Pubblichiamo il diario del “Viaggio della Memoria”, un’esperienza molto interessante e toccante organizzata da Istoreco per gli studenti delle scuole superiori di Reggio E. e provincia. Un’esperienza, crediamo, indispensabile al bagaglio culturale di ogni individuo, per evitare oggi e in futuro ogni nuova forma di razzismo, discriminazione e violenza.
Un breve estratto di questo testo sarà pubblicato anche sul 3° numero della versione cartacea di Cortocircuito.
16 Febbraio 2010
Partenza
«Auschwitz si avvicina sempre di più: sarà come ce l’aspettiamo?». Se lo chiedono i ragazzi delle scuole superiori reggiane che hanno intrapreso la prima tappa del Viaggio della Memoria 2010 organizzato da Istoreco. In totale saranno quasi 1000 persone a visitare i tristemente celebri campi di sterminio e concentramento di Auschwitz e Birkenau e la città di Cracovia, in tre distinti viaggi da metà febbraio sino al 6 marzo.
Il primo viaggio è partito nella mattinata di lunedì scorso, 15 febbraio, con sei pullman e 350 passeggeri, fra studenti e insegnanti degli istituti Corso di Correggio, Tricolore, Comix, Filippo Re e Moro di Reggio, il D’Arzo di Montecchio, oltre a diversi privati cittadini. Dopo 36 ore di viaggio i ragazzi hanno raggiunto Cracovia e ora si preparano a visitare i campi di sterminio e la città, pronti a conoscere realtà che sino ora sono state raccontate loro a parole, in tanti incontri preparatori. Ma la realtà potrebbe essere diversa, ancora più forte.
Una redazione itinerante di studenti e operatori di Istoreco racconta questo viaggio per la Gazzetta d Reggio. Tre gruppi distinti, uno per ognuno dei tre Viaggi in programma: nella prima tornata i narratori sono Elisa Scarpa (Città del Tricolore), Giorgia Grisendi (Liceo Silvio D’Arzo di Montecchio Emilia), Luca Bassi, Serena Tassone, Chiara Caroli e Giacomo Ferrari (Istituto Scaruffi) assieme a Matthias Durchfeld e Steffen Kreuseler di Istoreco.
«Alle 5 della mattina del 15 febbraio siamo partiti dal Tribunale di Reggio Emilia per iniziare il Viaggio della Memoria», raccontano. «Sentimento comune era la stanchezza per la levataccia, vinta, però, dalla voglia e dalla grinta di partire che superavano l’inquietudine per ciò che ci attendeva». Come è iniziato il viaggio? «Dopo un’oretta di sonno collettivo c’era già chi cantava e chi giocava, spezzando la monotonia del percorso; c’erano gli autisti dei pullman che fingevano di sorpassarsi come in una gara, incitati dagli studenti; ma alla fine si arrivava tutti puntuali alle stesse fermate… Risultato? Autogrill traboccanti di euforici adolescenti italiani desiderosi di sgranchirsi le gambe».
Qual è la compagnia? «I pullman sono pieni di ogni genere di persone di tutte le età: ragazzi, professori, accompagnatori di Istoreco, partigiani… una varietà di esperienze che ha arricchito tutti. Insieme abbiamo guardato film a tema come “L’Onda”, di Dennis Gansel; questo film in particolare ci ha fatto capire ancora meglio le cause di ciò che è stato e può ancora, realmente, accadere».
Le ore di viaggio sono tante, e ogni corriera combatte il tempo a modo suo, e le scelte cinematografiche variano: «In un altro pullman si è visto il film truculento “Bastardi senza Gloria” di Quentin Tarantino, che parla della vendetta contro i nazisti di un particolare gruppo di “partigiani americani” tutti ebrei». Intanto si prosegue: «E via che si va, si prosegue fino al confine austriaco, non per visitare la bella nazione, ma con l’unico fine di attraversarla e raggiungere la Repubblica
Ceca – spiegano i ragazzi –. Una notte di sosta a Brno e di nuovo in pullman alle 7, armati di tanta pazienza e per utilizzare al meglio il tempo ci è stata raccontata una vicenda sulla Shoah della famiglia di una nostra guida». Martedì, finalmente, si giunge a destinazione: «All’ora di pranzo finalmente eccola: Cracovia, nella fredda Polonia, bellissima città gotica e innevata. Auschwitz si avvicina sempre di più: sarà come ce l’aspettiamo?».
17 febbraio 2010
Auschwitz
Il primo e più immediato paragone che viene in mente a noi ragazzi è con l’Inferno della Divina Commedia. Lo ricorda anche Primo Levi in una delle pagine più memorabili di “Se questo è un uomo” quando cerca una metafora che possa restituirci una resa a quello che stava vivendo.
A noi testimoni pare che il paragone traballi: se nell’oltretomba dantesco il Poeta riesce a descrivere i peccatori che sono tali perché hanno commesso delitti e azioni riprovevoli, qui l’indicibile la fa da padrone e i peccatori sono innocenti, i dannati non hanno colpe da espiare, il mondo è rovesciato come nell’imbuto infernale e il contrapasso si fonde nell’assurdo per cui gli assassini giudicano le vittime. Alle 7.30 siamo partiti alla volta di Auschwitz. Durante il viaggio di un’ora e mezza hanno cominciato a farsi strada fra noi le prime tensioni e aspettative. Durante la mattina, accompagnati dalle guide, abbiamo visitato la parte più grande e atroce: Birkenau, il campo di sterminio.
Il paesaggio si presentava gelido e innevato, trasmettendoci desolazione. Ripercorrere il sentiero sul quale milioni di persone hanno camminato incontro alla morte non è stato semplice e ci guardavamo attorno vedendo nei nostri passi e nei nostri occhi la disperazione di chi ha realmente vissuto questo inferno. Sullo sfondo, dietro le rovine di baracche e forni, un bosco di betulle quasi incantato si imponeva al cielo contrastando le terribili immagini di sofferenza e disumanità che il posto silenziosamente raccontava. Qualche rosa, piantata nella neve, dava segno di compassione e rispetto per coloro che avevano dato la vita in quei luoghi. Finita la visita di Birkenau, la pausa pranzo ha rotto momentaneamente la tensione che si era creata tra noi.
Nel pomeriggio abbiamo visitato Auschwitz 1. Passando sotto alla tristemente famosa scritta “Arbeit Macht Frei” comune a più campi di concentramento, siamo rientrati nel clima di inquieta curiosità. Le prove materiali di ciò che era successo ci hanno fatto capire sempre meglio l’enorme atrocità della tragedia avvenuta. Abbiamo concluso la nostra visita all’interno dell’unico forno crematorio rimasto intatto in tutto il campo. L’orribile vista di questo luogo ha portato a termine la nostra esperienza all’interno dei campi, rispondendo alla nostra domanda principale: era come ce lo aspettavamo? Molto peggio, purtroppo.
Il freddo è pungente e il vento è tagliente come lame ghiacciate. Siamo tutti stretti nei nostri giacconi a combattere il gelo, ma sono ben poche le lamentele che osano affiorare alle nostre labbra: quello che ci circonda stringe i cuori di tutti in una morsa dolorosa che ci costringe al silenzio. Ascoltiamo la guida descriverci ciò che di più aberrante abbiamo mai sentito, guardando scheletri di memorie tramutate in parole disperse attorno a noi. ?Siamo in un recinto di morte disumana, presenti come entità completamente estranee a quel destino che ha toccato e incenerito molto più di un milione di persone. Siamo qualche gruppetto di ragazzi che ha deciso di passare per l’inferno per vedere com’è. Siamo fiammelle di vita che tremano a guardare negli occhi una morte spietata che ci osserva immobile e lontana, ma fin troppo presente nelle macerie di camere a gas e forni crematori.
18 febbraio 2010
Cracovia
Siamo vicini alla fine di questo nostro viaggio. Abbiamo vissuto moltissime esperienze e ollezionato emozioni forti e importanti, che lentamente stiamo assimilando e accettando. Oggi è arrivato il momento di visitare il lussuosissimo Castello di Wawel, con la relativa Cattedrale dei Santi Stanislao e Venceslao, il quartiere ebraico Kazimierz e il Ghetto di Cracovia, di cui sono rimaste solo poche tracce visive; infatti, quasi tutti gli edifici che in passato imprigionavano gli ebrei sono stati rimodernizzati e adibiti ad altre attività.
Durante il nostro percorso, la guida ci ha illustrato anche i luoghi nei quali è stato girato il film “Schindler’s List” di Steven Spielberg, tratto da una storia realmente accaduta, nella quale il ricco tedesco Oskar Schindler, in affari coi nazisti, assume a lavorare nella sua fabbrica circa 1200 ebrei, salvandoli dai campi di concentramento e, quindi, dalla morte certa; proprio per questo Oskar Schindler verrà riconosciuto, il 18 luglio 1967, “Giusto tra le nazioni” e considerato come un eroe. Tutto ciò, ci ha permesso di ricordare e comprendere al meglio la realtà ormai sbiadita dal tempo; i luoghi dai quali passava la nostra visita, infatti, risultavano molto familiari agli occhi di chi aveva visto questo film.
Nel pomeriggio, il nostro cammino è proseguito verso il Castello di Wawel, dove la guida ci ha illustrato le bellissime e sfarzose stanze reali; ai piedi del castello, inoltre, si presentava ai nostri occhi uno spettacolo mozzafiato: lo scorrere del fiume Vistola, che taglia in due la città di Cracovia.
Infine, dopo avere visitato la bellissima Cattedrale dei Santi Stanislao e Venceslao, che sorge a fianco del Castello, siamo tornati sul pullman e ci siamo diretti verso l’albergo, pronti ad affrontare il nostro ultimo giorno del Viaggio della Memoria
19 febbraio 2010
Commemorazione di Auschwitz
La settimana in Polonia è giunta al termine per tutti noi. Questa mattina ci siamo recati nuovamente a Birkenau, pronti a commemorare le persone che in quell’inferno sono state incenerite. Ognuno di noi ha avuto la possibilità di assimilare e rielaborare ciò che abbiamo visto. Insieme abbiamo scambiato idee e sensazioni e davanti al vagone posto all’entrata del campo abbiamo dato voce all’amarezza e al dolore.
Abbiamo letto i nostri pensieri, cantato e, indirettamente, ci siamo posti un giuramento di lotta pacifica contro ogni nuova forma di razzismo, discriminazione e violenza. Essere venuti a contatto con una realtà storica come questa, ci ha permesso di maturare e di crescere, e siamo decisi a non dimenticare. Dopo la celebrazione, ci son stati distribuiti dei garofani, con l’obbiettivo di posarli nei luoghi che più ci avevano colpito: più di 300 persone giravano per il campo, a lasciare un profumato pezzo di cuore nella gelida neve. Centinaia di piccoli semi d’amore sono stati piantati per soffocare l’odio e la distruzione.
Stiamo per tornare a casa, per riprendere la vita di tutti i giorni, ma qualcosa in noi è cambiato: guardiamo il mondo molto più coscienti della realtà violenta che ci circonda. Noi ora gridiamo BASTA!, siamo uniti e faremo la nostra parte per mantenere il rispetto intorno a noi. Un enorme grazie a Istoreco e a tutti colori che ci hanno permesso di vivere questa indimenticabile esperienza.
Elisa Scarpa (Città del Tricolore), Giorgia Grisendi (Liceo D’Arzo di Montecchio Emilia – RE), Luca Bassi, Serena Tassone, Chiara Caroli e Giacomo Ferrari (Scaruffi).