L’associazione culturale Cortocircuitoha organizzato, insieme all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, la seguente giornata di formazione sulla legalità e sul contrasto culturale alle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Tale iniziativa era rivolta a insegnanti e personale di enti pubblici, oltre a educatori e membri di associazioni.
La giornata di formazione, promossa dall’associazione Cortocircuito all’interno del percorso “ConCittadini”, è patrocinata dall’Ufficio Scolastico Regionale, dal Ministero dell’Istruzione e dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna.
L’iniziativa si è tenuta venerdì 13 novembre 2015 a partire dalle 9.30 del mattino, presso l’auditorium Fanti dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna a Bologna, con ospiti:
– Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché presidente della Scuola Superiore della Magistratura;
– Nando dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università di Milano e docente di Sociologia della criminalità organizzata. E’ figlio del prefetto di Palermo ucciso da Cosa Nostra;
– Rita Bertozzi, docente di Sociologia dell’Educazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il convegno è stato condotto da Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito, che ha anche realizzato diversi interventi sul tema del contrasto alla criminalità organizzata. Il professore Dalla Chiesa ha detto: «I documenti di Cortocircuito sono agghiaccianti. Devo farvi i complimenti per il grande lavoro realizzato».
Saluto iniziale di Yuri Torri, segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Legislativa regionale.
La giornata è proseguita nel pomeriggio con 15 gruppi tematici che hanno affrontato attività laboratoriali diverse, durante le quali è intervenuta anche la presidente dell’associazione Cortocircuito Francesca Montanari e altri volontari dell’associazione Cortocircuito.
L’iniziativa è stata ripresa da una troupe di Rai 3.
InveceQUIuna delle precedenti iniziative di Cortocircuito presso l’Assemblea Legislativa regionale.
Presso l’arena del parco Cervi di Reggio Emilia sabato 26 settembre 2015, a partire dalle ore 9.15 di mattina, si è tenuto un incontro, aperto alla cittadinanza, insieme a:
– Giovanni Tizian, giornalista de “L’Espresso”;
– Marco Imperato, magistrato e autore del libro “Le parole della giustizia”;
– Gaetano Alessi, co-autore del Dossier “Le mafie in Emilia Romagna”;
– Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente;
– Fiorella Ferrarini, vicepresidente Anpi Reggio Emilia;
– Elia Minari e Francesca Montanari, associazione Cortocircuito, autori di inchieste sulle mafie in Emilia;
– Nadia Monti, referente regionale “Avviso Pubblico” Emilia-Romagna;
– Cinzia Franchini, imprenditrice minacciata e presidentessa nazionale CNA-Fita;
– Federico Lacche, Libera Radio;
– Caterina Lusuardi, Colore – cittadini contro le mafie, che animerà la mattinata.
Erano presenti tra il pubblico: il presidente della provincia e i sindaci di Reggio Emilia, Quattro Castella, Rubiera, Scandiano, Sant’Ilario d’Enza.
L’iniziativa è stata organizzata da Libera Emilia-Romagna, associazione Cortocircuito, movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, associazione Colore.
………………………
Ciò che è successo il 28 gennaio 2015 era ormai annunciato da tempo: la nostra regione ha visto 117 arresti tra affiliati, politici e imprenditori ritenuti vicini al clan ‘ndranghetista Grande Aracri. L’ormai famosa operazione “Æmilia” ha colpito, contemporaneamente, in Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia, per un totale di 160 persone fermate. Da quel giorno è partita una raffica di sequestri (oltre 400 milioni di euro), altri arresti, avvisi di garanzia e indagini collaterali che probabilmente porteranno a processo 224 persone, tutte ritenute vicine alla cosca Grande Aracri. A breve inizieranno le udienze per questo nuovo maxi-processo della storia italiana, il secondo, dopo Black Monkey contro i Femìa, in Emilia-Romagna contro la ‘ndrangheta, la più potente mafia italiana.
[Foto di Francesco Giglioli di Cortocircuito. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Venerdì 18 settembre 2015 alle ore 21.00 al teatro Bismantova di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, si è tenuta una serata incentrata su una serie di storie ed esempi di cittadinanza. Ingresso gratuito.
«L’obbiettivo dell’incontro, aperto alla cittadinanza, è offrire un’analisi della situazione sulle mafie, che anche in territorio emiliano fornisce elementi di preoccupazione, come hanno mostrato le recenti inchieste della magistratura, ma la serata vuole anche proporre testimonianze di chi, trovatosi a diretto contatto con fenomeni malavitosi, ha avuto il coraggio e la forza di reagire, senza fare calcoli. Testimonianze che meritano tutta la nostra attenzione e ammirazione», ha dichiarato il sindaco Enrico Bini di Castelnovo Monti.
Gli ospiti dell’incontro sono stati:
– Dario Vassallo, presidente della Fondazione intitolata ad Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica (Salerno) assassinato nel 2010 in un agguato di matrice camorrista. E’ autore del libro “Il sindaco pescatore” (Mondadori) che narra la storia del fratello.
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
– Sabrina Pignedoli, giornalista del Resto del Carlino minacciata per le sue inchieste sulle famiglie vicine alla ‘ndrangheta.
– Laura Caputo, autrice dei romanzi-inchiesta sulla Camorra “Il castello di San Michele” e “Il silenzio dell’Arcangelo”.
Durante la serata sono state proiettate tre video-inchieste realizzate da Cortocircuito.Iniziativa organizzata dal Comune di Castelnovo né Monti, in collaborazione con l’associazione Cortocircuito.
[Foto di Francesca Montanari di Cortocircuito. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Abbiamo aggiornato e migliorato i contenuti delle pagine del sito internet di Cortocircuito.
E’ possibile consultarle dalla barra grigia in alto oppure cliccando su questi links:
Martedì 1° settembre 2015 alle ore 21.00, a Festareggio (Campovolo di Reggio Emilia), presso il tendone centrale “Piazza Grande” si terrà un incontro sul palco, aperto alla cittadinanza, con ospite:
il ministro della Giustizia Andrea Orlando, organizzato in collaborazione con l’associazione Cortocircuito.
Iniziativa rinviata a causa di problemi di salute del Ministro.
Il coordinatore di Cortocircuito, Elia Minari, è stato intervistato sulle attività che portiamo avanti dal 2009, da parte di due giornalisti di paesi esteri:
– Von Constanze Reuscher del giornale nazionale tedesco “Die Welt”. Leggi qui.
– Morten Beiter del giornale nazionale danese “Weekendavisen”. Leggi qui.
Sfogliando le foto depositate da tanto tempo nel computer, abbiamo ritrovato queste immagini del 6 febbraio 2010, presso lo spazio “La Gabella” di via Roma a Reggio Emilia. Era una delle nostre prime iniziative per cercare di sensibilizzare e informare sul problema della criminalità organizzata a Reggio Emilia e nella nostra regione.
Provoca una certa emozione rivedere quei momenti, che per noi vanno ben oltre i colori di queste fotografie.
Il ragazzo che parla nella seconda foto è Francesco Giglioli; ancora oggi è lui ad amministrare il sito internet di Cortocircuito.
L’incontro del 6 febbraio 2010 era stato progettato in continuità con un’iniziativa, aperta alla cittadinanza, che si era tenuta il 26 novembre 2009, sempre presso “La Gabella” di via Roma, organizzato in collaborazione con il gruppo che allora si chiamava “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”.
Contando, uno per uno, tutti gli incontri realizzati da Cortocircuito dall’anno 2009, abbiamo scoperto che sono state oltre 170 le iniziative e i convegni realizzati. Diversi di questi incontri sono stati aperti alla cittadinanza, altri invece si sono tenuti all’interno di scuole e università.
Nella pagina “Incontri” di questo sito internet è possibile consultare le foto delle iniziative più significative.
Con il passare degli anni, abbiamo avuto modo di dialogare con cittadini e studenti sempre meno indifferenti e con tanta voglia di essere partecipi e attivi contro la criminalità organizzata, che sempre di più si radica nel territorio emiliano.
Associazione culturale antimafia “Cortocircuito” di Reggio Emilia
(18 agosto 2015)
Elia Minari è il coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari. Cortocircuito è nata nel 2009 come web-tv e giornale studentesco indipendente. La video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, di cui Elia Minari è regista, è stata anche proiettata in tribunale dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Lo scorso novembre Elia Minari, studente di giurisprudenza, è stato premiato dal presidente del Senato Pietro Grasso al 20° Vertice Nazionale Antimafia che si è tenuto a Firenze. Negli ultimi anni ha ricevuto riconoscimenti anche da parte dell’Università della Calabria e dell’Università di Bologna.
Nel sito internet di Cortocircuito si legge che l’associazione è nata “con l’intento di fare informazione e di sensibilizzare su temi spesso taciuti e trascurati dai media tradizionali”. Tradotto, magari un po’ brutalmente: visto che i giornalisti non se ne occupano (o lo fanno male) ci pensiamo noi. É così?
«Non vogliamo sostituirci ai giornalisti professionisti, ma desideriamo soltanto dare il nostro contributo, da semplici studenti. Certamente ci siamo occupati di mafie in Emilia-Romagna perché, secondo noi, era un tema del quale si parlava troppo poco. Eppure, dal nostro punto di vista, è un argomento fondamentale per comprendere meglio la realtà che ci circonda. Credo che i 117 arresti della maxi-operazione antimafia “Aemilia” abbiano dimostrato chiaramente l’importanza di affrontare il tema».
Come si è sviluppata l’attività di Cortocircuito?
«L’associazione culturale Cortocircuito è nata sei anni fa come semplice giornalino studentesco delle scuole superiori di Reggio Emilia. Poi la curiosità e la voglia di capire è aumentata. Dal 2009 tentiamo di approfondire, con cortometraggi e video-inchieste, la penetrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso nella nostra regione. Cerchiamo di affrontare questo argomento, da studenti, ponendo domande e partendo dall’approfondimento di alcuni documenti: delibere comunali, visure delle Camere di Commercio, interdittive antimafia, dossier e atti giudiziari. Ad esempio abbiamo analizzato gli appalti di una scuola pubblica, i subappalti della stazione Mediopadana Tav di Reggio Emilia, gli appalti della società che, in alcune città dell’Emilia, gestisce il ciclo dei rifiuti. Oggi, su diversi di questi casi, sta indagando anche la magistratura».
In Emilia-Romagna si parla di infiltrazione mafiosa già dagli anni sessanta ma solo di recente ci si è resi conto dell’entità del fenomeno. Se dovessi stilare un elenco di responsabilità chi vedresti al primo posto nel sottostimare il problema?
«Penso che sarebbe troppo facile attribuire a una categoria specifica tutte le responsabilità. Purtroppo credo che la realtà sia più complessa. Ad esempio un errore che si rischia di commettere, lo dico da emiliano, è quello di attribuire tutte le colpe ai cittadini calabresi emigrati nella nostra regione. In realtà la ‘ndrangheta si è radicata in Emilia perché alcuni imprenditori emiliani doc non hanno saputo rifiutare i soldi delle mafie. Certamente ci sono anche responsabilità istituzionali: alcuni politici e addirittura alcuni prefetti hanno a lungo negato la presenza delle mafie, mentre invece altri loro colleghi sono stati in prima linea, spesso accusati di creare allarmismo».
La vostra associazione apre la pagina web con una frase di Pippo Fava che ricorda come un giornalismo fatto di verità impedisca molte corruzioni e freni la violenza della criminalità. Pensi che i giornalisti che si occupano di difendere verità e legalità abbiamo la solidarietà della categoria o siano, a volte, lasciati soli?
«Non sempre sono sufficientemente sostenuti. Lo dico in base ad alcune testimonianze di giornalisti che a volte sono stati isolati, spesso anche a causa dell’invidia dei colleghi che, addirittura, accusavano i loro compagni di redazione di cercare la notorietà e di fare del vittimismo».
Perché un’associazione culturale come Cortocircuito si occupa di legalità? Ritieni che l’attuale deriva nella legalità possa essere legata al calo (spesso riscontrabile) di fondamenti culturali?
«Sicuramente. Ad esempio, quando ho intervistato un sindaco, nonché avvocato, che ha affermato: “è gentilissimo, è tranquillo, è molto composto ed educato”, riferendosi a un condannato in via definitiva per mafia, ho pensato che ci fosse urgente bisogno di informazione. Purtroppo vediamo, anche a livello nazionale, che spesso prevalgono le opinioni personali, ad esempio dei vari politici e opinionisti, mentre si dà pochissimo spazio ai fatti e alle voci di esperti degli argomenti di cui si parla. Per questo, durante i tanti incontri all’interno delle scuole in cui portiamo testimonianze di magistrati che si occupano da anni di questi temi, invitiamo gli studenti a informarsi, a porsi delle domande, a essere curiosi».
Il giornalismo dei cittadini (citizen journalism) è la nuova frontiera dell’informazione?
«Nonostante Cortocircuito nasca come esempio di “citizen journalism”, sono il primo a ritenere che questo non sia il futuro dell’informazione. C’è bisogno di professionisti che a tempo pieno approfondiscano e verifichino accuratamente le notizie. Certamente il “citizen journalism” può sollecitare il mondo dell’informazione a non trascurare certi temi, ma questo non è sufficiente».
Articolo di Argia Granini dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna
Venerdì 17 luglio 2015, alla sera, nel parco Pianella di Cavriago (provincia di Reggio Emilia) incontro aperto alla cittadinanza con ospiti:
– Mario Conte, giudice della Corte d’Appello di Palermo e autore del libro “I dieci passi”. Ha emesso la sentenza della Corte d’Appello a carico del senatore Marcello Dell’Utri e la sentenza “Addiopizzo quater”.
–Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
– Enrico Bini, imprenditore che ha denunciato le infiltrazioni mafiose, ex presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia e attuale sindaco di Castelnovo né Monti. Grazie alle denunce di Bini, iniziate quando lavorava nel cantiere reggiano della Tav, i Carabinieri, in collaborazione con la magistratura, hanno arrestato 13 persone considerate vicine alla ‘ndrangheta.
Nel corso dell’incontro pubblico il giudice Mario Conte ha detto: «Grazie a Elia e alle inchieste di tutti i ragazzi di Cortocircuito oggi in Emilia-Romagna l’attenzione contro le mafie è più alta. Devo fare sinceramente i complimenti. Credo che i filmati di Cortocircuito siano profondamente istruttivi: spiegano benissimo gli effetti devastanti che la cultura mafiosa può ingenerare nella società. Dovete essere felici e orgogliosi che in una terra come questa ci siano i giovani di Cortocircuito».
Durante l’iniziativa è stata proiettata la video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra”, realizzata dall’associazione Cortocircuito. L’incontro è stato organizzato da Luca Brami e dallo staff della festa dell’Unità di Cavriago, in collaborazione con Cortocircuito.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Incontro “La mafia al Nord esiste”, aperto alla cittadinanza, a Ferrara davanti alle mura rinascimentali di viale Alfonso I d’Este (a ridosso del centro storico della città), con ospiti:
– Gianni Barbacetto, direttore di Omicron (l’Osservatorio milanese sulla criminalità organizzata al Nord), scrive sul Fatto Quotidiano ed è autore di numerosi bestseller, tra cui “Mani Pulite” e “Le mani sulla città. I boss della ‘ndrangheta vivono tra noi e controllano Milano”.
– Marco Maroni, giornalista del Fatto Quotidiano, si occupa di economia. In passato ha lavorato al Corriere della Sera e al Sole 24 Ore. E’ autore, insieme a Gianni Barbacetto, del libro “Excelsior. Il gran ballo dell’Expo”. Durante l’incontro, appoggiato dal collega Barbacetto, ha detto: «Elia di Cortocircuito si occupa di mafia con grande capacità e risultati».
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia e regista della video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra”.
L’incontro, che si è tenuto il 2 luglio 2015, è stato moderato da Federica Pezzoli di Libera Ferrara. Questa iniziativa è stata organizzata da Emergency in collaborazione con il Comune di Ferrara, la Regione Emilia-Romagna e l’associazione Cortocircuito.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Pubblichiamo un articolo della “Gazzetta di Reggio” sulla premiazione (QUI il testo sul sito internet del principale quotidiano di Reggio Emilia):
Salvatore Borsellino ha consegnato il premio “Resistenza” nelle mani di Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia, per le video-inchieste e i reportage realizzati dal 2009 sulla criminalità organizzata di stampo mafioso in Emilia.
«A Elia Minari e ai giovani dell’associazione Cortocircuito che danno dimostrazione concreta di ciò che mio fratello ha affermato», sono queste le parole incise sulla targa consegnata da Salvatore Borsellino, attivo da anni per mantenere vivo il ricordo del fratello magistrato ucciso da Cosa Nostra nella strage di via D’Amelio.
«Siamo emozionati per questo riconoscimento e per le sue motivazione», ha detto a caldo Elia Minari di Cortocircuito. «Negli ultimi sei anni abbiamo soltanto cercato, da studenti, di approfondire alcuni temi secondo noi spesso sottovalutati. Ad esempio cercando di fare luce su costi, tempi e subappalti della linea Tav di Reggio Emilia. Sono numerosi gli argomenti approfonditi dal 2009: vicende che hanno coinvolto alcune discoteche, ristoranti e aziende in odore di mafia. I nostri cortometraggi – spiega Minari – sono sempre partiti dallo studio attento dei documenti, cercando poi di collegare nomi, cognomi, dati, numeri e fatti. Inoltre stiamo proseguendo le nostre attività di sensibilizzazione all’interno di scuole e università».
Il premio “Resistenza”, conferito da Salvatore Borsellino, segue altri riconoscimenti ricevuti, negli ultimi mesi, dai ragazzi di Cortocircuito di Reggio Emilia per il loro impegno per la legalità: dal “Premio Scomodo”, consegnato a Elia Minari dal presidente del Senato Pietro Grasso al 20° Vertice Nazionale Antimafia a Firenze, al conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Consiglio Comunale di Bibbiano. Oltre al premio “Iustitia” dell’Università della Calabria e il premio “Cirino” dell’Osservatorio Molisano Legalità. Inoltre, nel 2013, Cortocircuito è stato premiato all’Università di Bologna come migliore web-tv di denuncia d’Italia.
Come ringraziamento per il premio ricevuto, i ragazzi di Cortocircuito hanno consegnato a Salvatore Borsellino una pergamena, nella quale esprimono il loro sostegno per le sue battaglie affinché emerga la verità sui mandanti della strage in cui morì il fratello, ancora oggi avvolta da tanti misteri.
Articolo del giornalista Paolo Cagnan sulla “Gazzetta di Reggio” (13 giugno 2015)
Inoltre QUI le foto dell’incontro pubblico, aperto alla cittadinanza, con Salvatore Borsellino, prima del quale è stato consegnato il premio “Resistenza” (12 giugno 2015).
Invece QUI le foto della serata, circa un anno prima, nella Sala del Tricolore.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Venerdì 12 giugno 2015, alle ore 20.45, presso la sala della parrocchia di San Bartolomeo a Reggio Emilia, si è tenuto un incontro aperto alla cittadinanza dal titolo “Paolo Borsellino, troviamolo dentro di noi”, con ospiti:
– Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso da Cosa Nostra e autore del libro “Fino all’ultimo giorno della mia vita”.
– Manuel Masini, coordinatore provinciale di Libera.
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
– Enrico Bini, imprenditore che ha denunciato le infiltrazioni mafiose, ex presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia e attuale sindaco di Castelnovo né Monti. Grazie alle denunce di Bini, iniziate quando lavorava nel cantiere reggiano della Tav, i Carabinieri, in collaborazione con la magistratura, hanno arrestato 13 persone considerate vicine alla ‘ndrangheta.
Introduzione di Don Eugenio Morlini.
L’iniziativa è stata organizzata e coordinata dal movimento “Agende Rosse – Rita Atria”.Salvatore Borsellino è leader del “movimento delle Agende Rosse”, che fa riferimento al taccuino misteriosamente scomparso su cui Paolo Borsellino scriveva appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Borsellino, dalla morte del fratello, si è distinto per il suo impegno nella ricerca della verità sui mandanti delle stragi di mafia del 1992.
All’inizio della serata sono stati proiettati i tre cortometraggi vincitori del concorso “Segni di Riscatto“, promosso dall’associazione Colore, in collaborazione con Cortocircuito e Libera. Si tratta di un concorso video, nato per ricordare Mara Marmiroli, a cui hanno partecipato ragazze e ragazzi dai 16 ai 20 anni. Ha condotto: Rita Bertozzi.
Inoltre QUI le foto della consegna, prima dell’incontro pubblico, del premio “Resistenza” all’associazione Cortocircuito.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
[Articolo del quotidiano La Repubblica del 10 giugno 2015]
Il prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto ha nominato questo pomeriggio la commissione per effettuare l’accesso nel Comune di Brescello, nella bassa reggiana, paese diventato famoso per i film di Peppone e don Camillo. Obiettivo della commissione è quello di prendere visione di tutta la documentazione del comune per valutare eventuali infiltrazioni mafiose.
La richiesta è stata avanzata dal prefetto, sulla base di un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia, al Ministero dell’Interno che ha autorizzato la nomina della commissione per procedere all’accesso. Oggi pomeriggio la commissione – formata da Adriana Cogode, viceprefetto della prefettura reggiana, dal Giuseppe Zarcone, dirigente del servizio contabilità e gestione finanziaria della prefettura di Torino, e dal capitano dell’Arma Dario Campanella, comandante della compagnia di Castelnovo Monti – si è recata in comune a Brescello per notificare il provvedimento al sindaco di Brescello Marcello Coffrini e nei prossimi giorni inizieranno i lavori.
Proprio le dichiarazioni del sindaco di Brescello hanno suscitato i dubbi sulla situazione del Comune. Coffrini, infatti, parlando del boss Francesco Grande Aracri, condannato in via definitiva per associazione mafiosa, aveva detto che è una persona “gentile ed educata”.
Dopo quelle affermazioni, rilasciate in una video intervista alla web-tv dei ragazzi di Cortocircuito, ne è nato un caso politico, con il vice presidente della commissione antimafia Claudio Fava che ha chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scioglimento del Comune. “Grande apprezzamento” per la decisione del prefetto, dichiara ora Fava. “Dopo le preoccupanti e imbarazzanti dichiarazioni di benevolenza che il sindaco Coffrini aveva rivolto in una intervista televisiva al boss mafioso Francesco Grande Aracri, una verifica sulle condizioni di agibilità in quel comune è cosa saggia, urgente e utile”. (….)
QUIle frasi del sindaco di Brescello su Francesco Grande Aracri e le reazioni di magistrati e istituzioni.
QUI l’articolo completo sulla commissione su La Repubblica. QUI l’articolo sulla commissione sulla Gazzetta di Reggio. QUI l’articolo sulla commissione sul Fatto Quotidiano.
E’ stata proiettata la video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra”, realizzata dall’associazione Cortocircuito, mercoledì 27 maggio 2015, alle ore 20.45, a Bologna al centro civico “Lino Borgatti”.
A seguire, Lorenzo Frigerio, giornalista e coordinatore dell’osservatorio nazionale “Libera Informazione”, ha presentato il dossier “Mosaico di Mafie e Antimafia” in cui si legge: “Un plauso sincero deve essere rivolto sicuramente al collettivo dei giovani reporter della web-tv indipendente di Reggio Emilia Cortocircuito, fatti oggetto di minacce a più riprese per i servizi che hanno documentato, in questi ultimi anni, l’espandersi della ‘ndrina cutrese e delle imprese collegate nel territorio reggiano“.
Dialogo con:
– Simonetta Saliera, presidente del Consiglio della Regione Emilia-Romagna;
– Virginio Merola, sindaco di Bologna;
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia;
– Alessandro Gallo, autore (insieme a Giulia Di Girolamo) del libro “Non diamoci pace” (Caracò Editore) che dedica un capitolo nel raccontare l’esperienza di Cortocircuito;
– Francesco Critelli, consigliere comunale di Bologna (segretario provinciale Pd Bologna).
Ha condotto l’incontro: Silvia Manfredini. Introduzione di James Tramonti, segretario circolo “Moro-Berlinguer”.
Invece QUI le foto della proiezione della video-inchiesta nel Municipio di Bologna (ottobre 2014).
Lunedì 25 maggio 2015, a Bologna, nell’auditorium Fanti del palazzo della Regione Emilia-Romagna, si è tenuto un convegno con ospiti:
– l’ex partigiano Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’ANPI e autore del libro “Giustizia e politica tra difesa sociale e garanzie”, già membro del Consiglio Superiore della Magistratura e professore universitario di giurisprudenza, è stato anche senatore e componente della commissione parlamentare antimafia;
– il magistrato Marco Imperato, autore del libro “Le parole della giustizia” e coautore del libro “Dialoghi sulla Costituzione”;
– Don Giovanni Nicolini, parroco del carcere di Bologna ed ex direttore della Caritas.
Ha condotto l’incontro: Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia. Introduzione di Yuri Torri, segretario dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.
All’inizio dell’incontro è stata proiettata la video-inchiesta “Non è successo niente”, realizzata dall’associazione Cortocircuito.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del progetto “ConCittadini”, in collaborazione con l’associazione Cortocircuito.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Hanno denunciato le infiltrazioni della ‘ndrangheta a Reggio Emilia da quando erano sui banchi del liceo, studiando gli atti di prefetture e tribunali e andando in giro con la telecamera a fare domande. E così hanno raccontato l’Emilia non immune dalle mafie, ben prima di chi se ne accorge ora.
Sono gli studenti di Cortocircuito, il giornalino fondato nel 2009, ora web-tv e associazione di universitari. L’antimafia dei “ragazzini”, non giudici ma studenti, quelli che denunciano e quelli che ricordano. La voce della coscienza emiliana. […] “Speriamo che ora qui nessuno possa più dire: io non sapevo”, commenta Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito. La loro video-inchiesta “La ‘ndranagheta di casa nostra” è finita agli atti delle indagini ed è stata proiettata in Tribunale.
“Ai coetanei che ci chiedono cosa fare contro la mafia, diciamo: intanto guardate i locali che frequentate, informatevi. Nel 2010 la Prefettura aveva già segnalato una discoteca a Reggio Emilia, dove si tenevano anche le feste ufficiali del mio liceo, come luogo di riciclaggio di denaro di provenienza illecita”. Continua Minari: “Fare antimafia significa fare delle scelte nella quotidianità, votare ogni giorno, non solo alle elezioni: a quale impresa faccio ristrutturare la casa? Accetto un lavoro in nero e raccomandazioni? A chi affido appalti?”. (CONTINUA)
Invece QUI è possibile leggere un precedente articolo-intervista del quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”.
[Nella foto: articolo su “La Repubblica” del 21 marzo 2015.]
Intervista del Tg3 a Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
Invece QUI le foto e le informazioni di quando il Tg3 nazionale ha partecipato ad alcuni dei laboratori contro le mafie organizzati da Cortocircuito all’interno delle scuole.
A sinistra: foto scattata, con il cellulare, da Chiara Ghirelli.
L’Ordine dei Giornalisti e la Fondazione Giornalisti dell’Emilia-Romagna hanno organizzato un seminario di formazione dal titolo “Comunicare la legalità: una responsabilità di tutti”. L’incontro si è tenuto mercoledì 22 aprile 2015 presso il “Zanhotel Europa” a Bologna.
Il convegno è stato costituito dalle seguenti relazioni (in ordine di intervento):
– Roberto Alfonso, procuratore capo di Bologna, ha parlato di: “Rispetto della legalità: le rispettive responsabilità”;
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia e web-tv, ha parlato di “Citizen journalism contro la ‘ndrangheta emiliana“;
– Sabrina Pignedoli, giornalista del Resto del Carlino, ha parlato di: “Quando comunicare la responsabilità diventa un pericolo”;
– Luca Ponzi, giornalista di Rai 3, ha parlato di: “Mafia in Emilia-Romagna”.
[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]
Sabato 11 aprile 2015 al teatro di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, incontro con l’ex magistrato Giuseppe Ayala, Pm del Maxiprocesso di Palermo.
Ha condotto il dialogo Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
E’ intervenuto anche Massimo Mezzetti, assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura e politiche per la legalità. Introduzione di Fabio Abagnato, assessore di Casalecchio di Reno (BO).
L’iniziativa è stata accompagnata e intervallata dai brani della Scuola di Musica di Laureana Borrello, in provincia di Reggio Calabria. Hanno partecipato all’incontro i cittadini e gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado di Casalecchio di Reno (BO).
L’iniziativa è stata promossa dal Comune Casalecchio di Reno e dall’associazione Cortocircuito, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna. L’incontro rientra all’interno del “Green Social Festival” e della rassegna “Politicamente scorretto”. Ingresso gratuito.
Foto di Davide Montanari, direttore dell’Istituzione “Casalecchio delle Culture”. [Cliccare sulle foto per allargarle.]
Sabato 18 aprile 2015 a Bibbiano (RE), presso il teatro Metropolis, il sindaco Andrea Carletti ha conferito, a nome dell’intero Consiglio Comunale, la cittadinanza onoraria all’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia.
Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti ha dichiarato:“Intendiamo conferire la cittadinanza onoraria all’associazione Cortocircuito,per la grande determinazione nel portare avanti inchieste coraggiosee necessarie. Lo facciamo perché condividiamo le battaglie di questi giovani ragazzi, che rappresentano la parte migliore e il futuro di questo Paese”. QUI l’atto ufficiale del Consiglio Comunale, votato all’unanimità.
La pergamena della cittadinanza è stata consegnata nelle mani di Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, alla presenza del presidente della Provincia Giammaria Manghi e della vice-presidente dell’Assemblea Legislativadella Regione Emilia-Romagna Ottavia Soncini.
Subito dopo la consegna della cittadinanza all’associazione Cortocircuito, il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri e lo studioso di mafie Antonio Nicaso hanno tenuto un incontro, sul loro nuovo libro “Oro bianco”, coordinato da Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito. Questa iniziativa rientra all’interno del vasto programma del festival “Noi contro le mafie”, di cui Cortocircuito è media-partner. Ingresso alle iniziative gratuito.
………………………
[Foto di Andrea Mafrica, Chiara Ghirelli, Simona Borrillo e Giangiacomo Papotti.]
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