Una serata come le altre. Tranquilla. Silenziosa. Era una serata in cui le mie preoccupazioni erano svanite nelle ombre e dovevano rimaner li finché l’aurora non le avrebbe illuminate nuovamente. Con la mente leggera correvo veloce, con la mia Audi grigia, fra le tante strade del mio paese perché, a casa, mi attendevano. Amavo la mia famiglia tanto quanto la mia terra perché mi sapevano regalare grandi emozioni ma soprattutto mi sapevano riscaldare il cuore sempre e comunque.
Ero un folle per molti, un visionario per altri ma sono certo che è proprio grazie alla mia “follia”, se così si può definire, e alla mia voglia di porgere l’occhio verso il futuro che oggi la mia gente si trovi a vivere in gioia e serenità. Pollica è sempre stata la mia ragione di vita. I suoi cittadini, le sue case, le sue situazioni ed il suo mare saranno sempre parte di me. Ah.. Il suo mare.. Solcai le sue onde assaporandone gusto e odore . Fronteggiai molte volte le sue ire, sfidando il destino, uscendone sempre vincitore. Ero certo che il mare non sarebbe mai stata la mia tomba.
Correvo. Le luci dei lampioni mi illuminavano il cammino. Dovevo fare presto. Avevo una gran voglia di baciare mia moglie e di abbandonarmi, poi, nella grande notte salernitana. Imboccai, quindi, una piccola strada secondaria. Scalai un paio di marce facendo rombare il mio potente motore tedesco che, certamente, non avrebbe avuto alcun problema ad affrontare l’esigua salita che mi si celava dinnanzi.
L’orologio segnava le ore 22. Ad un certo punto, poco distante da me, comparve una macchina che, con i suoi due fari, mi disturbarono la vista. Anch’essa correva veloce ma in senso opposto al mio. Mi misi su un lato della strada, permettendo così il transito anche se, in teoria, la viabilità era a senso unico. continua a leggere …