giardini Pubblici di Reggio Emilia la targa in memoria di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutte le vittime innocenti delle mafie.

Hanno preso parte all’iniziativa tanti giovani e gente comune, oltre al magistrato del tribunale di Reggio Emilia Anna Maria Casodonte e ad Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali. Hanno partecipato anche parlamentari ed assessori reggiani. 

(clicca sulle foto per allargarle)

Banchetto al festival della legalità

La redazione del giornalino studentesco Cortocircuito e i “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie” hanno gestito il punto informazione di “Noicontrolemafie 2011“, festival della legalità che si è tenuto a Reggio Emilia dal 27 al 29 Maggio 2011. Abbiamo anche esposto e proiettato i materiali da noi realizzati.

(clicca sulle foto per allargarle)

 

Noicontrolemafie 2011

Noicontrolemafie 2011 – Ci sono loro. Ma ci siamo anche noi.

E’ questo il titolo del festival della legalità che si svolgerà a Reggio Emilia il 27, 28 e 29 Maggio 2011. Si tratta di una tre giorni di convegni, seminari, conferenze e spettacoli, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, con l’ideazione e la direzione scientifica del professor Antonio Nicaso e la cura educational della Dott.ssa Rosa Frammartino.

Nel corso del festival saranno anche proiettati video e spot contro le mafie realizzati dal giornalino studentesco Cortocircuito insieme ai “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”. Saremo sempre noi giovani a gestire il punto informazione-accoglienza all’entrata del festival nella giornata conclusiva del 29 Maggio al parco Cervi (ex Tocci). Vi aspettiamo!

La Redazione di Cortocircuito

Clicca qui per leggere il programma (pdf)

Giovani per la legalità: libro + dvd

Giovani per la legalità” è un dvd, accompagnato da un piccolo libro, contenete molti progetti video realizzati nel segno dell’antimafia e della legalità dal giornalino studentesco Cortocircuito insieme al gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, al progetto “Percorsi di cittadinanza e legalità” e all’associazione Gabella.

Il progetto è patrocinato dal Comune di Reggio Emilia, dalla Provincia e della Regione Emilia Romagna.

Il dvd sarà distribuito gratuitamente in occasione delle nostre prossime iniziative.

La Redazione di Cortocircuito

 

(5 maggio 2011)

P.S. Pubblichiamo, come anteprima, alcune pagine del libro che accompagna il nostro dvd “Giovani per la legalità”, compreso l’indice del dvd. clicca qui per vederle …

Campagna informativa “Giovani contro le mafie”

Il giornalino studentesco Cortocircuito, il gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, il Collettivo Studentesco Locomotori, la Gabella e il progetto “Percorsi di cittadinanza e legalità” promuovono, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Reggio Emilia, la campagna informativa “Giovani contro le mafie”. L’obbiettivo è quello di sensibilizzare i nostri coetanei versi i gesti quotidiani. Grazie ai fondi regionali, sono state prodotte cartoline, manifesti, spillette, adesivi e anche uno spot tv (vedi qui). Clicca sulle foto per allargarle. (Aprile-Maggio 2011)

La Redazione di Cortocircuito

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Vedi anche:

– 5 azioni che ogni cittadino può fare contro le mafie

Sala vuota per Borsellino nel paese del boss, i video

Se non visualizzi il video clicca qui.

Insieme agli studenti del liceo Classico Ariosto che partecipano al progetto “Percorsi di cittadinanza e legalità” delle scuole superiori di Reggio Emilia curato dalla Dott.ssa Rosa Frammartino e al gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, abbiamo registrato un videomessaggio indirizzato agli studenti di Castelvetrano (in provincia di Trapani). La località siciliana è stata teatro di una vicenda preoccupante, quando lo scorso 19 gennaio in occasione dell’anniversario di nascita di Paolo Borsellino i presidi delle scuole del paese hanno vietato agli studenti di partecipare all’incontro pubblico con il Procuratore Ingroia e il pentito Calcara. Il video è stato registrato Mercoledì 9 Febbraio 2011 al liceo Classico Ariosto di Reggio Emilia e il Sabato seguente alla Gabella di via Roma, spazio del Comune di Reggio E. Clicca qui per vedere le foto della registrazione in Gabella.

Il lavoro è stato diviso in 12 brevi video: il primo, collocato sopra questo testo e dov’è presente anche l’introduzione di Elia Minari del giornalino studentesco Cortocircuito, è una sintesi dell’intera esperienza; gli altri 11 video (di circa 2 minuti), collocati sotto questo testo, sono le riflessioni di altrettanti ragazzi del liceo Ariosto. Un puzle di pensieri e di idee nel segno della legalità e dell’antimafia.

Buona visione!

La Redazione del giornalino studentesco Cortocircuito

P.S. Il video principale (in alto) contiene anche una parte delle nostre interviste a Manfredi Borsellino, figlio di Paolo Borsellino e ad Antonio Ingroia, Procuratore Antimafia di Palermo.

 

Giovani contro le mafie. Giovani per la legalità

“Giovani contro le mafie. Giovani per la legalità” è il titolo di un progetto che dal 18 Aprile al 23 Maggio 2011 porterà momenti di sensibilizzazione sul territorio della provincia di Reggio Emilia. Tale progetto è stato realizzato in collaborazione con alcune realtà giovanili del territorio. Incontri, proiezioni, spettacoli teatrali, attività formative, produzione di una pubblicazione e di video per comunicare al territorio e ai giovani il valore della legalità e del contrasto alle mafie.

CHI SONO

L’iniziativa è promossa da alcuni Comuni della provincia di Reggio Emilia (Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto, Quattro Castella, Reggio Emilia, Vezzano sul Crostolo) in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Reggio Emilia. A realizzare e promuovere le attività sono state chiamate alcune associazioni del territorio: Centro giovani di Albinea – progetto InContro le mafie, Giornalino studentesco Cortocircuito, Gabella, Giovani a Reggio Emilia contro le mafie, Maki Pub, Officina educativa e il progetto Percorsi di Cittadinanza e Legalità del consorzio Romero.
“Giovani contro le mafie. Giovani per la legalità” è un percorso che vede le Amministrazioni locali e i gruppi giovanili del territorio collaborare per mettere a valore l’impegno per testimoniare due valori: la promozione della legalità e della giustizia. continua a leggere …

Sulle regole – gesti quotidiani per la legalità

Pubblichiamo lo spot “Sulle regole”: la legalità spiegata attraverso episodi di vita quotidiana, per fare più attenzione ai gesti che compiamo ogni giorno. Lo spot è stato realizzato dal giornalino studentesco Cortocircuito insieme ai “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, al Collettivo Studentesco Locomotori e al Comune di Reggio Emilia, per promuovere gli importanti eventi sulla legalità e l’antimafia che si terranno nel maggio 2011 nella nostra città. Il video, patrocinato anche dalla Provincia di Reggio Emilia, sarà trasmesso nelle tv locali. Lo spot è liberamente ispirato dal libroSulle regole” di Gherardo Colombo. 

La Redazione di Cortocircuito

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(16 Aprile 2011)

Boicottiamo le mafie

“Boicottiamo le mafie” è una ricerca svolta dall’Osservatorio Civico Antimafie che punta il faro dell’attenzione su di noi, i cittadini. Leggendo ci sentiamo corresponsabili ma per la prima volta anche protagonisti nella lotta alle mafie. Liberi di scegliere, con le nostre azioni, se sostenerle o boicottarle.

Scorrendo le pagine della ricerca, si scoprono numeri impressionanti e sono i numeri del “mondo” della droga. “Mondo”, una parola decisamente appropriata, perché non c’è niente di così globalizzato come il traffico di stupefacenti. 28.000 morti nel 2006 in Messico, tra regolamenti di conti e scontri fra le organizzazioni criminali e la polizia. 22.000 gli italiani morti per uso di droghe, dal ’73 ad oggi. Schiavi gli abitanti dei paesi del sud del mondo, sfruttati e costretti dalle mafie a coltivare piantagioni di coca, oppio, cannabis e dall’altra parte del mondo, schiavi delle droghe i consumatori.

59 sono i miliardi che le mafie italiane hanno fatturato nel 2008 grazie allo spaccio di sostanze stupefacenti. Qualche decina di milioni di euro, l’hanno ottenuta grazie ai reggiani. Le mafie fatturano perché le persone comprano. Si è calcolato che circa 50.000 reggiani facciano uso di cannabis e che circa 7.000 cittadini facciano uso di cocaina. Migliaia sono i clienti delle mafie nella nostra provincia.

Sembra molto difficile far passare la semplice verità che ogni volta che si compra, anche una modica quantità di droga, si finanziano le mafie. I soldi che poi vediamo riciclati nella cementificazione, a volte sconsiderata, del nostro territorio o quelli che come ci ha raccontato Saviano, finiscono in ristoranti, discoteche, locali, sono i miliardi guadagnati dallo spaccio.

E allora vi lasciamo alla lettura di questa ricerca che ci sbalordisce con numeri quantomeno inaspettati e che alla fine ci fa sentire liberi e fieri di dire NO alle mafie, non solo con le parole ma con le azioni concrete.

La Redazione di Cortocircuito

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P. S. Fa parte della ricerca anche il sondaggio on-line, realizzato dal giornalino studentesco Cortocircuito in collaborazione con i “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, sul sito di Cortocircuito e del Portale Giovani. Da questo breve sondaggio, articolato in cinque semplici domande, si evince –ad esempio- che il 36,4% dei ragazzi che hanno risposto conoscono qualcuno che fa o ha fatto uso di sostanze stupefacenti.

Viaggio della Memoria 2011

«Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, (…) che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto». (Lorenzo Milani)

Da queste convinzioni filosofiche trae ispirazione il Viaggio della Memoria 2011, di cui anche quest’anno pubblichiamo alcune riflessioni dei nostri coetanei che vi hanno partecipato. Il “Viaggio della Memoria” è un’esperienza molto interessante e toccante organizzata da Istoreco per gli studenti delle scuole superiori di Reggio Emilia e provincia. Quest’anno il programma ha previsto la visita a Berlino e ai campi di concentramento di Sachsenhausen e di Ravensbrück. Un’esperienza, come abbiamo sottolineato anche l’anno scorso, indispensabile al bagaglio culturale di ogni individuo, per evitare oggi e in futuro ogni nuova forma di razzismo, discriminazione e violenza.

La Redazione di Cortocircuito

Un odio stretto in gola per le assurdità umane, lo stomaco era chiuso davanti al sangue versato su quel terreno …arido tanto d’erba quanto d’umanità; gli occhi rimanevano lucidi e bagnavano disperati la baracca con lacrime d’angoscia mista a rabbia. Ancora oggi è obbligo chiedersi il perché ed è obbligo chiedersi anche di quanto sangue ha ancora bisogno l’egoismo umano. Le parole non bastano per comprendere ciò che hanno vissuto milioni di deportati. I campi di concentramento, i luoghi della memoria, devono essere visitati di persona. Bisogna sentire sulla propria pelle ogni ingiustizia subita da qualsiasi uomo sulla faccia della terra, bisogna saper tremare d’indignazione davanti ad ognuna di queste ingiustizie.

Siamo noi che dobbiamo portare avanti e raccontare alle generazioni future ciò che successe allora. Noi abbiamo la fortuna di sentire testimonianze di persone che hanno lottato, che sono scappate, che sono sopravvissute a questo orrendo sterminio. Noi oggi abbiamo dunque la responsabilità, anzi, il dovere e l’obbligo morale di portare avanti la MEMORIA.

Matteo Davoli e Chiara Cigarini (Zanelli, entrambi)

un momento del viaggio della Memoria

Assonnati e stanchi siamo partiti all’una del mattino di martedì 15 febbraio e, dopo alcune ore di viaggio, ci siamo “svegliati” in Germania.

I nostri occhi si sono posati su un paesaggio freddo e ghiacciato, dove i campi brulli si alternano a pinete ed acquitrini. Un paesaggio così diverso da quello italiano non ha potuto che stimolare la nostra fantasia e, basandoci sui racconti degli ex deportati nei lager (soprattutto quello di Mirella Stanzione al teatro Ariosto), non ci è stato difficile immaginare colonne di povera gente infreddolita che erano costrette a marciare da crudeli carcerieri. Questa è stata la prima immagine evocata dal paesaggio invernale: il freddo e la disperazione dei deportati.

Proseguendo col viaggio, abbiamo cercato di stimolare la mente dei nostri compagni partecipanti, chiedendo cosa ci si aspettava da questa attività. Nonostante le risposte siano state abbastanza disparate, ci siamo resi conto che la maggior parte di noi ha solamente una vaga idea di come sia Berlino e di quale sia la sua storia. Molti si sentono intimiditi dall’entità della tragedia che, per la prima volta, potranno vedere e toccare con mano: lontani dai testi scolastici o dalle forse troppo ripetute parole degli adulti. continua a leggere …