Roberto Scardova è vice caporedattore e inviato speciale del Tg3 nazionale. Nel corso della sua attività professionale si è dedicato agli avvenimenti che hanno segnato la recente storia italiana, temi sui quali ha condotto numerose inchieste per il Tg3 e la rubrica Primo Piano. Per lungo tempo è stato inviato in Afghanistan. Scardova è stato anche il primo giornalista italiano a raggiungere la centrale nucleare di Chernobyl dopo l’incidente al reattore numero 4. Ha curato i servizi, sempre per il Tg3, sull’assassinio in Somalia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sin dal giorno della loro morte.
– Secondo lei dall’Afghanistan abbiamo sempre avuto un’informazione corretta? Ci è sempre stato raccontato tutto?
Fin dai tempi della guerra condotta in Afghanistan dall’Unione Sovietica l’informazione ha avuto delle grosse lacune, aumentate poi in particolare quando si è cercato di giustificare l’attacco che gli Stati Uniti imposero all’Afghanistan, in seguito all’attentato dell’11 Settembre alle famose torri gemelle di New York. In quell’occasione il motivo ufficiale dell’attacco degli Stati Uniti all’Afghanistan era isolare Bin Laden, in realtà poi si è scoperto che nessuno ha davvero cercato Bin Laden, tutti sapevano che Bin Laden era nascosto in certi luoghi dove le bombe e i bombardieri americani non sono mai arrivati. Tutti hanno poi saputo che Bin Laden si nascondeva in Pakistan: il Pakistan è uno dei principali alleati degli Stati Uniti d’America, ma anche questo non è mai stato detto.
Inoltre non si è mai detto che la guerra in Afghanistan è una guerra condotta contro una popolazione civile miserrima, di disgraziati, di poveretti che non hanno da mangiare, non hanno di che sfamarsi. I bombardamenti prima russi, poi americani e ora anche i talebani prima di tutto hanno distrutto le dighe, le risorse idriche, le centrali elettriche: vivere in Afghanistan era un inferno. Chi di noi (giornalisti, ndr) è andato in Afghanistan ha cercato di spiegare che più che la guerra bisognava portare la pace e ricostruire questo paese per avere un minimo di credito da parte dell’Occidente, questo purtroppo non è mai stato sottolineato abbastanza. continua a leggere …