Selezione nei locali, polemiche online. La video-inchiesta di un gruppo di ragazzi fa discutere e provoca una valanga di reazioni

[articolo pubblicato su Il Giornale di Reggio il 10 Marzo 2012]

Il sasso nello stagno lo hanno lanciato i ragazzi di Cortocircuito, giornalino-blog studentesco di Reggio. Un giovane di 21 anni originario della Costa d’Avorio ha denunciato un presunto caso di razzismo all’ingresso di una discoteca lo scorso fine gennaio. I ragazzi, raccolta la segnalazione, si sono messi al lavoro per verificarla e hanno realizzato una video-inchiesta sulle discoteche per fare luce sul fenomeno delle selezioni all’ingresso.

Il risultato è un video, ben fatto tecnicamente, che ha subito suscitato commenti e reazioni sul web, con tanti altri ragazzi che sulla pagina Facebook del giornalino hanno parlato di altri casi di selezione a loro avviso ingiustificata.

Ma partiamo dei casi raccolti dai ragazzi di Cortocircuito (www.cortocircuito.re.it). Basile Yabre, di 21 anni, racconta di essersi presentato all’ingresso di un noto locale dopo una fila di un’ora e mezza. Era insieme a due amici ed era in lista. Al momento di entrare un buttafuori gli dice: «Tu non puoi entrare». Il giovane africano resta perplesso, «non mi era mai capitato» e risponde: «Perché non posso entrare?». Risposta: «Perché oggi la gente come te non può entrare». Sempre più stupito il giovane chiede: «Perché? Come sono?». A quel punto il buttafuori, ormai spazientito, taglia corto: «O ragazzo, ti ho detto che non puoi entrare. Io qua sto lavorando». Questa la ricostruzione fatta dal giovane nella video-inchiesta. Basile aggiunge che aveva una camicia e una giacca: pertanto la sua opinione e che la selezione sia stata fatta per motivi razziali.

Contattati via mail gli organizzatori della serata negano l’accusa di razzismo e fanno notare che la sera dell’evento altri ragazzi di colore erano entrati. Quindi, caso chiuso? A questo punto i ragazzi “impertinenti” di Cortocircuito sono andati a spulciare sulla bacheca dell’art director della serata e di un ragazzo dello staff e hanno trovato commenti di questo genere (poi rimossi dalle bacheche): “Stanziati 230 milioni di euro per sti maledetti PROFUGHI DI MERDA. Italia così non si va da nessuna parte”. E ancora: “L’Italia agli italiani, basta extracomunitari”.

Un pr di una discoteca ha spiegato via mail quale potrebbe essere stata la causa dell’esclusione dell’africano: alcuni locali applicherebbero una sorta di “quota” per gli stranieri, superata la quale non verrebbero più fatti entrare.

SE IL LOOK NON E’ FASHION – La selezione nei locali, una realtà con la quale si confrontano molti giovani, è sempre avvenuta. Di certo i gestori e gli organizzatori delle manifestazioni hanno tutto l’interesse e il dovere di evitare che nei locali avvengono risse o entrino ubriachi e personaggi poco raccomandabili. Ma sono questi i criteri delle selezioni? O sono piuttosto basati su criteri estetici? Perché nei locali deve esserci “la Reggio che conta”, come si leggeva in un post su Facebook?

Nel proseguo dell’inchiesta un altro giovane, il 19enne Gianluigi Iembo, racconta un altro episodio. «Sono arrivato all’ingresso dopo tre ore di fila – racconta il ragazzo – e avevo già la prevendita». Il buttafuori però gli nega l’ingresso. Alla richiesta di spiegazioni gli viene detto: «Non passi la selezione». E gli viene rimborsato il biglietto. Iembo racconta che era in camicetta con sotto una maglietta: un look evidentemente ritenuto poco fashion.

Imperterriti quelli di Cortocircuito interpellano l’organizzatore delle serate per sapere quali siano i parametri della selezione. La risposta via mail arriva in due fasi. Nella prima si dice che la decisione sull’abbigliamento del cliente spetta unicamente al buttafuori. Nella seconda si precisa invece che i parametri sono quelli adottati in tutte le discoteche reggiane. Ma quali siano questi parametri, se esista un codice, scritto o tramandato oralmente, resta un mistero.
Un pr di una discoteca spiega che la selezione è una prassi comune dei locali e per questo si preferisce far entrare i clienti con il metodo delle liste e non con le prevendite. «Così si può fare selezione all’ingresso».

L’ESERCITO DEI VOLONTARI – Il servizio di Cortocircuito tocca altri aspetti del mondo della notte. Alcuni baristi e pr riferiscono di essere pagati in nero. Ma in proposito la replica del proprietario di una discoteca è secca: «Non vengono pagati perché sono volontari». Volontari in una discoteca? Con quale scopo? Forse per guardare le cubiste o bere qualcosa gratis? Come è cambiato il mondo del volontariato.

Una volta postata la video-inchiesta ha suscitato numerose reazioni, con tanto di messaggi che denunciano altri presunti casi di selezione ingiustificata. L’accoglienza riservata online a questi giovani dimostra come abbiano toccato un tasto che interessa a tanti coetanei e non solo. E per questo da più parti è arrivato l’invito «ad andare avanti».

Jacopo Della Porta

QUI il video e gli altri articoli sulla stessa vicenda

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