[articolo pubblicato sul Resto del Carlino il 2 Marzo 2012]
I locali reggiani applicano criteri di selezione arbitrari nel fare entrare o escludere i ragazzi alle serate di disco? E i ragazzi neri ne sono forse penalizzati?
Sono le domande poste dai ragazzi della redazione del giornalino studentesco Cortocircuito, gruppo di studenti impegnati in attività di promozione della legalità, i quali hanno diffuso sul web un video, contente la testimonianza di un ragazzo ivoriano, al quale è stato negato l’accesso a un locale reggiano di cui non viene fatto il nome.
Un’ora e mezza di attesa, un abbigliamento adeguato, eppure le porte restano chiuse, e il buttafuori si dimostra sprezzante.
«La nostra inchiesta è partita -spiega Elia Minari, uno degli autori del video- poiché da tempo riceviamo segnalazioni di questo tipo, anche da ragazzi reggiani, i quali ci dicono che l’accesso alle discoteche è tutt’altro che facile: allora è lecito chiedersi quali siano i parametri secondo i quali si entra oppure no e se la discriminazione razziale abbia un peso».
Abbiamo girato la domanda a uno dei soci del circolo al centro dell’articolo, che, comunque -va specificato- non essendo un esercizio pubblico può comunque decidere in autonomia la selezione degli ingressi.
Il vicepresidente precisa : «da noi entrano tutti, nel nostro locale vi sono tantissimi ragazzi extracomunitari che collaborano con noi, dal barista al parcheggiatore, nessuno è razzista. I buttafuori, i quali fanno parte di un’agenzia specializzata, non si ricordano di questo evento, né di segnalazioni particolari da parte di gente esclusa. Al contrario, stiamo per diventare discoteca, scegliendo di pagare più tasse, e questa vicenda ci danneggia nell’immagine.
Gli unici ragazzi che abbiamo deciso di escludere sono coloro che hanno danneggiato, tempo fa, i vetri del Discobus, poiché li abbiamo ritenuti responsabili di un atto vandalico».
Di certo la situazione è complessa, poiché dopo la pubblicazione su Facebook, a Cortocircuito arrivano molti commenti e messaggi da parte di ragazzi, non solo di colore, che lamentano di essere stati esclusi dall’ingresso di vari locali della città, apparentemente senza motivo.
«Credo che sia stato toccato un nervo scoperto -spiega Minari- lo dimostra l’affermazione di uno dei pr dei locali reggiani, il quale (minorenne e che ha scelto l’anonimato in video, ndr) afferma che l’afflusso dei ragazzi di colore è solitamente contingentato».
Sara Di Antonio