Inchiesta: la verità sull’immigrazione (partendo dai luoghi comuni)

tre ragazze da noi intervistate

Da quest’inchiesta, realizzata dalla redazione di Cortocircuito nell’estate 2011, ha preso spunto il cortometraggio “Noborder, senza confini”, clicca qui per vederlo.

Siamo andati in giro per il centro storico della nostra città ad intervistare qualche nostro coetaneo per chiedergli il suo parere sull’immigrazione, partendo da alcuni diffusissimi “luoghi comuni” sull’argomento. Dopo abbiamo letto accuratamente i documenti in merito sui siti del Ministero dell’Interno, della Banca d’Italia, dell’Istat e di altri Istituti si Ricerca per vedere se i “luoghi comuni” sull’immigrazione corrispondono ai DATI. Leggete di seguito cosa abbiamo scoperto! …il testo è un po’ lungo, ma ne vale la pena.

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1- Stupri, rapine, scippi, …ascoltando i telegiornali e leggendo i quotidiani risulta evidente cha la presenza di immigrati sul nostro territorio incrementa considerevolmente il numero di reati. Secondo te è vero che la presenza di immigrati aumenta la delinquenza?

– Riccardo Menozzi ed Edoardo Talignani: Si, si …
– Matteo Foracchia: E’ un fenomeno che comunque alimenta il mercato nero e anche di scippi e delinquenza.
– Elisa Valli: Secondo me c’è, più che altro poiché arrivano persone che hanno brutte intenzioni …
– Gaetano D’Angelo: Alla grande!
– Wael Hussein: Fai te vecchio, l’immigrazione …si, per forza.
– Andrea Delrio: Si sempre.
– Federico Rossi: Secondo me loro vengono in Italia per fare dei casini, perché se li fanno nei loro paesi ci sono troppe leggi …e “gli fanno il culo”.
– Eleonora B.: Purtroppo è brutto generalizzare, ma se guardiamo le percentuali dei casi sono sempre queste persone.
– Jean Claude: Assolutamente si!
– Alessandro Ferretti: Secondo me, l’immigrazione porta a tante brutte cose.

grafico n°1

Nonostante la presenza di immigrati in Italia, come illustra la linea blu di questo grafico (n°1), negli ultimi 20 anni sia aumentata vertiginosamente e più di ogni altro paese europeo (dal 1998 al 2008 la crescita è stata del 246%, fonte Istat), la delinquenza non è aumentata sostanzialmente. Infatti come illustra chiaramente lo stesso grafico (n°1), ottenuto da un sondaggio Istat – Ministero degli Interni, nel 2003 si sono commessi lo stesso numero di crimini del 1996 e nel 2007 il numero di reati è stato simile al 1991. L’aumento di crimini che vediamo tra il 2006 e il 2007 è dovuto invece all’indulto.

In sostanza negli ultimi 15 anni, nonostante il forte aumento dell’immigrazione, il numero totale dei crimini non ha avuto un aumento significativo. Ad ogni modo, a confermare questa tesi vi è anche un rapporto della Banca d’Italia che, attraverso studi econometrici, dimostra che l’aumento del numero di immigrati non causa un aumento del numero di crimini.

Eppure un sondaggio ISPO, che risale al 2003, mostra come il 57,4% degli italiani -come i ragazzi da noi intervistati- vede l’immigrazione come fonte di delinquenza. Solo il 25,8% ritiene che questo non sia vero. Probabilmente oggigiorno, purtroppo, ancora più persone risponderebbero di essere d’accordo con l’affermazione “La presenza di immigrati aumenta la delinquenza”.

grafico n°2

Ma l’opinione che abbiamo su questo fenomeno è dettata in buona parte da episodi eclatanti e non da una conoscenza della situazione nel suo complesso. In questo contesto il ruolo dei media e dei telegiornali è cruciale. – Questo grafico (n°2), ottenuto da uno studio dell’Osservatorio di Pavia e di Demos, ci illustra bene la situazione: la linea rossa rappresenta il numero di notizie di criminalità date dai principali TG italiani, la linea azzurra rappresenta invece il numero di reati effettivi, la linea gialla rappresenta la percezione di criminalità dei cittadini. Come vediamo l’aumento del bombardamento mediatico sulla criminalità, fa passare la percezione del crimine dal 33% al 53% senza che vi sia un riscontro effettivo dell’aumento di reati.

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2- Seguendo il filone immigrazione-delinquenza: secondo te, in Italia sono di più i crimini commessi da italiani o quelli commessi da stranieri?

– Christian Cottafavi: Stranieri
– Eleonora B.: Da stranieri, secondo me.
– Alessandro Ferretti: Secondo me sono di più gli stranieri.
– Federico Rossi: Anche secondo me, gli stranieri.
– Jean Claude: Stranieri, assolutamente, sicuro!

Secondo i dati del Ministero di Grazia e Giustizia, solo il 26% dei crimini sono commessi da stranieri. Ben il 74% dei reati sono quindi commessi da italiani!

alcuni dei ragazzi da noi intervistati

Qualcuno potrebbe però obbiettare che gli immigrati hanno un tasso di criminalità molto più alto, poiché tra regolari ed irregolari, sono circa l’8% della popolazione e commettono il 26% dei crimini. Stando invece alle cifre dell’Istat, il tasso di criminalità degli immigrati regolari, in Italia, è «solo leggermente più alto» di quello degli italiani ed è addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni. Questo, poiché la stragrande maggioranza dei reati commessi da stranieri in Italia è opera di immigrati irregolari.

Però, sul totale delle denunce verso quest’ultimi l’87% riguarda proprio la condizione di clandestinità; quindi non hanno commesso un reato vero e proprio contro persone o beni, hanno semplicemente la colpa di trovarsi, senza permesso di soggiorno, sul territorio italiano. Inoltre, in base ai dati raccolti dalla Fondazione Rodolfo De Benedetti, il 60% degli immigrati attualmente regolari hanno vissuto un periodo non breve di clandestinità (questo implica che il sistema di immigrazione in Italia forza la permanenza degli stranieri in uno stato di irregolarità anche se il loro obiettivo é un lavoro regolare). Quindi non c’è un legame diretto tra immigrazione clandestina e criminalità.

Come spiegato prima, la percezione che deriva da alcuni episodi, per quanto reali ed efferati, che hanno una alta risonanza mediatica danno solo una visione parziale della situazione. Per avere una visione corretta della relazione tra immigrazione e criminalità è fondamentale guardare al fenomeno nel suo complesso e soprattutto, bisogna leggere i dati. Il problema della mala informazione soprattutto in tema di immigrazione, proposta troppo spesso dai nostri TG nazionali, si riflette anche nella domanda successiva:

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3- Come entrano, secondo te, i clandestini in Italia? Sbarcando con i gommoni provenienti dall’Africa?

– Wael Hussein e Andrea Delrio: Si, si.
– Elisa Valli: Con i gommoni.
– Christian Cottafavi: Sbarcando con i gommoni.
– Carmine Russo: Nuotando!
– Eleonora B.: Certo con i gommoni!

grafico n°3

Secondo un’indagine del Ministero degli Interni del 2008, illustrata da questo grafico (n°3): solo il 12% dei clandestini entra via mare, con i barconi dall’Africa. Il 73% dei clandestini entra infatti in Italia con un normale visto turistico dai principali aeroporti italiani, ma poi rimane anche dopo che il visto è scaduto. Il restante 15% entra infine via terra. Questo significa che i respingimenti di massa delle scorse estati hanno un alto impatto politico e mediatico, ma servono a poco per contrastare l’ingresso di clandestini. Inoltre la maggior parte degli immigrati che arrivano con i barconi dall’Africa provengono da paesi in guerra ed in base alle convenzioni internazionali avrebbero diritto di asilo.

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4- Per molti il vero problema dell’immigrazione è il fatto che “gli immigrati sono un costo per lo Stato italiano; poiché ricevono, in aiuti sociali, più di quello che danno, in tasse.” Sei d’accordo con questa affermazione?

– Carmine Russo: Beh, logicamente sono un costo.
– Andrea Delrio: Si, secondo me, sono un costo.
– Gaetano D’Angelo: Si, secondo me è verissimo. Uno poiché lo Stato italiano li agevola un sacco …dandogli tante agevolazioni.
– Wael Hussein: Si, sono un costo …venendo qua in Italia, lo Stato italiano li mantiene.
– Elisa Valli: Anche secondo me sono un costo, di fatto lo sono.
– Jean Claude: Si, secondo me si, ad esempio le case popolari che le stanno dando a tutti gli immigrati, che arrivano e arrivano, …sembriamo il pese dei balocchi, a me questa cosa ha sempre fatto schifo.

grafico n°4

Innanzitutto gli immigrati regolari nonostante siano, secondo un indagine del 2009 di Istat e ISMU, 3.891.295 che equivale al 6,5% della popolazione nazionale, generano, ben il 10% di PIL italiano, questo è quanto rileva un indagine ISMU del 2009.

Inoltre, come vediamo dal grafico (n°4) elaborato con i dati Istat, gli immigrati sono, dal punto di vista fiscale, una grande risorsa per lo Stato. Il 4% del totale che lo Stato incassa dalle tasse arriva da lavoratori stranieri, mentre solo il 2,5% di quello che lo Stato spende in sanità, scuola, pensioni, sussidi, etc. va agli immigrati. Quindi gli immigrati danno allo Stato italiano più di quanto ricevono. In particolare gli immigrati assorbono solo il 3% della grande spesa per la sanità, questo poiché in media sono più giovani e quindi si ammalano di meno.

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5- Molti si lamentano del fatto che gli immigrati lavorano poco, infatti li vediamo spesso seduti tranquilli sulle panchine del nostro centro storico. Sei d’accordo sul fatto che gli immigrati lavorano poco, o comunque meno degli italiani?

– Eleonora B.: Secondo me è vero che lavorano poco, e comunque meno degli italiani, senza generalizzare, ma i fatti parlano, se ci guardiamo intorno.
– Cecilia Bassoli: Si lavorano di meno
– Alessandro Ferretti: Secondo me, non lo cercano neanche il lavoro. vengono qua per fare quello che gli pare.
– Anna Bompani: Arrivano in centro a non far niente dal mattino alla sera.

Gli stranieri hanno dei tassi di occupazione molto alti, perfino superiori a quelli degli italiani. Infatti, come possiamo vedere dal grafico (n°5), elaborato dai dati del 2008 della Banca d’Italia e dell’Istat il tasso d’occupazione degli stranieri in Italia è al 67%, mentre solo il 58% degli italiani ha un lavoro. La differenza, già marcata, aumenta considerevolmente nel Centro e Sud Italia, dove l’occupazione degli italiani è alla bassissima soglia del 46%! Questo ci fa capire che chi immigra in Italia lo fa principalmente per lavorare.

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6- Molti si lamentano del fatto che gli immigrati “rubano” lavoro agli italiani. Secondo te, è vero?

– Eleonora B.: No,questo no …perché non lavorano!
– Jean Claude: Lavorano in nero quindi le aziende sono più proposte a prendere loro che un italiano che prende 1200 euro netti in busta paga.
– Alessandro Ferretti: Io poco fa cercavo lavoro e non mi hanno potuto prendere perché il proprietario dell’azienda aveva già preso degli immigrati.
– Federico Rossi: Rubano lavoro ai giovani.

Un recente studio della Banca d’Italia osserva che “la crescita della presenza straniera non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani”. Lo stesso studio della Banca d’Italia dice addirittura che “l’immigrazione ha effetti positivi per gli italiani più istruiti e per le donne dato il livello di complementarietà tra lavoratori italiani e stranieri”.

Ad esempio oggi molte donne possono continuare a lavorare assumendo una badante che si prende cura dei propri cari. Infatti, il 34% degli immigrati, secondo un’indagine condotta da GFK-Eurisko, sono domestici o assistenti domiciliari per anziani e malati, di cui gli italiani ormai farebbero fatica senza. Oltre il 30% degli immigrati sono invece operatori edili ed operatori generici nell’industria; un’alta percentuale -soprattutto al sud- è invece impiegata in attività nel settore agricolo. In sostanza la maggior parte degli immigrati svolge mansioni spesso di manodopera e poco qualificate che gli italiani non sarebbero disposti a svolgere.

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7- E’ vero che abbiamo bisogno dell’immigrazione perché noi stiamo diventando vecchi e non abbiamo chi “paga” le nostre pensioni?

alcuni dei ragazzi da noi intervistati

– Carmine Russo: Alla fine secondo me no.
– Gaetano D’Angelo: Assolutamente no.
– Wael Hussein: Secondo me gli immigrati non c’entrano nulla con le pensioni.
– Eleonora B.: No, non pagano le tasse
– Alessandro Ferretti: No, no.
– Federico Rossi: Non servono a niente, ci sono già i giovani italiani.

L’Italia è, a pari merito con il Giappone, il paese con la popolazione più vecchia al mondo. La popolazione straniera è molto più giovane di quella italiana e questo contribuisce a diminuire l’indice di dipendenza. L’indice di dipendenza è il numero di anziani rispetto alla popolazione in età lavorativa. Esso da un’idea dell’anzianità di un paese e del conseguente peso delle spese per pensioni e sanità sul bilancio dello Stato.

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“Le radici degli alberi, sotto terra, in realtà si biforcano fino a perdersi molto lontano dalla pianta,
hanno percorsi quasi imprevedibili e portano
a tanti punti differenti anche molto remoti.
Pensiamo ad esempio alla pasta con il pomodoro, classico piatto nazionale
che afferma un’idea
di “italianità” in tutto il mondo.
Le radici di questo piatto in realtà sono tutt’altro che italiane.
L’invenzione della pasta se la contendono arabi e cinesi e noi l’abbiamo soltanto
fatta nostra
venendo a contatto con queste civiltà; il pomodoro non è una pianta
originaria dell’Italia,
e neanche dell’Europa, ma è stato portato dalle Americhe.”

Massimo Montanari

Inchiesta ed interviste realizzate dalla Redazione di Cortocircuito. Di queste interviste, come di tutte le altre, abbiamo il video integrale.

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