Le associazioni Libera e Agende Rosse: “Siamo al fianco delle ragazze e dei ragazzi di Cortocircuito nella loro coraggiosa denuncia della presenza mafiosa”

Pubblichiamo, per conoscenza, una parte del comunicato stampa che le associazioni antimafia Libera e Agende Rosse hanno scritto e inviato ai quotidiani locali.

QUI le frasi del sindaco di Brescello su Francesco Grande Aracri e le principali reazioni di magistrati e istituzioni.

Associazione culturale “Cortocircuito”

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“Come associazioni Libera e Agende Rosse riteniamo che il fenomeno mafioso nella nostra regione, facilitato e rafforzato dalla complicità di quegli imprenditori, professionisti, politici, forze dell’ordine e cittadini comuni che si prestano a fare affari coi mafiosi, è ancora molto sottovalutato dalle istituzioni pubbliche, nazionali, regionali e locali e da larga parte dei partiti politici e della società civile.

Il sindaco Coffrini continua a mostrare, nei confronti della presenza mafiosa sul suo territorio, una colpevole trascuratezza e una irresponsabile superficialità, sia nel pensiero che nell’azione. Per questo riteniamo doveroso che egli rimetta il proprio mandato al più presto. Nello stesso tempo sollecitiamo le istituzioni nazionali e locali a prendere una precisa e netta posizione in merito a questa nostra denuncia.

Quello di Coffrini è un comportamento ingiustificabile e inaccettabile per un amministratore pubblico, che al contrario dell’atteggiamento di sottovalutazione assunto, dovrebbe agire rafforzando sia la sua competenza su certi fenomeni criminali sia tutelando secondo le regole democratiche le vite e il futuro dei suoi cittadini.

Ricordiamo anche al sindaco che sono le mafie a infangare un territorio e non chi scrive o denuncia i fatti e che chiunque abbia a cuore il proprio paese non esita a riconoscere e segnalare i comportamenti mafiosi che lì si attuano, altrimenti il rischio è quello di alimentare direttamente e indirettamente una ulteriore diffusione della criminalità organizzata.

Ribadiamo inoltre che siamo al fianco delle ragazze e dei ragazzi di Cortocircuito nella loro coraggiosa denuncia della presenza mafiosa nel nostro territorio, così come siamo al fianco di quei cittadini di Brescello che soffrono dell’imbarazzante e pericolosa situazione che il paese sta attraversando” […]

Coordinamento dell’Emilia Romagna di Libera, associazione nata da don Luigi Ciotti
Movimento “Agende Rosse”, nato da Salvatore Borsellino

16 aprile 2015

[Questo comunicato è stato pubblicato sui quotidiani locali di Reggio Emilia]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Dialogo con il magistrato che ha condotto la maxi-operazione antimafia “Aemilia” nell’Aula del Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna

Nell’Aula dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, in viale Aldo Moro a Bologna, venerdì 10 aprile 2015 si è tenuto un incontro aperto agli studenti e ai cittadini dell’Emilia-Romagna.

Dialogo con:

– Marco Mescolini, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna (magistrato che ha condotto la maxi-operazione antimafia “Aemilia”);

– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.

A porre le domande sono stati quindici studenti delle scuole superiori.

Introduzione a cura di: Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e Stefano Versari, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale.

L’iniziativa è stata organizzata dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna (all’interno del progetto “ConCittadini”) e dall’associazione Cortocircuito, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e dell’Ufficio Scolastico regionale.

[Foto di Chiara Ghirelli dell’associazione Cortocircuito. Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Prosegue il ciclo di incontri antimafia nelle scuole

Stiamo continuando gli incontri sul tema della legalità e dell’antimafia all’interno delle scuole superiori di Reggio Emilia. Agli studenti cerchiamo di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro le mafie, a seconda dei gesti che compiamo quotidianamente.

Durante gli incontri sono intervenuti Andrea Franzoni, Chiara Ghirelli, Andrea Mafrica, Francesco Chiriatti ed Elia Minari dell’associazione Cortocircuito. Nelle classi sono state anche proiettate alcune delle video-inchieste e dei cortometraggi realizzati dal 2009 da Cortocircuito, oltre a illustrare slides sulle mafie in Emilia, con atti giudiziari, nomi e numeri.

Invece è possibile trovare QUI le foto di quando il Tg3 (edizione nazionale) ha partecipato ad alcuni dei laboratori contro le mafie organizzati da Cortocircuito all’interno delle scuole.

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Incontro nel Consiglio comunale di Faenza con l’agente di scorta di Falcone sopravvissuto e con il procuratore capo di Ravenna

Nella Sala del Consiglio comunale di Faenza si è tenuto un incontro, aperto a cittadini e studenti, con ospiti:

– Alessandro Mancini, procuratore capo presso il Tribunale di Ravenna, è stato anche magistrato in Sicilia a Niscemi;

– Angelo Corbo,  ispettore capo, agente di scorta del giudice Giovanni Falcone;

– Sabrina Pignedoli, giornalista del Resto del Carlino;

– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.

Introduzione di Giovanni Malpezzi, sindaco di Faenza. Ha moderato l’incontro: avv. Luca de Tollis, presidente del Consiglio comunale di Faenza.

Durante l’evento è stata proiettata una parte della video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra” realizzata dalla web-tv Cortocircuito.

Tra il pubblico era presente anche il prefetto di Ravenna Francesco Russo e i vertici delle forze dell’ordine di Ravenna e Faenza.

L’iniziativa, che si è tenuta il 21 marzo 2015, è stata organizzata dal Comune di Faenza con le associazioni Cortocircuito e ANPI. QUI il convegno, nello stesso giorno, all’Università di Bologna.

[Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Seminario all’Università di Bologna. Vendemmiati della Rai: «Cortocircuito ci dimostra cos’è una vera inchiesta»

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Nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia dell’Università di Bologna, in occasione della “20° giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia“, organizzata da Libera, si è tenuto un seminario con:

– Filippo Vendemmiati, regista, giornalista Rai e documentarista;

– Giuseppe Baldessarro, giornalista del “Quotidiano della Calabria” e corrispondente de “La Repubblica“;

– Toni Mira, caporedattore del quotidiano “L’Avvenire“;

– Elia Minari, coordinatore della web-tv Cortocircuito;

– Rino Giacalone, giornalista trapanese

Ha coordinato l’incontro Santo della Volpe, inviato del Tg3, nonché presidente della “Federazione Nazionale della Stampa Italiana” e presidente di “Libera Informazione“.

Durante l’evento è stata proiettata la video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” realizzata dalla web-tv Cortocircuito. Il regista della Rai Filippo Vendemmiati ha detto: «Elia di Cortocircuito ci dimostra cos’è una vera inchiesta».

L’iniziativa si è tenuta sabato 21 marzo 2015 al pomeriggio.

Tale incontro è riconosciuto dall’Ordine dei Giornalisti come seminario formativo.

[Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Convegno con Don Ciotti e Rosi Bindi. Luigi Ciotti: «Sconcertante quanto denunciato da Cortocircuito»

Nella foto: Ciotti guarda l’inchiesta di Cortocircuito

Nell’auditorium “Primo Maggio” di Crevalcore,  in provincia di Bologna, tavola rotonda, dal titolo “Legalità e lavoro”, con ospiti (in ordine di intervento):

– Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia.
– Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera;
– Massimo Mezzetti, assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura e politiche per la legalità;
– Enzo Ciconte, docente di storia delle mafie (Università di Roma Tre);
– Rosi Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia;
– Vincenzo Colla, segretario generale Cgil Emilia-Romagna.

Ha condotto l’incontro: Giorgio Graziani, segretario generale Cisl Emilia-Romagna.

Prima della tavola rotonda è intervenuto anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e successivamente è stata proiettata la video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, realizzata dalla web-tv Cortocircuito. Don Luigi Ciotti, dopo la visione del cortometraggio, ha affermato: «E’ sconcertante quanto denunciato dalle inchieste di Cortocircuito». QUI l’inchiesta.

Tra il pubblico era presente anche il prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano.

L’iniziativa, che si è tenuta il 17 marzo 2015, è stata organizzata da Libera, Cgil, Cisl e Uil.

[Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
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La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Tavola rotonda a quattro voci. La docente Pellegrini dell’Università di Bologna: «Cortocircuito è un fulgido esempio di cittadinanza responsabile»

Nella Sala Eventi della Mediateca di San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, sabato 7 marzo 2015 si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Legalità: dai principi alle azioni”.

Stefania Pellegrini, docente del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, durante il suo intervento pubblico, ha detto: «I ragazzi di Cortocircuito hanno avuto intuito e intelligenza; ormai da anni hanno preso in mano la situazione e hanno detto: “basta all’indifferenza”. Con le loro attività di approfondimento si sono assunti una responsabilità, correndo anche dei rischi non piccoli. Le iniziative di Cortocircuito sono esemplari. Cortocircuito è un fulgido esempio di cittadinanza responsabile e consapevole».

Alla tavola rotonda hanno preso parte anche Tomaso Giupponi, docente di Diritto Costituzionale dell’Università di Bologna; Elia Minari, coordinatore dell’associazione culturale antimafia Cortocircuito di Reggio Emilia; l’avvocato Antonio Mumolo, consigliere della Regione Emilia-Romagna promotore della legge antimafia 3/2011.

Saluto iniziale di Isabella Conti, sindaco del Comune di San Lazzaro, nota alle cronache nazionali per avere bloccato una grande lottizzazione edile, ricevendo poi anche intimidazioni.

Ha condotto l’incontro Marina Malpensa, assessore alla Cultura del Comune di San Lazzaro (BO). Organizzazione coordinata da Annalisa Paltrinieri.

[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Incontro con la cittadinanza al teatro di Boretto. La ‘ndrangheta sulle rive del fiume Po

Martedì 10 marzo 2015 alle ore 20.45, iniziativa aperta alla cittadinanza, al Teatro del Fiume di Boretto (RE), in via Roma n°31. Ingresso gratuito.

Incontro con:

– Luca Ponzi, giornalista RAI
– Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia
– Manuel Masini, coordinatore di Libera Reggio Emilia
– Massimo Mezzetti, assessore della Regione Emilia-Romagna alla Cultura e politiche per la legalità
– Guido Mora, segretario generale CGIL Reggio Emilia

Introduzione di Wilmer Farri, assessore del Comune di Boretto. Iniziativa organizzata dalla CGIL in collaborazione con il Comune di Boretto.

[Foto di Chiara Ghirelli. Cliccare sulle foto per allargarle.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Intervista di La7, trasmissione “Servizio Pubblico” di Santoro, sul radicamento della ‘ndrangheta in Emilia

È venuta a Reggio Emilia la troupe di “Servizio Pubblico”, la trasmissione di La7 condotta da Michele Santoro. Il servizio è andato in onda giovedì 5 marzo 2015, in prima serata.

La giornalista Micaela Farrocco di “Servizio pubblico”, per parlare del contrasto alle mafie in Emilia, ha intervistato Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.

Il giornalista Michele Santoro, conduttore della trasmissione “Servizio Pubblico”, mentre introduceva l’intervista a Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, ha detto: «Fa quello che i grandi giornali e le trasmissioni televisive non fanno. Va a mettere il naso in una situazione molto spinosa».

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il Tg3 ha partecipato ad alcuni dei laboratori contro le mafie organizzati da Cortocircuito all’interno delle scuole

La troupe del Tg3 (edizione nazionale) è venuta a Reggio Emilia per partecipare ad alcuni dei laboratori che l’associazione studentesca Cortocircuito organizza dal 2009, all’interno delle scuole superiori, per parlare – ad altri studenti – dei temi della legalità e del contrasto culturale alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.

Agli studenti si cerca di trasmettere il messaggio che ognuno, nel suo piccolo, può fare la propria parte contro le mafie, a seconda dei gesti che compiamo quotidianamente.

“Ogni cittadino può scegliere. Basta scegliere. Può sembrare una frase retorica, lo sappiamo. Però, ad esempio, ogni cittadino può scegliere quali locali frequentare alla sera, può scegliere a chi fare ristrutturare casa propria, può scegliere se accettare una raccomandazione, una scorciatoia, un compromesso o un lavoro in nero, può scegliere quali prodotti acquistare al supermercato. In ogni ora della nostra vita noi “votiamo”, a seconda delle scelte, concrete, che facciamo quotidianamente”.

Inoltre all’interno delle scuole vengono proiettate alcune delle video-inchieste che Cortocircuito ha realizzato dal 2009, come i cortometraggi su discoteche e mafia, stazione Mediopadana, appalti dei rifiuti, “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”, “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” e altri.

Nelle foto: Andrea Franzoni, Chiara Ghirelli, Elia Minari e Francesco Chiriatti di Cortocircuito intervistati dal Tg3.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

[Foto di Andrea Mafrica e Chiara Ghirelli]

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Pubblichiamo il testo del servizio del Tg3, a cura del giornalista Gianni Bianco, andato in onda il 23 febbraio 2015:

“Le ultime inchieste sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna sono nate anche dall’indagine fatta da un gruppo di ragazzi, che con piccole telecamere e tanta voglia di legalità si sono messi a indagare.

«Molto spesso le mafie – afferma Elia Minari, coordinatore dell’associazione Cortocircuito – prosperano grazie alla nostra indifferenza, grazie ai nostri silenzi». Loro indifferenti non lo sono. E per questo possono ora spingere a non esserlo anche gli studenti delle scuole superiori, di cui sono un po’ più grandi.

A spiegare, ad altri ragazzi, che il disinteresse può essere anticamera della complicità con le mafie non è un prete, un magistrato, un giornalista in prima linea, ma con altrettanta, se non maggiore efficacia, un gruppo di giovani che da anni utilizzano la telecamera come esperienza sul campo di cittadinanza attiva.

«Dal 2009 – spiega Elia Minari di Cortocircuito –  abbiamo cercato come giornale studentesco di Reggio Emilia di raccontare alcuni fatti. Alcuni fatti secondo noi troppo spesso ignorati, taciuti e sottovalutati. Così attraverso alcuni cortometraggi e alcune video-inchieste abbiamo cercato di approfondire la criminalità organizzata di stampo mafioso in Emilia-Romagna».

Le minacce non li hanno intimoriti. A spingerli la voglia di farsi domande e la voglia di non fermarsi alle prime risposte. Le loro inchieste – ricche di nomi, dati e documenti sugli incendi che puzzano di racket e sugli imprenditori in odore di ‘ndrangheta – sono finite prima on-line e poi nei fascicoli della Procura, che pochi giorni fa ha mandato in carcere un centinaio di persone, scoperchiando l’interesse in Emilia del clan calabrese Grande Aracri, cosa che loro avevano denunciato prima di molti altri. L’avevano fatto insieme, facendosi coraggio con il lavoro di squadra.

«È bello avere un ruolo in questa società, un ruolo attivo, che sia aldilà poi del lavoro che faremo – afferma Chiara Ghirelli dell’associazione Cortocircuito – E’ bello essere interessati a qualcos’altro che non sia soltanto la professione che andremo a intraprendere. Speriamo di potere sempre fare qualcosa».”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Una nuova tesi universitaria su Cortocircuito

La studentessa Jessica Angelico ci ha inviato la sua tesi di laurea, in cui parla di Cortocircuito, conseguita presso il dipartimento di “Lettere, arti, storia e società” dell’Università di Parma, nel corso di laurea in “Giornalismo e Cultura Editoriale”.

Il relatore è stato il professore Paolo Ferrandi e il correlatore il professore Alessandro Bosi dell’Università di Parma.

Sono già diverse le tesi di laurea che parlano delle attività di Cortocircuito (tutte scritte da studentesse e studenti esterni all’associazione).

Pubblichiamo di seguito alcuni estratti della tesi di Jessica.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

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“Ho intervistato il giornalista indipendente Elia Minari, che con l’aiuto di diversi universitari reggiani, ha creato il sito Cortocircuito, il quale si occupa di inchieste sulle organizzazioni criminali in Emilia Romagna e in particolar modo tratta di Reggio Emilia. I ragazzi di Cortocircuito rappresentano la forza della ribellione, la voglia di esserci e di fare qualcosa attivamente per la propria città“.

(….)
“Reggio Emilia non è solo una città dove la ‘ndrangheta è radicata, ma è anche esempio di come ci si può ribellare. È simbolo di attivismo da parte di molti cittadini. In particolare è stato per me illuminante l’incontro con i ragazzi di Cortocircuito, un sito interamente gestito da universitari reggiani.

Partendo dal basso il sito ha ottenuto numerosi successi, come il premio, consegnato dall’Università di Bologna, come migliore web-tv di denuncia d’Italia per il «coraggio nel raccontare attraverso video-inchieste e cortometraggi la criminalità organizzata in Emilia».  Inoltre il presidente del Senato Pietro Grasso, durante il 20° Vertice Nazionale Antimafia a Firenze, ha consegnato il “Premio Scomodo” nelle mani del coordinatore di Cortocircuito Elia Minari.

Grazie all’impegno di questi studenti Cortocircuito è diventato un fenomeno nazionale: infatti giornali come Il Fatto Quotidiano, Il Corriere della Sera e Repubblica hanno citano e riportato le inchieste svolte nel reggiano. Il sito di denuncia, inoltre, ha vinto anche il premio “Iustitia”, conferito dall’Università della Calabria e il premio “Rocco Cirino” assegnato dall’Osservatorio Molisano Legalità.

Il lavoro di questi ragazzi è un esempio di come la nostra terra riesca a reagire alla presenza mafiosa e lo faccia in modo attivo: per prima cosa con la voce, denunciando chi ha osato calpestare e abusare delle nostre risorse. Il servizio da loro svolto parte dalla convinzione che l’antimafia non debba essere considerata come un’azione esclusiva delle istituzioni, ma che tutti possiamo fungere da “antibiotici” per contrastare il virus.

Gli animatori del sito si presentano come cittadini, prima ancora di essere giornalisti, pronti a raccogliere nomi, dati, cifre per raccontare la mafia agli emiliani, molto spesso non pronti a sentire la verità, non volendo ammettere il fallimento di un’idea che per decenni li ha fatti sentire protetti dagli anticorpi frutto di un’importante storia di lotta, di liberazione e di resistenza partigiana. Profondamente convinti che mai la mafia avrebbe potuto violare il loro territorio.

Dal 2009 ad oggi sono state numerose le inchieste che hanno sviluppato. Una delle più importanti, e inquietanti allo stesso tempo, riguarda i roghi di origine dolosa appiccati a Reggio Emilia e provincia. Il titolo “Non è successo nulla. 40 roghi a Reggio Emilia”, dona una prima, e importante, inquadratura del fenomeno. Dalle indagini svolte da questi ragazzi è emerso che nel corso del 2013 sono stati, per l’appunto, quaranta i roghi che hanno illuminato a giorno le notti reggiane. Questi studenti hanno tracciato la fitta geografia di reati ai danni di imprenditori che hanno visto andare in fumo cantieri, macchine, camion. E tutto senza battere ciglio.

Questo è l’elemento più inquietante: nella maggior parte dei casi le vittime non hanno denunciato l’accaduto, anzi hanno operato una vera e propria opera di minimizzazione. A proposito di questo episodio gli stessi ragazzi di Cortocircuito hanno affermato: «Non raccontiamoci la favola della lite tra “terroni”. Perché anche questo si dice in giro. Che sono questioni tra meridionali. Questi gesti sono la goccia che fa traboccare il vaso. Non si fanno saltare in aria capannoni, auto, uffici, furgoni con questo ritmo senza una scusante buona. In molti fanno finta di non capire: l’attentato è l’ultimo gesto, quello estremo, che la ‘ndrangheta fa nel nostro territorio per affermare la sua potenza».

Altra inchiesta effettuata dai ragazzi di Cortocircuito, che ha attirato l’attenzione di tanti, è stata realizzata nel corso dell’ultimo anno. Tramite un cortometraggio hanno mostrato come il sindaco di Brescello (RE), Marcello Coffrini, definisce «gentile ed educato» un suo concittadino, non un cittadino comune, ma Francesco Grande Aracri, condannato in via definitiva per mafia e fratello di quel Nicolino Grande Aracri che diede il via alla faida con i Dragone.

La video-inchiesta presentata dai ragazzi ha messo in luce come, in questo caso, alla classe politica manchi una reale consapevolezza; il lavoro di Cortocircuito ha mostrato come a operare sia l’indifferenza e le alzate di spalle. In particolare il sindaco di Brescello è stato estromesso dal partito di appartenenza e ha dovuto rispondere dei sui rapporti con Grande Aracri, definito da lui, anche in un’intervista successiva alla Gazzetta di Reggio, come «una persona normale, gira in bici e non in Ferrari, saluta, non spara in aria, non ha comportamenti mafiosi».

L’associazione Cortocircuito non si occupa solo di inchiesta, ma in questi anni ha cercato anche di proporre soluzioni per contrastare le mafie. In questo senso importante è il video “5 azioni che possono far la differenza” dove vengono illustrati gesti che quotidianamente ognuno di noi può compiere per contrastare la criminalità organizzata.

La prima azione è informarsi, essere giornalisti di se stessi, non accontentarsi di ciò che ci viene detto. La seconda è operare un consumo critico: acquistare prodotti che derivano dalle terre confiscate alla mafia. La terza è la partecipazione al voto, anche quello referendario, esprimere, quindi, una preferenza, prendere parte attiva nelle scelte che coinvolgono il nostro Paese. La quarta azione risiede nel non accettare l’illegalità, nel saper dire di no e come si legge sul sito: “preferire al puzzo del compromesso morale il fresco profumo della libertà”.

Il quinto consiglio afferma di scagliarsi contro ogni tipo di indifferenza e di disinteresse, perché ogni cittadino ha il dovere di svolgere un’attività che concorra al progresso materiale e spirituale della società (articolo 4, comma 2, della Costituzione). L’indifferenza, quindi, per questi ragazzi è incostituzionale.

Inoltre nel corso di questi anni hanno realizzato numerose iniziative sul territorio reggiano, avvalendosi della collaborazione di importanti esponenti della lotta contro le mafie: Salvatore Borsellino, il procuratore Nicola Gratteri, il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il comandate provinciale dei carabinieri Paolo Zito, il giornalista sotto scorta Giovanni Tizian. Tutti hanno aderito al progetto di Cortocircuito, partecipando agli eventi e fornendo importanti testimonianze.

Per comprendere meglio il lavoro di questo sito ho intervistato Elia Minari, il coordinatore di Cortocircuito.

– Come è nata l’idea di Cortocircuito? 

L’idea di Cortocircuito nasce nel 2009. Lo scopo era quella di creare un giornale studentesco indipendente per le scuole superiori e fin da subito abbiamo deciso di approfondire temi ignorati, sottovalutati e tra questi c’era in particolare la criminalità organizzata. L’obiettivo era occuparsi dei temi trascurati dai media tradizionali, ai quali si dava poco spazio. Il nostro lavoro è svolto basandoci sui fatti, partendo da documenti ufficiali, atti e dossier.

Lo scopo era capire meglio, visto che alcune inchieste su cui abbiamo iniziato a lavorare coinvolgevano direttamente alcune città emiliane, e tra queste in particolare Reggio Emilia. Ma proprio a Reggio non se ne parlava, nonostante i numerosi dossier prodotti dalla Prefettura. È nato tutto da qui, dalla preoccupazione del silenzio. CONTINUA A LEGGERE …

Rai 3: “La ‘ndrangheta emiliana stanata dagli studenti”

In diretta su Rai 3, intervista a Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia. L’intervista è andata in onda mercoledì 11 febbraio 2015 alle ore 18.00, all’interno della trasmissione “Geo”, con il titolo “La ‘ndrangheta emiliana stanata dagli studenti”. In studio era presente anche il giornalista della Rai Gianni Bianco, autore del libro “La legalità del noi”.

Durante la trasmissione tv è stato mandato in onda anche un frammento dell’ultima video-inchiesta di Cortocircuito, dal titolo “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, (vedi QUI l’inchiesta).

Inoltre Elia Minari ha ripercorso le altre video-inchieste realizzate, ad esempio, sulla stazione Mediopadana e sugli appalti della società che in alcune città del Nord Italia gestisce il ciclo dei rifiuti.

QUI l’articolo sul quotidiano “La Repubblica”, pubblicato alcuni giorni prima della trasmissione sulla Rai.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

 

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

TV2000: “Studenti in campo contro la corruzione”. L’ex magistrato Di Pietro su Cortocircuito ha detto: “Una risposta di speranza”

La troupe di TV2000, emittente della Chiesa cattolica italiana, è arrivata a Reggio Emilia per realizzare delle interviste ad alcuni dei ragazzi di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.

Il servizio è stato mandato in onda, con il titolo “Studenti in campo contro la corruzione”, venerdì 20 febbraio 2015, all’interno della trasmissione “Siamo Noi”.

Nello studio della trasmissione televisiva era presente, tra gli altri, l’ex magistrato Antonio Di Pietro, membro del pool “Mani pulite” e protagonista del maxi-processo contro Tangentopoli. Di Pietro, dopo aver visto l’intervista a Elia Minari di Cortocircuito, ha dichiarato in diretta tv: “Una risposta di speranza che viene dalla parte più giovane della società”.

QUI invece il servizio del Tg3 della Rai.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

[Nella prima foto: uno sguardo “dietro le quinte”. Nella seconda foto: una parte dell’intervista mandata in onda.]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il quotidiano Il Sole 24 Ore: “Viva i ragazzi di Reggio Emilia. Il coraggio della parola contro l’omertà della mafia”

Articolo d’opinione sulle attività di Cortocircuito, pubblicato dal giornalista Roberto Galullo sul quotidiano “Il Sole 24 Ore”.

Invece QUI un articolo del quotidiano “La Repubblica” su Cortocircuito.

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Di Roberto Galullo

«Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo»: con questa frase di Pippo Fava, giornalista siciliano ucciso da Cosa Nostra, sul sito web (www.cortocircuito.re.it) si presenta l’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia Cortocircuito, formata da studenti universitari. Nasce nel 2009 come web-tv e giornale studentesco indipendente.

Nel 2013 Cortocircuito ha ricevuto il premio, consegnato all’Università di Bologna, come migliore web-tv di denuncia d’Italia per «il coraggio nel raccontare attraverso video-inchieste e cortometraggi la criminalità organizzata in Emilia». Nel 2014 il presidente del Senato Pietro Grasso, durante il 20° vertice nazionale antimafia a Firenze, ha consegnato il “Premio Scomodo” nelle mani del coordinatore di Cortocircuito, Elia Minari.

Cortocircuito ha vinto anche il premio “Iustitia” conferito da parte dell’Università della Calabria, Cosenza, oltre al premio “Rocco Cirino” dell’Osservatorio Molisano Legalità. La video-inchiesta “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana” è stata anche proiettata in Tribunale dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Bologna.

Cosa hanno fatto questi ragazzi recentemente? Ah, niente di particolare… Se l’indagine “Aemilia” che alcune settimane fa ha sconquassato mezzo nord, ha portato in carcere 163 persone e 203 indagati e ha rivelato all’Italia dormiente le profonde radici nel nord della cosca cutrese Grande Aracri, è anche merito del coraggio di questi giovani studenti universitari che per anni hanno seguito, denunciato e consegnato alle autorità giudiziarie filmati e documenti di boss, presunti boss, politici dubbi, portaborse leccapiedi, dirigenti al servizio, professionisti al soldo, mezze cartucce e quaquaraqua della ‘ndrangheta nelle loro splendide e orgogliose terre. A investigatori e inquirenti, poi, il sacrosanto compito di raccogliere, scremare, buttare, valutare, indagare.

Il coraggio della parola contro l’omertà della mafia. Coraggio sì, perché in Emilia, dove i cronisti che scrivono di mafie vengono minacciati di morte, molta gente ha paura e non denuncia o si gira (peggio) dall’altra parte e la politica che governa (di qualunque colore) nega l’esistenza della ‘ndrangheta, dove in altre parole il controllo del territorio è emulazione di quanto accade in terra calabra, ci vuole coraggio. Ci vogliono due palle così!

Ve lo immaginate, voi, un cortocircuito così, ma anche semplicemente due fili elettrici collegati male, a Reggio Calabria o a Crotone o a Cosenza? Manco un elettricista trovate, figuratevi voi trovare un gruppo di giovani universitari organizzati per filo e per segno, disposti a denunciare le malefatte di una terra dove anche l’aria che si respira è condizionata dai sistemi criminali (ben oltre la ‘ndrangheta dunque). (….)

Articolo del giornalista Roberto Galullo sul quotidiano “Il Sole 24 Ore” il 18 febbraio 2015.

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il Fatto Quotidiano: “Mafie in tv, il coraggio dei giovani cronisti”

Articolo del giornalista Loris Mazzetti sul “Fatto Quotidiano” di mercoledì 11 febbraio 2015.

Inoltre QUI un articolo del quotidiano “La Repubblica” su Cortocircuito.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Intervista a “Radio 24” del “Sole 24 Ore”

Sabato 14 febbraio 2015 dalle ore 9.15, intervista sulle attività di Cortocircuito. In diretta a “Radio 24” del “Sole 24 Ore”.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Articolo della rivista “Educazione & Libertà” su Cortocircuito

La rivista “Educazione & Libertà” ha dedicato alle nostre attività un articolo dal titolo “Il coraggio dei ragazzi di Cortocircuito”, che pubblichiamo qui sotto. Inoltre QUI un articolo del quotidiano “La Repubblica” su Cortocircuito.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”
(Febbraio 2015)

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Il coraggio dei ragazzi di Cortocircuito. Alcuni si spaventano quando si parla di mafia, altri ne negano l’esistenza. E poi ci sono quelli che la combattono a viso aperto, tramite social network, interviste, inchieste, progetti e collegamenti tv. Tra questi modelli esemplari, spiccano i ragazzi di Cortocircuito

COS’È CORTOCIRCUITO – Cortocircuito è un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, fondata nel giugno 2009, non da poliziotti, politici di un certo rilievo o persone che hanno da sempre avuto a che fare con i mafiosi, no, Cortocircuito è stata fondata da alcuni ragazzi, che all’epoca studiavano ancora alle scuole superiori. L’associazione è nata con l’intento di parlare ditemi che ancora oggi sono scomodi a giornali o televisioni nazionali. Inizialmente Cortocircuito era solo un giornale studentesco che raccoglieva commenti ed opinioni. In pochi mesi si sono aggiunti anche una versione digitale e un blog dove venivano pubblicati gli articoli e condivise le opinioni degli interessati.

Ad un anno dalla sua fondazione, nel 2010, l’attività di Cortocircuito si è trasformata, concentrandosi sulla realizzazione di inchieste, incontri pubblici e iniziative mirate a rendere consapevoli le persone. Così facendo, una piccola realtà studentesca si è conquistata di diritto il ruolo di protagonista nella lotta contro la mafia in Emilia. Dei semplici ragazzi hanno dato il loro contributo agli organi investigativi dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Emilia e alla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Bologna. La loro ultima video-inchiesta è stata anche proiettata in tribunale: nel video si vede il sindaco di Brescello, che cammina con Francesco Grande Aracri (condannato in via definitiva per mafia) e di lui dice “è gentile, educato e composto”.

NESSUNO SAPEVA? – Pino Aprile, giornalista e scrittore, scrive: “Perché proprio dei ragazzini?Com’è possibile che, mentre loro acquisivano documenti per portare avanti un’indagine, nessun altro agisse per contrastare questa organizzazione? Sono stati i primi ad accorgersi della presenza della mafia nella loro città?” Secondo le recenti indagini no. Non erano gli unici ad essere a conoscenza di questi fatti. Anche alcuni funzionari pubblici, anche rappresentanti delle forze dell’ordine sapevano dei gruppi mafiosi. Sono stati proprio loro ad essere arrestati durante le indagini: persone corrotte, che passavano informazioni alla mafia e ne coprivano le azioni.

LE MINACCE – Durante le indagini i ragazzi hanno ricevuto anche minacce, mirate a farli desistere dai loro intenti. Eppure, nonostante queste intimidazioni hanno continuato nella loro opera, puntando ad una purificazione del loro territorio dagli enti mafiosi, provando a riportare la legalità e la giustizia. Cosa ci insegna il fatto che un gruppo di ragazzi si impegni in questo campo? Forse si iniziano a raccogliere i frutti dell’educazione alla legalità che, soprattutto tra i giovani, si è cercato di diffondere, seguendo l’esempio di personaggi come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e molte altre persone vittime della mafia, tra cui il fratello maggiore del nostro neoeletto Presidente della Repubblica, Piersanti Mattarella e degli eventi che diverse associazioni (per lo più,sempre composte da studenti) organizzano cercando di catturare l’attenzione di adolescenti e non, come la Nave della Legalità.

LE IDEE RESTANO – Giovanni Falcone diceva: “Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”Sarà questa generazione a combattere veramente le piaghe della mafia? Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, ne è convinto, dichiara infatti che tutti possiamo agire per arginare l’influenza della mafia, della corruzione e dell’ingiustizia, che tutti siamo in grado di fare la nostra parte, per il Bene Comune e per uno Stato migliore.

I ragazzi possono contare su un innato senso di giustizia, un innato bisogno di verità. A quest’età possiamo davvero spaccare il mondo, cambiare le cose, perché lo percepiamo come un bisogno primario, una clausola alla sopravvivenza, come se non ci fosse altra scelta. L’imprudenza che viene accusata ai più giovani dagli adulti, non è nient’altro che la risposta a un impulso naturale.L’imprudenza si trasforma in coraggio quando un gruppo di liceali diventa un esempio, per la massa di coetanei che si coccolano nella noncuranza: accettare di avere degli interessi pericolosi e perseguirli, fare qualcosa di grande quando ancora non si ha in mano il diploma di maturità.
(…)

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
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La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Intervista di Rai Uno

La troupe del Tg1 ha intervistato Elia Minari, coordinatore di Cortocircuito, associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.

Una parte dell’intervista è andata in onda su Rai 1 venerdì 6 febbraio 2015, in seconda serata, a Tv7, Speciale del Tg1.

Il servizio è stato realizzato dall’inviata del Tg1 Enrica Majo, che ha cercato di raccontare il radicamento della ‘ndrangheta in Emilia. 

 

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

[Nella foto in basso: Elia Minari mostra alcuni dei documenti da cui nascono le video-inchieste di Cortocircuito.]

 

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– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
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La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Intervista a Radio Capital

Giovedì 5 febbraio 2015 dalle ore 7.35, all’interno della trasmissione “All news”, intervista sulle attività di Cortocircuito. In diretta a Radio Capital, la radio del gruppo L’Espresso.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
– 
La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”

Di Ilaria Venturi

Sono quelli che hanno fatto scoppiare il caso del sindaco di Brescello, filmato mentre passeggia con Francesco Grande Aracri, condannato per mafia, e dice di lui: uno “composto, educato”. Sono quelli che già due anni fa avevano messo in fila i roghi a Reggio Emilia: auto, cantieri, locali incendiati. Bastava contarli, 40 in tutto, una enormità per la città emiliana, e lo hanno fatto. Quelli che nel 2013 raccontano del cutrese Gaetano Blasco, sentito ora mentre se la ride del terremoto nelle intercettazioni finite nella maxi inchiesta “Aemilia” che ha scoperchiato la pentola di una regione infestata dalle cosche calabresi.

Sono i ragazzi di Cortocircuito, il giornalino studentesco indipendente fondato nel 2009, ora web-tv e associazione culturale antimafia formata da universitari, una ventina in redazione. Amici, cresciuti insieme tra i banchi dei licei, arrivati ora agli studi universitari in diversi atenei, iscritti a Lettere, Scienze Politiche, Giurisprudenza. Video maker prima adolescenti, poi ventenni.

L’antimafia dei “ragazzini”, non giudici ma studenti, quelli che danno fastidio e che sono arrivati prima di tanti politici e amministratori a mostrare la mafia in Emilia. Minacciati, applauditi alle loro iniziative antimafia anche da qualche nome eccellente ora finito dietro alle sbarre, sottovalutati per la loro giovane età. E invece.

“Speriamo che ora nessuno possa più dire: non lo sapevo”, commenta Elia Minari, il coordinatore di Cortocircuito, mentre prepara esami di diritto a Bologna. Ha molta grinta nel fare domande. Nelle sue mani Pietro Grasso al vertice antimafia, l’anno scorso, ha consegnato il premio “Scomodo”. “Nulla di professionale, facciamo queste video-inchieste nel tempo libero”, si schernisce. Ma l’ultima, “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”, è stata pluripremiata.

“Non vogliamo insegnare nulla, ma solo sensibilizzare sul problema. Ed è cominciato quasi per caso, da un’esperienza di volontariato fatta da alcuni di noi in Calabria, dalla voglia di capire meglio alcuni fatti”. Compagni di scuola che si ritrovano per fare un giornalino. Così come a Rimini c’è il gruppo Pio La Torre che denuncia la mafia in Romagna, a Bologna e Modena i tanti presidi di Libera, che non si perdono una udienza del processo Black Monkey. Più che una testimonianza: video e dossier diffusi sui social network.

“Noi abbiamo cominciato a interessarci del perché i nomi di alcune aziende reggiane venivano fuori nelle inchieste sul terremoto de L’Aquila e da noi nessuno ne parlava. Poi abbiamo studiato le delibere sulla stazione medio-padana a Reggio Emilia: i costi aumentavano, perché? E infatti c’è stata una inchiesta della magistratura. E ci siamo occupati del cantiere per la nuova scuola media a Montecchio: appalto vinto dalla Saedil, senza presentare certificato antimafia e con un ribasso del 23%. La ditta poi è sparita, la scuola nuova non c’è”.

I ragazzi di Cortocircuito si leggono gli atti delle Prefetture e delle inchieste. Documenti. E domande. “E’ leggendo una revoca di porto d’armi al proprietario del ristorante Antichi Sapori che abbiamo parlato tre anni fa della cena finita nell’inchiesta”, racconta Elia. Poi il caso di Brescello. “Il parroco ci ha accusati di aver danneggiato il turismo!”. Troppe risposte raccolte nei bar della bassa reggiana del tipo “qui la mafia non esiste”, “la ‘ndrangheta dà lavoro”, “non è successo niente”. Domande che hanno portato a minacce (“ti vengo a cercare sino a casa”) finite in una interrogazione in Senato.

“Ci dicevano di cambiare argomenti”. Non l’hanno fatto. “E certo non ci aspettavamo di arrivare a mettere in discussione la legalità nella città in cui siamo nati. Invece emerge un quadro di una economia infiltrata che soffoca il libero mercato con il coinvolgimento anche di soggetti emiliani. Facile dire: tutta colpa dei calabresi. Il sistema delle cosche è riuscito a coinvolgere settori impenetrabili”.

Dopo la maxi operazione Cortocircuito scrive: “Nel nostro piccolo continueremo a sostenere l’operato di forze dell’ordine e magistratura, a sensibilizzare, per non abbassare la guardia”. Ed Elia conclude: “Negli incontri in tanti ci chiedono cosa fare. Noi rispondiamo: basta scegliere. E chiunque può farlo: scegliere a chi far ristrutturare la casa, chi frequentare, in che locali andare. E a chi affidare appalti”.

Ilaria Venturi – La Repubblica

(3 febbraio 2015)

 

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”: la video-inchiesta
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La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Il quotidiano La Repubblica: “La mafia emiliana braccata dagli studenti di Cortocircuito”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il procuratore Nicola Gratteri parla di noi in un’intervista

Nella foto: il procuratore Gratteri con Elia Minari

Il direttore della “Gazzetta di Reggio”, Paolo Cagnan, ha chiesto al procuratore: “Possiamo chiudere l’intervista con un messaggio di speranza? Il coraggio dei ragazzi di Cortocircuito, che lei conosce bene…”

Il procuratore Gratteri ha risposto: “Sono meravigliosi. Conosco Elia Minari da quando era un adolescente, è un ragazzo di grande intelligenza e coraggio: mi piace sapere che esistano, stare con loro. E non vedo l’ora che crescano e incidano sul territorio”.

Ringraziamo infinitamente Nicola Gratteri (procuratore capo di Catanzaro, già procuratore antimafia di Reggio Calabria) per la stima, che ovviamente è reciproca. E’ una delle persone da cui abbiamo imparato di più in questi anni.

 

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

(intervista del 2 febbraio 2015)

P.S. Leggi QUI il nostro punto di vista sulla maxi operazione antimafia “Aemilia”.

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. La video-inchiesta integrale, le foto della serata di presentazione e alcuni articoli dei quotidiani
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Operazione “Aemilia” contro la ‘ndrangheta in Emilia. Alcune intercettazioni dei Carabinieri

“Nella parte occidentale dell’Emilia opera una cellula cutrese che ha raggiunto la piena autonomia. Il gruppo di ‘ndrangheta emiliano ha epicentro a Reggio Emilia“, queste sono le parole del procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso alla conferenza stampa dell’operazione antimafia denominata “Aemilia”, che ha portato a 160 arresti, oltre 200 indagati e il sequestro di beni per un valore di oltre 100 milioni di euro: 205 immobili, 70 società, 15 auto di lusso, 137 mezzi, 65 terreni.

Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha aggiunto: “Un risultato storico, senza precedenti. Io non ricordo a memoria un intervento di questo tipo contro un’organizzazione criminale forte, monolitica, profondamente radicata nel territorio emiliano. Era la propaggine della locale di ‘ndrangheta di Cutro, in provincia di Crotone, che si era profondamente radicata nel territorio. L’elemento nuovo è l’imprenditorialità nel rapporto con il territorio, con il tessuto sociale e con l’informazione“.

“Questi soggetti – ha aggiunto il procuratore Roberti – tendevano a controllare l’informazione, tendevano a controllare le istituzioni, tendevano a corrompere soggetti all’interno delle forze dell’ordine, tendevano ad avere rapporti con la politica e la pubblica amministrazione. Erano gli stessi componenti dell’organizzazione mafiosa, che provvedevano ad emettere false fatturazioni, che servono per coprire affari illeciti e a costituire fondi neri utili per il pagamento di tangenti”.

“E’ un’indagine senza precedenti. Questa operazione – ha rimarcato Roberti – segna un momento di svolta nell’azione di contrasto investigativo e giudiziario delle cosche inserite nel centro-nord”.

Leggi QUI il nostro punto di vista sulla maxi operazione antimafia “Aemilia”.
Ascolta QUI un’intervista della radio pubblica svizzera al coordinatore di Cortocircuito.

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”

(gennaio 2015)

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Risate e progetti dopo il terremoto

Conversazione tra Gaetano Blasco e Antonio Valerio (ritenuti tra gli organizzatori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso) intercettata il 29 maggio 2012, il secondo giorno del sisma emiliano.

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La moglie dell’imprenditore Bianchini preoccupata

Bruna Braga, moglie di Bianchini (imprenditore modenese arrestato), in un’intercettazione  esprime la preoccupazione per il futuro imprenditoriale del marito che sta facendo affari con Bolognino. Sente che c’è il rischio di finire nei guai. E lo dice con parole in dialetto modenese, che non lasciano spazio a dubbi. Sembra che sapessero di fare delle cose illegali e che rischiavano grosso.

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Minacce intercettate

Roberto Turrà, nato a Cutro e residente a Reggio, arrestato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, parla con un conoscente e – dopo un esplicito invito a “tenersi per sè certe cose” – spara cinque colpi di pistola, per dimostrare di cosa possa essere capace.

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“Domani c’è il controllo”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. La video-inchiesta integrale, le foto della serata di presentazione e alcuni articoli dei quotidiani
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Il nostro punto di vista sulla maxi operazione antimafia “Aemilia” e un’intervista alla radio pubblica svizzera

[Aggiornamento: abbiamo pubblicato qui alcune intercettazioni effettuate dai Carabinieri e le dichiarazioni dei procuratori sull’operazione antimafia.]

Ieri in prima fila ad applaudire alle iniziative antimafia e oggi arrestati in una maxi operazione contro la ‘ndrangheta. Alcuni dei nomi eccellenti finiti dietro le sbarre, a seguito dei provvedimenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, si sono fatti vedere più volte agli incontri antimafia, che dal 2009 abbiamo organizzato a Reggio Emilia, ospitando numerosi magistrati come relatori. Tali personaggi arrestati spesso si mettevano in vista, per mostrare a tutti che il loro impegno contro le mafie non mancava.

Si tratta di soggetti apparentemente insospettabili e stimati da molti emiliani noti. Meno insospettabili erano invece tanti altri personaggi, come un imprenditore edile calabrese: un soggetto che alcuni anni fa ci aveva minacciati, intimandoci in modo diretto e con parole chiare di non parlare di certi argomenti. Anche lui è stato arrestato.

Nell’estate del 2013, in una nostra video-inchiesta avevamo parlato di una cena, a cui parteciparono tante delle persone arrestate ora e a cui il prefetto di Reggio Emilia aveva revocato il porto d’armi. Uno degli avvocati allora aveva risposto che quelle persone detenevano armi non perché fossero mafiosi, ma perché nel tempo libero erano anche cacciatori. Si voleva dunque fare credere che possedevano armi per la loro arte venatoria.

Il sequestro del ristorante “Antichi Sapori”

E’ una ragnatela fittissima e ben strutturata quella che emerge dall’inchiesta della magistratura denominata “Aemilia”. Incredibile è che a finire in manette siano stati anche sei rappresentanti delle forze dell’ordine, impegnati a fare da “talpe”, passando informazioni riservate alla cosca Grande Aracri.

Si tratta di una rete che cercava di condizionare non solo l’economia locale, lo dimostrano i tanti nomi di imprenditori nati in Emilia, ma anche il mondo dell’informazione (arrestato il giornalista Marco Gibertini). Nel mirino dell’inchiesta sono finiti anche due ristoranti, fino a ieri molto frequentati da tanti reggiani.

I complimenti vanno all’Arma dei Carabinieri di Reggio Emilia e alla DDA di Bologna, in particolare al pubblico ministero Marco Mescolini, che ha condotto le indagini. Tra l’altro, si tratta del magistrato che ha fatto acquisire agli atti processuali la nostra ultima video-inchiesta, dal titolo “La ‘ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. Il cortometraggio è stato inserito negli atti del procedimento di sequestro a carico proprio della famiglia Grande Aracri (QUI i dettagli). Si tratta di una video-inchiesta nella quale abbiamo cercato di mostrare l’esistenza di certe connivenze e molti silenzi in terra emiliana. Sono solo alcune dimostrazioni del fatto che si è passati da un fenomeno di infiltrazione ad un radicamento di ‘ndrangheta, grazie a numerose sponde esterne.

Eppure c’è chi nei nostri video affermava che in fondo alcuni soggetti con condanne definitive per associazione mafiosa erano dei bravi lavoratori, persone gentili ed educate. In realtà, come documentano le carte in modo inequivocabile, la cosca Grande Aracri ha tentato di eliminare il libero mercato e la concorrenza, cercando di soffocare la dignità e la libertà di alcuni cittadini, inclusi tanti calabresi onesti, fino ad arrivare a condizionare alcuni settori del mondo politico, economico e sociale.

Nel nostro piccolo, da studenti, continueremo a svolgere delle attività di sensibilizzazione su questo annoso fenomeno e a sostenere l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, per non abbassare la guardia.

 

Associazione culturale antimafia “Cortocircuito”
29 gennaio 2015

P.S. Tale testo è stato pubblicato come editoriale, in prima pagina, sulla “Gazzetta di Reggio”. QUI

Inoltre, alcuni dei concetti di questo articolo sono stati ribaditi dal coordinatore di Cortocircuito, Elia Minari, durante un’intervista in diretta a RSI, la radio pubblica svizzera (in onda il 29 gennaio 2017). Alla stessa trasmissione radiofonica hanno partecipato, tutti in collegamento telefonico, anche Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Reggio Calabria, Enzo Ciconte, storico e docente universitario e Antonio Monachetti, referente di Libera Bologna
Pubblichiamo qui sotto l’audio:

Se non si riesce a sentire l’audio, cliccare qui

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Pino Aprile, giornalista e autore del bestseller “Terroni” (che ha venduto più di 250.000 copie), ha scritto:

“MAFIA IN EMILIA: TUTTI DISTRATTI, TRANNE UN RAGAZZINO?

Elia Minari, da quando era poco più che adolescente, si è dato un compito con alcuni amici: documentare come la ‘ndrangheta si espandeva in Emilia. È coordinatore della web-tv Cortocircuito di Reggio Emilia, città definita dal procuratore capo di Bologna «L’epicentro delle cosche in Emilia». Una domanda facciamocela: come mai un ragazzino, sia pure di quelle capacità, era in grado di scoprire e documentare quello che oggi è sulle pagine di tutti i giornali come una operazione di dimensione “storica” e mentre i grandi giornali, le istituzioni (salvo sporadiche eccezioni), il mondo imprenditoriale, eccetera, non si accorgevano di nulla? …. Ma si può dire o no che un ragazzino ha documentato per anni quello di cui altri non si sono accorti?”

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. La video-inchiesta integrale, le foto della serata di presentazione e alcuni articoli dei quotidiani
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze

Dopo l’operazione “Aemilia”: il sostegno di Libera, Cortocircuito e Colore all’operato della magistratura e delle forze dell’ordine

La maxi operazione “Aemilia” della DDA di Bologna scardina il potere della ‘ndrangheta in Emilia e in particolare nella nostra città. 160 arresti in tutta Italia, tra cui figure importanti per il loro ruolo pubblico, come Marco Gibertini, arrestato perché a disposizione dell’organizzazione criminale e Giuseppe Pagliani, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Davanti a questi risultati riteniamo doveroso, come associazioni antimafia, ringraziare le forze dell’ordine e la magistratura per l’eccellente lavoro svolto e dichiarare nuovamente il nostro sostegno alla giustizia.

Da tempo diciamo, con il lavoro giornalistico, la formazione nelle scuole e gli incontri pubblici, che la ‘ndrangheta è fortemente radicata nel nostro territorio, che dobbiamo prenderne coscienza e dotarci degli strumenti giusti per contrastarne l’avanzata, ognuno nel proprio ruolo e per le proprie competenze.

Speriamo che questa inchiesta abbia inferto un duro colpo alla cosca Grande Aracri e a tutto il suo sodalizio, auspichiamo che la magistratura possa continuare a lavorare con forza e chiediamo a tutti i cittadini di tenere alta la guardia; perché Reggio Emilia continui ad essere una città di legalità, giustizia, partecipazione e responsabilità sociale.

Libera coordinamento di Reggio Emilia
Cortocircuito – associazione culturale antimafia
Colore – Cittadini contro le mafie

[Questo comunicato è stato pubblicato sui quotidiani locali di Reggio Emilia]

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Vedi anche:

– “La ‘Ndrangheta di casa nostra. Radici in terra emiliana”. La video-inchiesta integrale, le foto della serata di presentazione e alcuni articoli dei quotidiani
– La video-inchiesta “Non è successo niente. 40 roghi a Reggio Emilia”
– Intervista del web-magazine “AgoraVox” sulle iniziative di Cortocircuito
– Sul Corriere della Sera: “Cortocircuito, la web tv degli studenti-reporter che combatte la mafia”
– Elia Minari di Cortocircuito premiato dal presidente del Senato al Vertice Nazionale Antimafia a Firenze