Massima vicinanza ad Elia, sotto protezione per l’impegno contro la ‘ndrangheta

(settembre 2022)


[Intervista di Rai 3 a Elia Minari, sotto protezione]

 


Articolo su “La Repubblica”: QUI.

Articolo su “Il Fatto Quotidiano”: QUI.

Le parole del Presidente della Regione, Stefano Bonaccini: QUI.

Dalle parole di un detenuto in carcere è emerso il rischio per l’incolumità fisica di Elia Minari, giovane giurista reggiano impegnato contro le mafie da oltre dieci anni, fondatore nel 2009 dell’Associazione culturale antimafia Cortocircuito. È stato emesso un provvedimento di tutela per garantire la sua sicurezza. La decisione è stata presa dal Prefetto di Reggio Emilia, Iolanda Rolli, d’intesa con il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza e il Questore. Quest’ultimo aveva già prontamente e tempestivamente emesso un provvedimento di tutela prima della successiva riunione presso la Prefettura, dove è stato deciso un rafforzamento della protezione. La protezione è gestita dal personale della Polizia di Stato, in coordinamento con le altre forze dell’ordine. 
 
Pur non conoscendosi le circostanze esatte delle dichiarazioni del detenuto, il dispositivo di protezione è stato attivato anche in ragione del fatto che Elia Minari era già una persona ritenuta esposta.  
 
Nel processo “Grimilde”, negli ultimi mesi, sono state citate le sue inchieste, che precedentemente erano state acquisite anche agli atti come prove nello stesso processo contro la ‘ndrangheta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. Inoltre, nel 2018, l’imputato del maxi-processo “Aemilia” che ha ricevuto la condanna più elevata, nelle sue prime parole dell’ultima udienza di primo grado del maxi-processo, ha menzionato Elia Minari, prima scusandosi con lui, davanti ai giudici, per le frasi pesanti («Te lo sbatto in testa» e «Ti vengo a prendere fino a casa») pronunciate alcuni anni prima, ma poi lamentandosi delle sue inchieste. 
 

Le sue inchieste sono state citate nel maxi-processo “Aemilia”, il più grande processo di mafia del Nord Italia. Inoltre, hanno contribuito a diverse operazioni giudiziarie contro la ‘ndrangheta e una sua inchiesta è stata citata nel primo punto della relazione ufficiale di scioglimento per mafia del Comune di Brescello, nonché nella sentenza del Consiglio di Stato. 

Attualmente Elia Minari prosegue le proprie attività contro le mafie sia collaborando con istituzioni ed enti pubblici, sia in qualità di coordinatore dell’Osservatorio Permanente Legalità dell’Università di Parma che da diversi anni realizza delle attività di ricerca e formazione, oltre a continuare con le attività dell’Associazione culturale antimafia Cortocircuito. 
 
L’Associazione Cortocircuito afferma: «Desideriamo ringraziare le forze dell’ordine e la Prefettura per essersi prontamente attivati a tutela dell’incolumità di Elia. Ci teniamo ad esprimere massima vicinanza e sostegno al nostro fondatore che – con coraggio e impegno, nonostante le difficoltà, le preoccupazioni e le dure parole da parte di esponenti della ‘ndrangheta – non si è mai fermato, dimostrando che è possibile essere cittadini attivi, consapevoli e promotori di legalità. Elia non è solo».  
 
Le attività contro le mafie dell’Associazione Cortocircuito non intendono fermarsi a seguito di simili vicende e proseguono intensamente. Negli ultimi anni diversi giovani di varie regioni del Nord Italia si sono avvicinati all’Associazione Cortocircuito, consentendo di realizzare progetti articolati insieme all’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, oltre ad attività con diverse Università e altri enti pubblici. Sono stati 467 gli eventi pubblici di denuncia e sensibilizzazione contro le mafie dal 2009, tenuti in diverse regioni e anche all’estero.  
L’Associazione gestisce anche l’Ufficio “Sportello Legalità e Giustizia” del Comune di Reggio Emilia, coordinato da Minari, dove vengono ascoltate testimonianze e offerta consulenza legale, anche su vicende delicate.
 
 
 
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È arrivato il sostegno affettuoso per Elia, espresso pubblicamente su Facebook, da parte del Presidente della Regione (Stefano Bonaccini), oltre al Sindaco di Reggio Emilia (Luca Vecchi) e al Sindaco di Parma (Michele Guerra), insieme ai messaggi arrivati da tantissimi cittadini.

 
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Il Sindaco di Reggio Emilia:
 
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Il Sindaco di Parma:
 
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Sul Corriere della Sera:
 
 
 
Sul Fatto Quotidiano: