Pubblichiamo un articolo del quotidiano “La Stampa” che parla delle nostre attività, iniziate nel 2009.
Invece QUI è possibile leggere un articolo del quotidiano “La Repubblica” su Cortocircuito.
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TITOLO: “L’associazione studentesca che svela le trame della ‘ndrangheta in Emilia. Le video inchieste di Cortocircuito hanno portato alla luce elementi poco chiari su appalti e comportamenti degli amministratori pubblici”.
Articolo di Franco Giubilei.
Che ci fosse qualcosa che non quadrava, proprio qui nel cuore dell’Emilia, i ragazzi dell’associazione Cortocircuito hanno cominciato ad avvertirlo quando ancora frequentavano le superiori, scoprendo che la discoteca dove facevano le feste della scuola in realtà nascondeva un’attività di riciclaggio di denaro sporco, come sarebbe stato appurato in seguito.
«E’ da allora che abbiamo cominciato a interessarci a questi problemi», spiega Elia Minari, studente universitario di giurisprudenza e coordinatore dell’associazione, che da allora ha cominciato a scavare sotto la superficie di una realtà apparentemente sana, ritenuta fino a poco tempo fa tradizionalmente immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Le video inchieste pubblicate nel corso degli ultimi anni sul web hanno invece portato alla luce dubbi ed elementi poco chiari su appalti e comportamenti degli amministratori pubblici di alcuni comuni del Reggiano, puntualmente documentati nei servizi “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” e “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”.
A fare le spese del videogiornalismo dell’associazione è stato l’allora sindaco di Brescello, Marcello Coffrini, che al microfono degli studenti si lasciò andare a una serie di commenti perlomeno incauti su Francesco Grande Aracri, suo concittadino e condannato per mafia nel 2008, definito “gentilissimo, molto tranquillo ed educato”. Sull’onda dello scandalo sollevata da quelle frasi, il primo cittadino del paese di Peppone e Don Camillo si è poi dimesso pur continuando a godere, particolare che va ricordato, della fiducia dei brescellesi.
Un filmato realizzato da Cortocircuito è stato persino proiettato in un’aula di tribunale, nel corso di un processo collegato alla maxinchiesta “Aemilia”, il cui dibattimento prenderà il via a Reggio il 23 marzo.
Sarà un processo-monstre per numero di imputati, 150, e testimoni, già più di 300 (ma si stima che potrebbero arrivare a mille), che si apprestano a comparire nell’aula bunker allestita nel palazzo di giustizia della città emiliana.
A seguirlo ci saranno anche loro, i ragazzi di Cortocircuito, che nei quasi otto anni di vita dell’associazione si sono presi più di una soddisfazione per il loro lavoro di inchiesta e di informazione sulle mafie condotto nelle scuole (oltre 180 i convegni e gli incontri organizzati in tutto), come il premio ricevuto dall’Università di Bologna nel 2013 in qualità di migliore web-tv di denuncia in Italia e il “Premio scomodo” consegnato dal presidente del Senato Pietro Grasso nel 2014, durante il 20° Vertice nazionale antimafia.
Franco Giubilei
[Articolo del 18 marzo 2016]
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Vedi anche:
– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze