Sabato 2 aprile 2016 al liceo Canossa di Reggio Emilia si terrà l’iniziativa “Le azioni quotidiane”.
Interverranno:
– Francesca Montanari (nella foto a sinistra), presidente dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito, per spiegare come sono nate e come si sono evolute le attività di Cortocircuito, attraverso il lavoro di gruppo e la scoperta di fatti preoccupanti legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Emilia.
– Chiara Ghirelli (nella foto a destra), curatrice di alcuni progetti nelle scuole dell’associazione Cortocircuito, coordinerà dei laboratori interattivi incentrati su temi connessi con le mafie: discriminazioni, soprusi e ingiustizie.
L’iniziativa proseguirà sabato 30 aprile, sempre al liceo Canossa.
Il progetto al liceo Canossa è stata organizzato dall’associazione Cortocircuito in collaborazione con il percorso “ConCittadini” dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Pubblichiamo un articolo del quotidiano “La Stampa” che parla delle nostre attività, iniziate nel 2009.
Invece QUI è possibile leggere un articolo del quotidiano “La Repubblica” su Cortocircuito.
………………………………………………………………..
TITOLO: “L’associazione studentesca che svela le trame della ‘ndrangheta in Emilia. Le video inchieste di Cortocircuito hanno portato alla luce elementi poco chiari su appalti e comportamenti degli amministratori pubblici”.
Articolo di Franco Giubilei.
Che ci fosse qualcosa che non quadrava, proprio qui nel cuore dell’Emilia, i ragazzi dell’associazione Cortocircuito hanno cominciato ad avvertirlo quando ancora frequentavano le superiori, scoprendo che la discoteca dove facevano le feste della scuola in realtà nascondeva un’attività di riciclaggio di denaro sporco, come sarebbe stato appurato in seguito.
«E’ da allora che abbiamo cominciato a interessarci a questi problemi», spiega Elia Minari, studente universitario di giurisprudenza e coordinatore dell’associazione, che da allora ha cominciato a scavare sotto la superficie di una realtà apparentemente sana, ritenuta fino a poco tempo fa tradizionalmente immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Le video inchieste pubblicate nel corso degli ultimi anni sul web hanno invece portato alla luce dubbi ed elementi poco chiari su appalti e comportamenti degli amministratori pubblici di alcuni comuni del Reggiano, puntualmente documentati nei servizi “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” e “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”.
A fare le spese del videogiornalismo dell’associazione è stato l’allora sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, che al microfono degli studenti si lasciò andare a una serie di commenti perlomeno incauti su Francesco Grande Aracri, suo concittadino e condannato per mafia nel 2008, definito “gentilissimo, molto tranquillo ed educato”. Sull’onda dello scandalo sollevata da quelle frasi, il primo cittadino del paese di Peppone e Don Camillo si è poi dimesso pur continuando a godere, particolare che va ricordato, della fiducia dei brescellesi.
Un filmato realizzato da Cortocircuito è stato persino proiettato in un’aula di tribunale, nel corso di un processo collegato alla maxinchiesta “Aemilia”, il cui dibattimento prenderà il via a Reggio il 23 marzo.
Sarà un processo-monstre per numero di imputati, 150, e testimoni, già più di 300 (ma si stima che potrebbero arrivare a mille), che si apprestano a comparire nell’aula bunker allestita nel palazzo di giustizia della città emiliana.
A seguirlo ci saranno anche loro, i ragazzi di Cortocircuito, che nei quasi otto anni di vita dell’associazione si sono presi più di una soddisfazione per il loro lavoro di inchiesta e di informazione sulle mafie condotto nelle scuole (oltre 180 i convegni e gli incontri organizzati in tutto), come il premio ricevuto dall’Università di Bologna nel 2013 in qualità di migliore web-tv di denuncia in Italia e il “Premio scomodo” consegnato dal presidente del Senato Pietro Grasso nel 2014, durante il 20° Vertice nazionale antimafia.
Il convegno dal titolo “L’impegno civile nel contrasto alle mafie” si è tenuto venerdì 4 marzo 2016, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 di mattina, presso l’Aula Magna B del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Università di Bologna e l’associazione culturale Cortocircuito.
Sono intervenuti:
– FRANCO ROBERTI, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo;
– MARIA FALCONE, presidente della Fondazione Falcone, autrice del libro “Giovanni Falcone, un eroe solo”;
– GAETANO PACI, procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria;
– STEFANIA PELLEGRINI, docente dell’Università di Bologna, direttore del master “Gestione e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Pio La Torre”.
Saluti istituzionali di:
– SIMONETTA SALIERA, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna;
– FRANCESCO UBERTINI, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna.
Ha condotto il convegno: Elia Minari, coordinatore dell’associazione antimafia Cortocircuito.
E’ intervenuta, raccogliendo le domande dei presenti: Francesca Montanari, presidente dell’associazione antimafia Cortocircuito.
Durante l’iniziativa pubblica il procuratore nazionale antimafia Roberti, parlando al microfono, ha dichiarato: «In Emilia-Romagna c’è da essere fiduciosi: grazie al lavoro dell’associazione antimafia Cortocircuito cogliamo dei segnali molto positivi di risposta e di denuncia. Sono segnali fondamentali». (Frase ripetuta anche nell’intervista alla tv bolognese “Trc”).
Martedì 22 marzo 2016 alle ore 9.00 si è tenuto un incontro sul maxi-processo “Aemilia”, il giorno prima dell’inizio del dibattimento, nel liceo Ariosto-Spallanzani di Reggio Emilia.
Dialogo con:
– Annamaria Casadone, giudice del Tribunale di Reggio Emilia;
Sabato 19 marzo 2016, alle ore 9.30, all’Istituto Galvani di Reggio Emilia si terrà un incontro con Francesca Montanari, presidente dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito.
Per i dettagli vedere la locandina a sinistra. Cliccare sulla locandina per allargarla.
In occasione della giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il 21 marzo 2016 a Reggio Emilia si terrà un corteo lungo le vie della città.
Parteciperanno all’iniziativa anche familiari di vittime innocenti di mafia.
Programma:
9.30 – piazzale Marconi (davanti alla stazione) Corteo con la delegazione dei familiari delle vittime delle mafie che risiedono in Emilia-Romagna e gonfaloni dei Comuni.
11.00 – piazza Prampolini All’arrivo del corteo, saranno letti i nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie.
12.00 Intervento di don Luigi Ciotti (in diretta da Messina),
15.00
Incontro del Consiglio Comunale con i familiari delle vittime.
Due minuti per sapere cosa le mafie stanno facendo nella nostra regione. Il 23 marzo iniziano le udienze del dibattimento del più grande processo per mafia del Nord Italia.
Sabato 27 febbraio 2016 presso la Sala dei Contrari della Rocca di Vignola, in provincia di Modena, si è tenuto il convegno “Sicurezza e legalità”, aperto alla cittadinanza.
Prima parte, dalle ore 17.00 alle 18.00, con ospiti: – Lucia Musti, procuratore capo di Modena e presidente per l’Emilia-Romagna dell’Associazione Nazionali Magistrati; – Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito, autore di video-inchieste sulle mafie in Emilia; – Sabrina Pignedoli, giornalista del Resto del Carlino, minacciata per i suoi articoli sulla ‘ndrangheta. Ha coordinato: la giornalista Maria Grazia Palmieri.
Seconda parte dalle ore 18.00 alle ore 19.30, con ospiti: – Massimo Mezzetti,assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura e politiche per la legalità; – Giancarlo Muzzarelli, sindaco di Modena e presidente della Provincia di Modena; – i sindaci di Vignola, Valsamoggia, Castelfranco Emilia e Savignano sul Panaro. Ha coordinato: Beppe Boni, vice-direttore del “Resto del Carlino”.
Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito e autore del libro-inchiesta “Guardare la mafia negli occhi” (prefazione del Procuratore Nazionale Antimafia) sarà premiato a Palermo il 2 maggio 2018, insieme alla giornalista uccisa a Malta con un’autobomba lo scorso ottobre.
Premio dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, intitolato alla memoria di Mario e Giuseppe Francese. La giuria del premio è presieduta dal noto scrittore Gaetano Savatteri, attuale caporedattore del Tg5.
Sul “Corriere della Sera” del 23 aprile 2018:
……………………………………………………………………………….
Le informazioni sul libro “Guardare la mafia negli occhi” sono sul sito www.eliaminari.it/libro-inchiesta Il libro, sottotitolato “Le inchieste di un ragazzo che svelano i segreti della ‘ndrangheta al Nord”, è disponibile in quasi tutte le librerie e online (in formato cartaceo o e-book). Prefazione del Procuratore Nazionale Antimafia, editore Rizzoli.
Invece QUI le recensioni, le interviste tv e gli articoli sul libro-inchiesta.
Nei giorni scorsi il figlio del procuratore antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri è stato vittima di un episodio inquietante: ignoti hanno suonato al campanello della sua abitazione di Messina, dove studia, dicendo di essere poliziotti, ma aperta la porta si sono palesate due persone incappucciate che dal piano superiore scendevano in fretta le scale del condominio. Per fortuna il ragazzo si è chiuso subito in casa e ha allertato velocemente la polizia, quella vera.
Ci ricordiamo di quando il procuratore Gratteri, durante una delle cene insieme a noi, ci parlava di suo figlio che studia all’università di Messina. Ci sentiamo molto vicini a lui, anche perché è un nostro coetaneo. Un ragazzo come noi che si è trovato a subire un grave atto intimidatorio, secondo quanto confermano anche i risultati delle prime indagini. Questo fatto non ci lascia indifferenti.
L’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia esprime massima solidarietà e vicinanza al magistrato Nicola Gratteri e si stringe attorno alla sua famiglia, sperando che sia fatta luce il prima possibile sui responsabili di questo episodio.
Nella foto: il procuratore Nicola Gratteri con Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito.
Video liberamente ispirato ai contenuti delle video-inchieste e alle attività di sensibilizzazione dell’associazione Cortocircuito di Reggio Emilia, realizzato da un gruppo di ragazze e ragazzi di Novellara (RE).
Questo cortometraggio è uno dei tre cortometraggi vincitori della prima edizione del concorsovideo “Segni di riscatto”, promosso dalle associazioni Colore, Cortocircuito e Libera. Si tratta di un concorso video, nato per ricordare Mara Marmiroli, a cui hanno partecipato ragazze e ragazzi dai 16 ai 20 anni.
QUI le informazioni sulla seconda edizione del concorso video “Segni di riscatto”: è ancora possibile partecipare!
Il libro dell’anno 2015 dell’Enciclopedia Treccani, nata nel 1925, dedica due pagine alla storia dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia e alle sue numerose video-inchieste.
Un altro passo avanti per il gruppo di studenti che con il loro lavoro ha contribuito a portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema delle infiltrazioni mafiose in Emilia. Lo hanno fatto attraverso cortometraggi, realizzati da studenti, in parte finiti all’interno di fascicoli della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e premiati da parte del presidente del Senato Pietro Grasso.
La Treccani ha così scelto Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito e studente universitario di giurisprudenza, come uno dei dieci personaggi dell’anno 2015, per la capacità di documentare fatti scomodi già nel 2009, quando in pochi approfondivano il tema della criminalità organizzata in Emilia-Romagna.
Un’attività di denuncia che si unisce a quella di sensibilizzazione: sono state più di 180 le conferenze e gli incontri realizzati da Elia Minari, nel tempo libero dallo studio, all’interno di scuole, università e sale di consigli comunali.
Affiancato da noti magistrati, Minari – insieme agli altri ragazzi di Cortocircuito – ha cercato di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro la criminalità organizzata, compiendo scelte quotidiane.
Tra i dieci personaggi dell’anno scelti dall’Istituto dell’Enciclopedia Treccani ci sono anche Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, l’astronauta Samantha Cristoforetti, la tuffatrice medaglia d’oro Tania Cagnotto, il medico di Emergency sopravvissuto all’ebola Fabrizio Pulvirenti e Milena Canonero, vincitrice di quattro Oscar a Hollywood.
L’Enciclopedia Treccani scrive che «le inchieste di Cortocircuito fanno emergere una rete pervasiva di contatti e intrecci che coinvolgono imprenditori, amministrazioni ed enti deputati ai lavori pubblici».
(Articolo del quotidiano “Gazzetta di Reggio” del 31 dicembre 2015).
Nelle due pagine dedicate ad Elia Minari, l’Enciclopedia Treccani scrive: «Dalle sue dichiarazioni si evince che lo sguardo critico e investigativo si è maturato nello scollamento fra una realtà vissuta e narrata come funzionale, progressista, ispirata a principi di buona convivenza civile, quale chiunque nato e cresciuto nella ricca e operosa Reggio Emilia ha respirato, e l’affiorare di una realtà sottostante, assai meno narrata quando non addirittura denegata.
Questa realtà rilevante e sommersa è l’oggetto dell’attenzione intorno alla quale fin dai tempi del liceo Elia Minari ha radunato un gruppo di amici, fondando nel 2009 un giornalino studentesco che poi si è evoluto in una web-tv, sfruttando le possibilità informative capillari della rete.
Ciò che scopre Elia Minari, insieme ai suoi collaboratori, fin dalle prime inchieste sulla discoteca prescelta dal suo liceo per le feste di inizio e chiusura d’anno, è che si tratta di un luogo di smercio di denaro sporco gestito da affiliati a una cosca della ‘ndrangheta. Segue un’inchiesta sul numero spropositato di incendi dolosi – più di quaranta – avvenuti a Reggio Emilia nel 2012, e anche lì emerge una trama di vendette fra personaggi legati all’edilizia e all’imprenditoria indagati per associazione mafiosa.
Mentre l’opinione pubblica si trincera dietro il silenzio o la negazione che ‘anche’ a Reggio Emilia ci sia criminalità organizzata, le inchieste di Cortocircuito fanno emergere una rete pervasiva di contatti e intrecci che coinvolgono imprenditori, amministrazioni ed enti deputati ai lavori pubblici.
Il materiale di questo scavo, sempre rigorosamente basato sull’acquisizione di documenti e sulla collaborazione con le forze dell’ordine e della giustizia, confluisce nella video-inchiesta “La ’Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, che contiene anche una serie di interviste nelle quali molti interpellati – sindaci, amministratori, appaltatori, dirigenti –, sottovalutando i ‘ragazzini’ che li stavano interrogando, rilasciano affermazioni così candidamente oscene da venire utilizzate in tribunale dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna.
La video-inchiesta fa capire come l’infiltrazione criminale risalga, lungo la via dell’edilizia, fino agli anni Settanta del secolo scorso e come anche celebrate opere pubbliche, quali la stazione dell’alta velocità Mediopadana, non siano esenti da una sospetta lievitazione di costi, ingiustificata dal progetto e dalle delibere comunali. Minari è impegnato anche nell’informazione in scuole superiori e Università». [Continua…]
La sera di venerdì 4 dicembre 2015 nella Sala del Tricolore, sede del Consiglio Comunale di Reggio Emilia, si è tenuto l’incontro dal titolo: “Contrastare nuove mafie e terrorismo”, con ospiti:
– Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, già magistrato del pool antimafia con Falcone e Borsellino, autore del libro “Il ritorno del principe”;
– Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, responsabile del pool antiterrorismo, già coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, autore del libro “Roma mafiosa”;
– Carlo Lucarelli, scrittore e giornalista Rai.
A condurre l’incontro, aperto alla cittadinanza, è stato Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
Hanno introdotto l’iniziativa pubblica il sindaco Luca Vecchi e Natalia Maramotti, assessora a Sicurezza e Cultura della legalità del Comune di Reggio Emilia.
E’ intervenuta Francesca Montanari, presidente dell’associazione Cortocircuito.
Convegno organizzato dall’associazione Cortocircuito, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Regione Emilia-Romagna. Serata sostenuta da: Provincia di Reggio Emilia, Libera Reggio Emilia, gruppo “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie” e “Alleanza reggiana per una società senza mafie”. L’iniziativa rientra all’interno del progetto “Reggio contro le mafie.it“. Ingresso gratuito.
[Foto di Francesco Giglioli. Cliccare sulle foto per allargarle. Graphic design della locandina di Gabriele Giglioli.]
Pubblichiamo alcuni articoli sull’invito ricevuto da Cortocircuito al primo “Italian Digital Day”. Erano presenti all’iniziativa a Torino anche Francesca Montanari, presidente dell’associazione Cortocircuito e Francesco Giglioli, creatore del sito internet di Cortocircuito. L’evento si è tenuto sabato 21 novembre 2015.
[Articolo del web-magazine “ReggioNelWeb”. A sinistra articolo della “Gazzetta di Reggio”.]
E’ Elia Minari, coordinatore dell’associazione antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia, una delle trenta persone chiamate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri a intervenire al primo “Italian Digital Day” che si è tenuto alla Reggia di Venaria a Torino.
L’esperienza degli studenti reggiani di Cortocircuito è stata selezionata per come ha saputo utilizzare i nuovi media per uno scopo sociale. E’ dal 2009 che le attività dell’associazione Cortocircuito cercano di sensibilizzare e informare, utilizzando principalmente il web, sulla penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso in Emilia. Il coordinatore dell’associazione Elia Minari, studente di giurisprudenza, ha spiegato davanti a una platea di quasi mille persone come le attività di Cortocircuito si sono sviluppate nel tempo.
Sono partiti da un semplice giornalino studentesco delle scuole superiori di Reggio Emilia, con una piccola telecamera e un software per il montaggio. «Con il passare degli anni la curiosità e la voglia di capire è aumentata. Le video-inchieste realizzate negli ultimi sette anni – ha spiegato Minari – nascono solo dal desiderio di porre alcune domande. Non ci siamo basati sulle nostre opinioni personali, ma sull’approfondimento dei documenti: visure delle Camere di commercio, delibere comunali, interdittive antimafia, atti giudiziari. Speriamo di aver contribuito, da studenti, ad aumentare la sensibilità sulla vicinanza del problema della criminalità organizzata».
Oltre al premier Matteo Renzi, erano tante le autorità presenti: il ministro della Pubblica amministrazione Madia, il nuovo direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, il sindaco di Torino Fassino, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino e Roberto Viola, direttore generale della DG Connect della Commissione Europea.
Questa iniziativa, nata per volontà dell’Unione Europea, ha l’obiettivo di individuare i migliori progetti sul territorio, nell’ambito della cultura digitale e dell’innovazione sociale, che possano essere utili alla collettività. Le trenta persone, tra cui Minari, che sono intervenute alla convention organizzata dal governo sono state nominate “Digital Champions”. Si tratta di esperienze, provenienti da tutta Italia, di utilizzo innovativo, creativo e socialmente utile del digitale e delle risorse del web.
«Quando abbiamo iniziato nel 2009 avevamo scoperto con grande stupore che la discoteca dove si tenevano le feste ufficiali del nostro liceo era, secondo la Prefettura, usata dalla ’ndrangheta per riciclare denaro di provenienza illecita. Tutti devono sapere chi c’è dietro un locale o un’impresa, così da poter scegliere consapevolmente a chi dare il proprio denaro», osserva Minari.
Nel corso della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre 2015 dalle ore 18.00, si è tenuta la seguente iniziativa presso il Consiglio Comunale di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia.
“L’invisibile faccia della luna” di e con l’attrice Ada Roncone: monologo ispirato alla storia vera di una donna, testimone di giustizia in terra di ‘ndrangheta.
Sono intervenute:
– Paola Tognoni, assessora alle Pari Opportunità;
– Francesca Montanari, presidente dell’associazione antimafia Cortocircuito e Cittadina Onoraria di Bibbiano.
Vi sono state anche brevi letture e riflessioni sul tema a cura di alcuni cittadini.
A seguire aperitivo in collaborazione con Auser Bibbiano.
QUIle foto del conferimento della cittadinanza onoraria all’associazione Cortocircuito.
Seconda edizione del concorso video “Segni di riscatto”, nato dall’Associazione “Colore-cittadini contro le mafie”, in collaborazione con “Libera Reggio Emilia”, l’associazione Cortocircuito e il movimento “Agende Rosse di Salvatore Borsellino”, in ricordo di Mara Marmiroli.
Si tratta di un concorso video rivolto a ragazze e ragazzi dai 16 ai 30 anni.
Il tema consiste nell’individuare segni di speranza nel contrasto alle mafie, nati da situazioni di degrado ed emarginazione. I filmati dovranno testimoniare il percorso di riscatto.
A rappresentare Cortocircuito nella giuria del premio sarà il nostro Andrea Franzoni. QUI la locandina del concorso con i dettagli tecnici. QUI il modulo per iscriversi al concorso.
Per altre informazioni è possibile contattare l’associazione “Colore”: info@colore.re.it
Troppo spesso non ci ricordiamo di quando il giudice Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano e che come tale avrà un termine. Ci sembra che certe situazioni siano immodificabili, se non in peggio, e che su certi luoghi, gruppi, fatti sarebbe meglio lasciar cadere l’oblio, dimenticarseli, magari liberarsene lasciandoli navigare per conto proprio. Chi si occupa di antimafia sa che il crimine organizzato non è affatto un problema circoscrivibile e rimuovibile facilmente. La crescita del nostro paese dipende dalla capacità di tutti di far emergere il meglio, le energie positive che ci circondano, a partire proprio da quelle situazioni dove sembra più difficile reperirle.
Questo progetto nasce per far emergere tutte le buone notizie, e aiutare chi si affaccia all’età adulta a concentrarsi su queste. La prospettiva non è quella di individuare esperienze e situazioni straordinarie, ma piuttosto di vedere quando la giustizia riprende il sopravvento nella normalità, nelle dinamiche di tutti i giorni, tra persone normali. Si chiede di guardare la realtà in profondità per cogliere le radici delle piante sane che non si vedono, ma ci sono.
Il progetto è finanziato con i contributi di quanti hanno voluto ricordare Mara Marmiroli, compagna non solo di resistenza contro mafie e massonerie deviate, ma anche di costruzione di un mondo diverso e più giusto. Non si può riassumere un vita così ricca in poche righe, quindi ci siamo concentrati su di un aspetto: Mara ha voluto da sempre investire sul positivo per innescare circoli virtuosi, e vorremmo che questo fosse uno dei mille contributi da lei dati in questo senso.
Sabato 5 dicembre 2015, alle ore 10.30, nell’auditorium del Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, si è tenuto il convegno “Come contrastare le mafie invisibili”.
L’iniziativa, rivolta a studenti universitari e a studenti di otto scuole superiori di Reggio Emilia, ha avuto come relatori:
– Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, già magistrato del pool antimafia con Falcone e Borsellino, autore del libro “Il ritorno del principe”;
– Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, responsabile del pool antiterrorismo, già coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia, autore del libro “Roma mafiosa”.
A condurre l’incontro è stato Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
Hanno introdotto l’iniziativa Giammaria Manghi, presidente della Provincia di Reggio Emilia e Natalia Maramotti, assessora a Sicurezza e Cultura della legalità del Comune di Reggio Emilia. L’iniziativa rientra all’interno del progetto “Reggio contro le mafie.it“. Ingresso gratuito.
QUI le foto del convegno della sera precedente, con gli stessi ospiti, nella sala del Consiglio Comunale di Reggio Emilia.
A Bologna convegno dal titolo “Scuola, università e associazioni: educazione alla legalità e al contrasto alle mafie”. Si è tenuto martedì 15 dicembre 2015, alle ore 21. Tra gli altri, sono intervenuti:
– Stefania Pellegrini, docente del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bologna;
– Laura Corazza, docente del dipartimento di scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna;
– Marilena Pillati, assessore a scuola e istruzione del Comune di Bologna;
– Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia;
– Antonio Monachetti, coordinatore di Bologna dell’associazione Libera;
– Alessandro Gallo, presidente della casa editrice Caracò;
Hanno condotto l’incontro: Gabriele Chessa e Silvia Manfredini.
Stiamo continuando gli incontri sul tema della legalità e dell’antimafia all’interno delle scuole superiori di Reggio Emilia. Agli studenti cerchiamo di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro le mafie, a seconda dei gesti che compiamo quotidianamente.
Progetti organizzati da Cortocircuito insieme ad altre realtà associative.
[Foto e video di Andrea Mafrica di Cortocircuito.]
Invece QUI la scorsa giornata di formazione su mafie e legalità, rivolta a insegnati delle scuole superiori, educatori e a personale di enti pubblici. Si è tenuta presso l’Assemblea Legislativa regionale con il presidente emerito della Corte Costituzionale Onida e i docenti universitari Dalla Chiesa e Bertozzi
Domenica 22 novembre 2015 a Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, presso la “Casa della Conoscenza” del Comune si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Æmilia-ndrina: una questione civile”, coordinata dallo scrittore e conduttore Rai Carlo Lucarelli.
Sono intervenuti:
– Giovanni Tizian, giornalista de L’Espresso;
– Cinzia Franchini, imprenditrice minacciata e presidentessa nazionale CNA-Fita;
– Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito, autore di video-inchieste sulle mafie in Emilia;
– Enza Rando, avvocato, responsabile dell’ufficio legale di Libera;
– Roberto Montà, presidente nazionale di “Avviso Pubblico”, associazione di enti pubblici contro la criminalità organizzata.
A margine del convegno e durante l’incontro pubblico Carlo Lucarelli, introducendo l’intervento di Elia Minari di Cortocircuito, ha detto: «In molti si chiedono: cosa si può fare contro la criminalità organizzata? La risposta che darei è: bastano poche persone che fanno le cose giuste. Basta un gruppo di ragazzi con una videocamera, capaci anche di ribaltare una città e fare cambiare le cose. E’ quello che hanno fatto i ragazzi di Cortocircuito.» […] «Le inchieste di Elia Minari sono finite anche agli atti di processi.»
Era presente tra il pubblico anche Giuliano Poletti, ministro del Lavoro. L’iniziativa è stata organizzata dal Comune di Casalecchio di Reno (BO), all’interno del festival “Politicamente scorretto”, realizzato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
Una troupe del Tg1 Rai è venuta a Reggio Emilia per intervistare Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. L’intervista era incentrata sulle video-inchieste realizzate dal 2009 e sull’attività di infomazione dell’associazione sulla penetrazione della criminalità organizzata in Emilia.
Intervista registrata e mandata in onda il 4 novembre 2015.
InveceQUI la precedente intervista del Tg3 (edizione nazionale).
Articolo pubblicato sul “Fatto Quotidiano”, scritto dal professore Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano e docente di Sociologia della criminalità organizzata. E’ figlio del prefetto di Palermo ucciso da Cosa Nostra.
InveceQUItutte le foto del convegno, organizzato dall’associazione Cortocircuito, con ospite Nando Dalla Chiesa e il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida.
Di Nando Dalla Chiesa
Ero curiosissimo. E ora vediamoli di persona questi studenti di “Cortocircuito”, la gloriosa web tivù emiliana, nata nel 2009 da un giornalino scolastico di Reggio Emilia. Nel mondo dell’antimafia sono ormai un mito. Sono loro, una ventina di ragazze e ragazzi, ad avere dato con le proprie inchieste la sveglia a una regione ebbra della retorica degli “anticorpi”, letteralmente liquefatti davanti all’avanzata dei clan calabresi.
Elia Minari, il coordinatore di questa creatura è molto giovane. Alto, magro, un bel ciuffo scuro, fa giurisprudenza. Si muove nel convegno bolognese con la disinvoltura di un presentatore televisivo. Ha letto molti libri e ha fatto le sue battaglie sul campo in un ambiente incredulo e talvolta ostile. Nella sala congressi della Regione Emilia Romagna, amministra il pubblico, porge domande, incalza gli insegnanti (che cos’ è per lei la legalità, che cos’è la morale, chi è il “furbo”,…). Poi commenta e sintetizza. Studio di istinto il modo di fare di Elia, quella inedita combinazione di deferenza e autorevolezza. E penso che solo ragazzi così sarebbero potuti andare a riprendere i luoghi dei roghi reggiani prima che arrivassero le operazioni giudiziarie: locali, cantieri e auto incendiati, una quarantina di casi, senza che la città si allarmasse “perché tanto qui non siamo in Calabria”.
Solo ragazzi di buone letture e con una buona dose di irriverenza (ma una perfetta educazione) avrebbero potuto immortalare l’agghiacciante intervista con il sindaco di Brescello, il paese di Peppone e don Camillo finito in bocca ai Grande Aracri di Cutro, e sorprenderlo, con quell’accento che più emiliano non si può, mentre fa sua la causa delle imprese del boss (così “composto ed educato”) che saranno poi confiscate.
Sul viso di Elia e di Francesca Montanari, la presidente dell’associazione, tira un’aria di fresca impudenza. Forse è la ricetta vincente delle inchieste diventate famose. Come quella che li portò a interrogarsi sull’appalto per la nuova scuola media di Montecchio: vinto con il 23% di ribasso da una ditta che non aveva nemmeno presentato il certificato antimafia. Sparita la ditta, mai fatta la scuola.
Fanno vedere al qualificato pubblico il filmato di Brescello. E certo provoca una corrente di umorismo nero vedere i colonizzatori di Cutro, provincia di Crotone, accusarli, fuori dal bar, di infangare l’immagine di Brescello. O insultarli mentre con maestria i ragazzi incassano e continuano a far domande scomode. Grande giornalismo di ventenni coraggiosi.
Spiega Elia alla platea che la prima volta che intuirono che con la mafia ci avevano a che fare direttamente fu quando scoprirono che la festa per la fine dell’anno scolastico era stata organizzata in una discoteca luogo di riciclaggio di denaro di provenienza illecita e luogo di smercio della droga (lo diceva un rapporto del prefetto), i cui due proprietari di allora sarebbero poi stati indagati nell’ambito dell’operazione “Aemilia”. Perché ci portano proprio qui?, si chiesero. Insomma, ribellarsi ai propri stessi ambienti per ribellarsi davvero alla mafia; un po’ come il giovane Pif in La mafia uccide solo d’estate. “Poi, andando avanti con le nostre inchieste, trovammo cose sempre più preoccupanti”.
Studenti pionieri, più avanti degli adulti. Viene purtroppo in mente, a proposito di “Cortocircuito”, come nel bellissimo film dedicato a Lea Garofalo, e andato su Rai 3 mercoledì sera, sia scomparso ciò che di grande fecero le studentesse milanesi per stare accanto alla domanda di giustizia della giovanissima Denise. Due anni in aula dandosi il turno, per non lasciarla idealmente mai sola. A decine. Uno dei più memorabili episodi di solidarietà antimafiosa tra coetanei. Realizzato nel totale anonimato, fino però a vedersi riconoscere da parte del Comune di Milano la massima onorificenza civile dell’Ambrogino d’oro. Tutto sparito.
E invece teniamoceli cari i giovani dell’antimafia, e rendiamo loro onore per quel che fanno, da Scampia a Bologna. Sperando che mai per questo si sentano un po’ divi. Giusto Elia? “Giusto, il rischio c’è. La storia di questa lotta è fatta di personaggi, di eroi solitari. Ma noi vogliamo scongiurarlo. Vogliamo essere in molti, uno che fa diritto, l’altra relazioni internazionali, l’altro ingegneria informatica… Non un gruppo che insegna agli altri come si vive. Ma tante persone e competenze diverse per contrastare le mafie, ognuno con le proprie capacità”. E questo sì che è un bel programma.
Venerdì 27 novembre 2015 alle ore 18.00 presso il teatro Gonzaga di Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia, si è tenuto un incontro con il magistrato Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. E’ stato intervistato sul palco da Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. Ingresso gratuito.
L’intervista pubblica è stata preceduta dal conferimento della cittadinanza onoraria al procuratore Nicola Gratteri, “per il suo straordinario impegno nella lotta alla criminalità mafiosa e per la diffusione della cultura della legalità tra i giovani”.
Introduzione di:
– Paola Casali, sindaco di Bagnolo in Piano; – Raffaele Ruberto, prefetto di Reggio Emilia; – Giammaria Manghi, presidente della Provincia di Reggio Emilia;
– Massimo Mezzetti, assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura e politiche per la legalità.
………………………
Il presidente della Provincia Giammaria Manghi, all’inizio dell’iniziativa pubblica, ha detto: «C’è una nuova resistenza, contro la criminalità organizzata, composta da militanze civili ed extra-istituzionali importanti. Elia Minari di Cortocircuito è un giovane che rappresenta giovani che non sono nelle istituzioni, ma che “militano” con il loro lavoro di diffusione culturale e di protagonismo positivo contro le infiltrazioni malavitose, lo dico convintamente. E’ un segnale importantissimo, è determinante almeno quanto l’attività che le istituzioni stanno portando avanti in questi mesi».
Il procuratore Nicola Gratteri ha aggiunto: «Elia e i ragazzi di Cortocircuito li ho visti crescere. Quando era venuto a presentarsi, diversi anni fa, Elia non era spigliato come adesso, era molto giovane e timido», ha concluso sorridendo.
………………………
Il magistrato Nicola Gratteri, nella sua veste di procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, è impegnato da tanti anni in prima linea contro la ’ndrangheta, la criminalità organizzata calabrese. Dal 1989 vive sotto scorta ed è sfuggito a diversi attentati. Specializzatosi nella lotta al traffico internazionale di droga, ha contribuito alla cattura di oltre 120 latitanti. E’ stato titolare di inchieste che hanno portato alla decimazione dei vertici delle più importanti cosche, ha lavorato anche sulla strage di Duisburg, in Germania. Nicola Gratteri è il magistrato che conosce meglio le distorsioni che permettono alla ‘ndrangheta di prosperare in tutto il mondo.
Il procuratore Gratteri è autore, insieme al criminologo Antonio Nicaso, di numerosi testi sulla criminalità organizzata, tra cui l’ultimo libro “Oro bianco. Storie di uomini, traffici e denaro dall’impero della cocaina”.
QUIun’intervista in cui il procuratore Gratteri parla di Cortocircuito.
Questo sito internet, come quasi tutti i siti, utilizza cookie. Proseguendo nella navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie. OkInformativa
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.