“La Procura Distrettuale Antimafia dell’Aquila, che da tempo sta indagando sulla ricostruzione post-terremoto in Abruzzo, ha messo gli occhi anche su alcune imprese reggiane in odore di ‘ndrangheta. Accertamenti sarebbero in corso da qualche giorno anche nella nostra provincia. Secondo quanto si è appreso, in particolare, a confortare questa tesi vi sarebbero dichiarazioni di collaboratori di giustizia e intercettazioni telefoniche. Alle prime battute di queste indagini sugli appalti per la ricostruzione del terremoto in Abruzzo, all’Aquila erano scattate le manette per sei persone, legate al clan dei casalesi. Ora la svolta: anche l’ndrangheta, e in particolare le cosche già radicate in Emilia hanno messo le mani su questo business“.
La notizia di questo nuovo inquietante filone di indagine arriva a Reggio all’indomani della firma del protocollo antimafia per i lavori della Tav. Ricordiamo che anche la costruzione della Tav nella tratta Reggio-Parma, quasi un anno fa, aveva avuto problemi simili:
– 19 Ottobre 2009, indagini della Direzione investigativa antimafia a carico dei un’ impresa di Gela, secondo gli investigatori, «imparentata» con una famiglia mafiosa – che ha operato nei cantieri TAV (Treno ad alta velocità) nella tratta Reggio Emilia-Parma.
Questa è l’ennesima prova che le mafie hanno una consistente presenza a Reggio Emilia. Spesso però questa presenza è sottovalutata e schivata.
Le attività gestite nella nostra città dai clan mafiosi sono traffico di droga, edilizia, autotrasporti, estorsioni, gioco d’azzardo, settore del divertimento. I clan presenti all’interno della nostra città sono molteplici: Casalesi, ‘Ndrangheta (Grandi Aracri-Nicoscia, Arena-Dragone).
La Redazione di Cortocircuito