[articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio il 5 Maggio 2012]
L’ex magistrato milanese Gherardo Colombo, famoso per le inchieste su Tangentopoli, Loggia P2 e delitto Ambrosoli, ha tenuto una lectio magistralis, al parco Cervi di Reggio Emilia, dal titolo “Sulle regole della democrazia”. L’incontro è stato coordinato da alcuni membri dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito.
Di regole e di democrazia Colombo ha parlato innanzitutto partendo dalla propria esperienza professionale: «Dopo 33 anni di magistratura e a 15 anni di distanza da Tangentopoli, ho deciso di dimettermi. Mi sono accorto che per quante sentenze emettessi e per quanti sforzi facessi, la giustizia continuava a non funzionare bene. Allora, come l’idraulico che cerca di aggiustare il tubo che perde, ho cercato il rubinetto centrale, la causa del problema. E l’ho trovata nella la relazione tra noi cittadini e le regole. Così ho iniziato a dedicarmi a tempo pieno a ciò che prima facevo solo nel tempo libero, cioè incontrare gli studenti e la cittadinanza. Ogni anno partecipo a centinaia di incontri nelle scuole e con i giovani».
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Secondo Colombo la giustizia non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto e segnato dall’incomunicabilità: «Quale rapporto abbiamo noi cittadini con le regole?» ha chiesto Colombo al pubblico. E ancora: «Non rispettiamo le regole perché pensiamo spesso alla comodità del momento? Forse ci indigniamo quando gli altri non le rispettano, ma cerchiamo tutte le scuse immaginabili quando siamo noi a disattenderle? Invece in un sistema che funziona correttamente la trasgressione della regola, prima della punizione, dovrebbe portare al mancato conseguimento dello scopo, del risultato che si sarebbe ottenuto osservandola».
Hanno promosso la serata l’associazione culturale antimafia Cortocircuito e “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie” che, nel dialogare con l’ex magistrato, hanno sostenuto alcune semplici azioni che ogni cittadino può fare nella sua quotidianità contro le mafie: “Acquistare i prodotti delle terre confiscate alle mafie, non accettare scorciatoie, informarsi da più fonti, denunciare ciò che si vede, indicare la preferenza quando si vota. La democrazia implica che ciascuno di noi assuma un ruolo consapevole ed attivo, non si accontenti solo di delegare”.
Colombo ha concluso il suo intervento parlando della paura della libertà: «Spesso preferiamo essere comandati da altri per non avere responsabilità, siamo noi stessi a toglierci la libertà. Ma che differenza c’è tra un soggetto libero e uno che non lo è? Il cittadino libero può scegliere. È ovvio che per scegliere bisogna essere ben informati».
[evento del 3 Maggio 2012]